3 Ottobre 2017, h. 17:34

STUDI – Divario Nord Sud: PIL pro capite Mezzogiorno al 66,3% di quello del Centro Nord. Il treno delle società regionali: locomotive più potenti in Lombardia, Emilia Romagna, Bolzano e Veneto

Nel primo scorcio del 21° secolo il divario tra Nord e Sud del Paese si è ulteriormente allargato, fenomeno accelerato del rapido sovrapporsi di due cicli recessivi. Nel 2000 il PIL pro capite del Mezzogiorno era pari al 68,4% di quello del Centro Nord. Nel 2007, anno precedente allo scoppio della Grande crisi il divario sale al 67,7%, ma dopo due cicli recessivi scivola nel 2015 al 66,3%, vicino al minimo del 2014.

Per offrire un’ulteriore chiave di lettura e di interpretazione delle differenti capacità di crescita dei territori italiani abbiamo costruito un modello che utilizza la metafora del treno. Abbiamo individuato le diverse componenti della società italiana suddividendole in Locomotiva, seguita dal vagone dei ‘settori protetti’, dal vagone della spesa pubblica, infine, dal vagone dei soggetti in cerca di occupazione e inattivi senza redditi.

In testa al treno vi sono le Locomotive, il motore e la potenza di traino economico della società. Nelle Locomotive trovano posto gli occupati, indipendenti e dipendenti, che lavorano in imprese private, che operano nei mercati ad elevata concorrenza, che assumono in pieno i rischi di impresa, che prendono capitali in prestito, che investono e creano occupazione. Gli addetti delle Locomotive lavorano in imprese che competono sui mercati internazionali e in settori che verranno coinvolti in pieno dai meccanismi della direttiva europea sulla concorrenza nei servizi.

Nel treno della società italiana le Locomotive sono seguite da tre vagoni: il primo vagone è quello dei Settori ‘protetti’. A bordo troviamo occupati in settori a bassa concorrenza, dove una elevata regolazione frappone consistenti barriere all’ingresso di nuovi competitori e mantiene elevati i prezzi. Il vagone è composto da lavoratori dei settori della produzione di energia, della finanza e delle assicurazioni. Su questo vagone viaggiano anche gli addetti dell’agricoltura, comparto che rimane protetto dal sistema dei sussidi dall’Unione Europea.

C’è poi il secondo vagone, quello della Spesa pubblica: qui trovano posto i soggetti il cui reddito prevalente è garantito dalla spesa pubblica, pensionati e dipendenti pubblici.

In coda al treno il terzo vagone, quello composto da soggetti in cerca di occupazione e inattivi senza redditi: si tratta di persone in cerca di lavoro, soggetti che non partecipano alla forza lavoro come studenti, uomini e donne adulti che non si offrono sul mercato del lavoro.

La metafora del treno non mette in discussione la necessità fisiologica che vi sia una quota della società attiva che sostiene i cittadini più deboli, esclusi dai processi produttivi ovvero ritirati dal lavoro. Il modello mette in evidenza che la velocità del treno – e conseguentemente il ritmo della crescita economica – dipenderà dalla coesistenza di una robusta e potente locomotiva che traina vagoni relativamente snelli e non eccessivamente carichi.

Il treno ‘medio’ della società italiana è composto da 17.789.000 persone, pari al 33,6% della popolazione che prendono posto nelle Locomotive, 1.583.000 persone, pari al 3,0% della popolazione, occupano il vagone dei ‘settori protetti’, 19.596.000 persone, pari al 37,0% della popolazione, occupano il più affollato vagone della Spesa pubblica e infine 13.983.000 persone, pari al 26,4% della popolazione sopra ai 15 anni, rappresentano la popolazione inattiva, senza reddito ovvero in cerca di occupazione.

Nella locomotiva più dei due terzi degli addetti (67%) lavorano nelle piccole imprese. Nei ‘settori protetti’ non agricoli, invece, predomina la media e grande impresa: il 71,3% degli addetti nei settori del vagone dei ‘protetti’ lavora in medio-grandi imprese.

Esaminando la composizione del treno della società italiana per territorio si osserva la regione con la locomotiva più potente è la Lombardia dove il relativo peso è del 42,4% della popolazione, seguita da Emilia Romagna (40,1%), P.A. di Bolzano (39,9%) e Veneto (39,7%).

Sul versante opposto troviamo le regioni del Mezzogiorno ad avere il più basso peso della popolazione appartenente alle Locomotive. L’Abruzzo è la regione meridionale con il maggior peso delle Locomotive, pari a 32,0%, valore di poco inferiore alla media nazionale di 33,6%. Nel fondo della classifica troviamo 4 regioni dove il peso delle Locomotive è inferiore al 25%: in Campania con il 23,8%, in Puglia con il 23,7%, in Sicilia con il 21,1% e in Calabria che raggiunge il valore minimo del 19,0%.

Il quadro completo nell’Elaborazione Flash “Alcuni dati chiave su economia, impresa e finanza pubblica in Lombardia” dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia predisposto per l’incontro organizzato questa mattina a Milano, in vista del Referendum consultivo per l’autonomia di Regione Lombardia del 22 ottobre. Clicca qui per scaricarla.

 

 

 

Rapporto tra PIL pro capite del Mezzogiorno e Centro Nord nel 21° secolo

2000-2015; valori concatenati – anno di riferimento 2010 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Il treno della società italiana per regione

% su totale della popolazione 15 anni e più – Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Istat

 

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