8 Gennaio 2018, h. 16:49

STUDI – In cinque anni +13,6% tariffa per raccolta rifiuti, più del doppio rispetto +6,4% Uem, mentre cala del 5,2% la produzione di rifiuti. Il prelievo da tariffa rifiuti su PIL pesa di più nel Mezzogiorno, al top in Campania e Sicilia

L’analisi degli indici dei prezzi al consumo evidenzia che nell’arco degli ultimi cinque anni (ottobre 2012-ottobre 2017) in Italia a fronte di una inflazione del 2,2% l’indice della raccolta dei rifiuti cresce del 13,6%, un tasso più che doppio rispetto al 6,4% dell’Eurozona. Nei cinque anni in esame l’aumento del costo del servizio in Italia è il maggiore tra i principali paesi europei: la Francia segna, infatti, un aumento del 10,7%, la Spagna del 4,1% mentre il costo in Germania risulta sostanzialmente stabile (+0,1%).  Nell’ultimo anno in Italia il prezzo della raccolta rifiuti si stabilizza (+0,1%), 1 punto percentuale in meno dell’inflazione (1,1%).

Il trend di crescita del prelievo per la gestione rifiuti si concretizza in un contesto che vede una riduzione della produzione di rifiuti: nell’arco del quinquennio 2011-2016 la produzione di rifiuti urbani diminuisce del 5,2%.

L’analisi dei dati Ispra basati sulle dichiarazioni MUD di un campione di comuni che rappresenta i tre quarti (75,4%) della popolazione, in Italia il costo pro capite per la gestione del servizio di igiene urbana è pari a 167,74 euro pro capite l’anno, a cui fanno fronte proventi da tassa e/o tariffa per 165,95 euro pro capite l’anno con una copertura dei costi quasi completa (98,9%).

In media i proventi pro capite del servizio di igiene urbana pesano per lo 0,61% sul Pil pro capite. La tassa rifiuti – e in generale la tassazione indiretta – tende ad essere regressiva rispetto al reddito e l’analisi per regione evidenzia come questo tipo di prelievo pesa maggiormente nel Mezzogiorno dove si registrano redditi familiari più bassi e in particolare le incidenze più elevate si osservano per la Campania (incidenza pari all’1,07% del PIL), la Sicilia (1,01%), la Sardegna (0,98%), la Calabria e la Puglia (per entrambe 0,97%); all’opposto le incidenze minori sono quelle del Trentino Alto Adige (0,34%), della Lombardia (0,37%), del Friuli-Venezia Giulia (0,43%), del Veneto (0,43%), della Valle d’Aosta (0,49%), dell’Emilia-Romagna (0,50%).

In termini assoluti i proventi pro capite da tassa e/o tariffa pagati per il servizio di igiene urbana in dodici regioni sono superiori alla media nazionale di 165,95 euro pro capite e in tre di queste di osservano valori superiori ai 200 euro: Liguria con 216,80 euro (30,6% sopra la media), Lazio con 213,50 euro (28,7% sopra la media) e Toscana con 208,05 euro (25,4% sopra la media). All’opposto i proventi pro capite minori sono quelli di: Friuli-Venezia Giulia (124,16 euro), Molise (125,98 euro), Trentino Alto Adige (129,40 euro), Lombardia (133,21 euro) e Veneto (133,62 euro).

L’analisi completa nell’Elaborazione Flash “L’escalation di IMU-TASI e della tariffa rifiuti urbani”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Dinamica prezzo raccolta rifiuti negli ultimi 5 anni in Italia e principali paesi UEM

Ottobre 2017 – variazione % rispetto allo stesso periodo del 2012 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

Dinamica 2011-2016 produzione Rifiuti Urbani, Spesa per consumi famiglie e dei proventi tariffa rifiuti

Indice 2011=100 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ispra e Istat

 

 

Incidenza sul PIL dei proventi totali da tassa e/o tariffa pagati per il servizio di igiene urbana nelle regioni

Anno 2016. Inc.% proventi totali su PIL. Dati MUD – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ispra

 

 

Proventi totali da tassa e/o tariffa pagati per il servizio di igiene urbana nelle regioni

Anno 2016. Valori medi in euro per abitante. Dati MUD – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ispra

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