2 Maggio 2018, h. 17:18

STUDI – Export nei settori di Micro e Piccola impresa sale a 124 miliardi di euro, il 7,2% del PIL. Frenata export nei primi mesi del 2018, soprattutto extra UE, maggiore tenuta per settori di MPI

Sul fronte delle guerre commerciali gli Stati Uniti hanno annunciato di prorogare fino al prossimo 1° giugno l’esenzione dell’Unione europea dalle tariffe statunitensi sulle importazioni di acciaio e di alluminio. Si prolungano così le incertezze sui mercati e il persistere di rischi di una escalation dei dazi che potrebbe colpire altri settori, penalizzando seriamente l’Italia, seconda economia manifatturiera dell’Unione, e in modo particolare alcuni territori maggiormente esposti sul mercato statunitense, come evidenziato in una nostra recente analisi.

Ai timori di nuove barriere doganali si sovrappongono i segnali di rallentamento delle esportazioni, in particolare per quelle rivolte alle aree extra Ue.

Nei primi due mesi del 2018 l’export sale del 6,6%, in rallentamento rispetto al +7,2% registrato nel primo bimestre del 2017 e con una ampia divaricazione tra i Paesi UE (+9,8%) e i Paesi extra UE (+2,3%). In chiave settoriale mantengono il trend i settori dove pesa maggiormente la Micro e Piccola Impresa: nel primo bimestre 2018 il totale dei comparti riferiti ai settori di MPI segna un aumento del 5,5%, in tenuta rispetto al +5,4% registrato nel 2017.

Lo scarso dinamismo della domanda dei Paesi emergenti è evidente nell’analisi delle stime preliminari del commercio estero extra UE che nei primi tre mesi dell’anno registra l’avvicinamento alla crescita zero (+0,5%) delle vendite all’estero, mentre nei primi tre mesi del 2017 si registrava un aumento del 12,4% e nel totale 2017 le esportazioni sono salite del 7,4%.

Il focus sui settori maggiormente presidiati dalle piccole imprese pubblicato oggi in un report dell’Ufficio Studi conferma il 2017 come anno record dell’export nei settori di MPI – alimentare, tessile, abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo, gioielleria e altre manifatture – che ammonta a 123.924 milioni di euro ed arriva al 7,2% del PIL, il massimo storico della serie iniziata nel 1995.

I territori – Prendendo a riferimento le regioni che rappresentano almeno l’1% del totale export dei settori MPI si osserva nel 2017 un aumento a doppia cifra dell’export delle MPI in Piemonte (+11,2%) e Friuli Venezia Giulia (+10,8%); registrano aumenti sopra alla media Abruzzo (+8,9%), Lazio (+7,8%) e Toscana (+6,2%). Seguono Emilia-Romagna (+5,1%), Trentino-Alto Adige e Lombardia (+5,0%), Veneto (+4,0%), Umbria (+2,2%), Puglia (+1,3%) e infine Campania e Marche (+1,0%).

Tra le trentacinque province con una quota superiore o uguale all’1% dell’export nazionale nei settori di MPI si riscontra una crescita a doppia cifra ad Alessandria (+27,1%), Cuneo (+14,8%), Udine (+12,1%), Arezzo (+11,8%), Piacenza (+10,5%); seguono con aumenti sopra alla media Pordenone (+9,9%) e Biella (+8,2%). In positivo Bologna (+7,1%), Firenze e Reggio Emilia (+7%), Venezia (+6,9%), Milano (+6,8%), Roma (+6,5%), Bergamo (+5,9%), Monza e della Brianza (+5,9%), Padova (+5,2%), Mantova (+5,1%) e Treviso (+5%). Tra le maggiori province è in territorio negativo il trend dell’export di MPI a Salerno (-2,7%) e Modena (-3,7%).

Il dettaglio per territorio nell’Elaborazione Flash “Trend del made in Italy ad inizio 2018 ed export nei settori di MPI nel 2017 per territorio. Focus su mercato Usa” (clicca qui per scaricarla).

 

 

Export nei settori a maggior concentrazione di MPI negli ultimi 20 anni: % del PIL

Anni 1996-2017 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


 

Dinamica export settori MPI nelle ripartizioni e principali regioni

Anno 2017; var. % rispetto 2016 in regioni con almeno 1% export MPI totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

 

Dinamica export settori MPI nelle principali province

Anno 2017; var. % rispetto 2016 in province con almeno 1% export MPI totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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