30 Maggio 2018, h. 17:21

AUTOTRASPORTO – Brennero: autotrasportatori bloccati, usati, sfruttati, o forse sarebbe meglio dire strumentalizzati?

All’indomani dell’accordo di Monaco – dello scorso mese di febbraio – tra i ministri dei Trasporti di Austria, Italia e Germania e i capi dell’Euregio con la mediazione della Commissione UE, l’Austria affiancata dai Governatori di Bolzano, Trento e del Tirolo ha programmato il contingentamento della circolazione dei TIR provocando le note e tragiche situazioni riportate dai mass-media.

E’ legittimo, come affermato da alcuni, temere reazioni spontanee di protesta estrema da parte degli autotrasportatori.

Confartigianato Trasporti continua ad appellarsi ai responsabili istituzionali e ritiene che l’Italia non possa non reagire ma, purtroppo, niente si muove e nessuna autorità prende dei provvedimenti efficaci in assenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

La sottovalutazione dello stato dei transiti al Brennero, la inesistente preoccupazione della reale drammaticità della situazione che indebolisce il nostro sistema economico-produttivo, sotto tutti gli aspetti, avvalora l’ipotesi che evidentemente si stia giocando una partita oscura tra attori fantasma.

Con il suo comportamento l’Austria ha creato un danno economico molto rilevante all’Italia e nello stesso tempo ha violato i principi del diritto europeo con una cinica programmazione di date, orari e percorsi stradali appellandosi alla lotta contro l’inquinamento ambientale.

I Governatori del Trentino Alto Adige Kompatscher e Rossi hanno recentemente affermato: “Non possiamo più attendere. Dobbiamo limitare il traffico pesante al Brennero”. Annunciano un pacchetto di misure che sarà illustrato a Bolzano il 12 giugno durante un incontro dei Ministri dell’Italia, dell’Austria e della Germania.

Nello stesso comunicato stampa hanno conseguentemente evidenziato la necessità del rinnovo della concessione per l’autostrada del Brennero a una società in house “per consentire politiche per gestire il flusso di traffico lungo l’asse del Brennero”.

Forse è in questa evidenziazione il vero motivo del caos sull’asse del Brennero da sud a nord in uscita dal nostro paese per l’export di merci al cuore dell’Europa?

Rileviamo ancora – nel comunicato stampa – una precisazione ancora più politica e specifica “Innsbruck, Bolzano e Trento hanno una posizione comune e al vertice di Bolzano parleranno con una voce”.

Tutti sanno che l’Italia non ha un Governo nel pieno della propria capacità operativa e di conseguenza sono perfettamente consapevoli che l’interlocutore governativo è politicamente debole e che i suoi atti giuridici possono essere oggettivamente contestati ed impugnati.

Nonostante ciò, perché si persegue un obiettivo devastante per la nostra economia con razionale perseveranza? Forse per indurre la controparte italiana ad accelerare la soluzione di impegni presi su altri fronti?

Molti si chiedono se è legittimo ipotizzare con nesso tra la messa a disposizione del “tesoretto” di quasi 600 milioni di euro – detenuto nelle casse della società A22 pro costruzione della rete ferroviaria del Brennero – per realizzare l’alternativa alla strada, e quando sarà esecutivo e con quale modalità?

Altri ancora si domandano se sia corretto contrapporre interessi locali all’interesse generale del Paese?

Attendiamo delle risposte per la categoria dell’autotrasporto e per i committenti che con il loro operare quotidiano vogliono fare uscire il paese dalla crisi economica e contribuire alla competitività dell’economia italiana.

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