13 Settembre 2018, h. 19:30

STUDI – 10 anni dal crack Lehman Brother. Tasso occupazione recupera i livelli pre crisi mentre il PIL pro capite rimane a -6,9%. In dieci anni 97 mila imprese in meno, nell’edilizia calo di oltre mezzo milione di posti di lavoro mentre made in Italy segna un +9,4%

 

Il 15 settembre 2008 l’indice Dow Jones tocca il minimo dal settembre 2001 dopo che la banca d’affari Lehman Brothers chiede di essere ammessa alla procedura di Chapter 11 con un passivo di oltre 600 miliardi di dollari e con una esposizione di 60 miliardi di dollari sull’immobiliare ad alto rischio. I due cicli recessivi (2008-2009 e 2012-2013) innescati in quel settembre nero di dieci anni fa hanno manifestato effetti pesanti sull’economia italiana, solo in parte recuperati.

Sul mercato del lavoro l’analisi degli ultimi dati mensili evidenzia che a luglio 2018 il tasso di occupazione si colloca al 58,7%, riprendendo il massimo di 58,9% di aprile 2008. In ritardo il recupero nel Mezzogiorno dove il tasso di occupazione nel secondo trimestre 2018 rimane ancora inferiore di 1,5 punti al livello di dieci anni prima. Il secondo ciclo recessivo ha colpito in modo particolare l’edilizia: in dieci anni nelle Costruzioni si perde mezzo milione di posti di lavoro, con 555 mila occupati in meno tra secondo trimestre 2008 e secondo trimestre 2018.

Il Prodotto interno lordo in Italia non ha completato recupero: nel confronto tra alcune maggiori economie avanzate il PIL pro capite in Italia rimane inferiore del 6,9% ai massimi pre crisi (2007), mentre è superiore del 2,4% in Spagna, del 3,7% in Francia del 4,5% nel Regno Unito; al di fuori dell’Unione europea si trova un livello superiore del 7,8% in Giappone e dell’8,6% negli Stati Uniti. All’interno dell’UE risulta fortemente divaricata la crescita della Germania che nel 2018 mostra un PIL pro capite del 12,2% superiore ai livelli del 2007.

Nel decennio in esame si è assistito ad una accentuata selezione delle imprese: le imprese attive negli archivi camerali ad agosto 2018 sono 5.157.962, quasi centomila in meno (-97.268) del livello di settembre 2008. Nei dieci anni in esame l’artigianato – maggiormente concentrato in manifattura e costruzioni, settori più esposti nei due cicli recessivi – perde oltre un decimo delle aziende, con un calo cumulato di 181 mila imprese artigiane, pari al -12,1% ed equivalente a 51 aziende in meno al giorno.

Le imprese italiane hanno reagito al calo della domanda interna aumentando la competitività sui mercati esteri e nel secondo trimestre 2018 il volume delle esportazioni – a prezzi costanti e al netto della stagionalità – è del 9,4% superiore ai livelli di dieci anni prima.

Alcune delle evidenze sono tratte dalla presentazione Trend dell’economia di impresa a fine estate 2018 – clicca qui per scaricarla – presentata alla #SummerSchool2018 di Confartigianato. L’intervento dell’Ufficio Studi in streaming su Radio Radicale.

Scarica i grafici su tasso di occupazione, PIL pro capite e made in Italy

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