4 Giugno 2019, h. 17:45

INIZIATIVE – “Nulla è come prima”, dieci anni di crisi economica nel libro di Giulio Sapelli ed Enrico Quintavalle

“Nulla è come prima” è il titolo del nuovo libro firmato da Giulio Sapelli ed Enrico Quintavalle, edito da Guerini e associati per la collana Sguardi sul mondo attuale. Un titolo crudo e realista, una presa di coscienza per descrivere gli ultimi dieci anni di economia mondiale, stravolta da una crisi finanziaria senza precedenti. Il libro è un’analisi attenta e scientifica degli scenari pre e post crisi, di come è cambiata la struttura e la visione delle piccole e medie imprese, il mercato del lavoro e i diversi processi produttivi.
“Purtroppo, nel corso di questi dieci anni c’è stata una selezione robusta delle piccole imprese, l’esposizione ad un’aumentata competitività non ha salvato tutti – ha commentato il Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, autore della prefazione del libro – Possiamo dire, però, che quelle che ce l’hanno fatta escono rafforzate, avendo risposto alle due grandi sfide attuali: la globalizzazione dei mercati e l’ingresso sempre più pervasivo delle nuove tecnologie digitali”.
Il libro parte dal settembre 2008, quando le televisioni di tutto il mondo trasmettevano le immagini dei dipendenti di Lehman Brothers che lasciavano i propri uffici. Non sarebbe stata una semplice crisi aziendale, ma il più imponente fallimento della storia americana. Un’immagine icona di questi anni, soltanto l’inizio di un terremoto economico-finanziario senza precedenti. Uno scossone che si è inserito in anni di profondi cambiamenti, con il mercato diventato globale, con l’avvento della tecnologia digitale e di un nuovo modo di fare impresa, in Italia come nel resto del mondo. Nelle pagine di “Nulla è come prima” si alternano tesi e analisi scientifiche, supportate dai dati dell’Ufficio studi di Confartigianato. Un viaggio tra i molteplici aspetti della piccola impresa, che oggi guarda al futuro con decisione, dopo un decennio di profondi cambiamenti, che ci ha restituito una piccola impresa trasformata e, forse, più forte rispetto al passato.
“Artigiani e piccoli imprenditori ripartono dai fondamentali, da quello che le ha caratterizzate nel tempo, aggiornando i loro contenuti di contesto. Cioè, ripartono dalla stratificazione culturale che sta dentro ai prodotti, ai manufatti e ai servizi dell’artigianato italiano – ha continuato Fumagalli – da quel valore artigiano che noi riassumiamo nella somma delle caratteristiche di unicità dei prodotti, del ben fatto, del bello e della competenza trasfusa dentro i pezzi e i manufatti prodotti che caratterizzano nel mondo il made in Italy che, sempre più, si identifica con l’artigianato italiano”.
La sfida del futuro si basa su una rinnovata capacità d’innovazione e di penetrazione dei mercati esteri, su un dinamismo ancora più marcato e sull’esaltazione della caratteristica principale della produzione made in Italy: il valore artigiano.

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