27 Gennaio 2020, h. 17:00

STUDI – Brexit week: l’Ue perde 2 milioni di MPI con il 10,5% dell’occupazione. Il made in Italy nel Regno Unito

Dopo un lungo e continuo processo di allargamento che ha visto espandere l’Unione europea, con il raddoppio dei paesi membri in un ventennio – l’Ue è passata da 12 paesi membri nel 1994 a 28 paesi nel 2013 – si registra per la prima volta una uscita: mancano circa cento ore alla mezzanotte del 31 gennaio 2020, termine in cui scatta la Brexit. Secondo l’ultimo accordo negoziato ad ottobre 2019, dal 1° di febbraio il Regno Unito non parteciperà più alle istituzioni dell’Unione europea ma rimarrà fino alla fine del 2020 nel mercato unico e nell’Unione doganale, nella quale vige la libera circolazione di merci. Nel corso dell’anno, quindi, dovrà essere definita la relazione futura tra Ue e Regno Unito; secondo l’ultimo testo della Dichiarazione politica il futuro delle relazioni economiche si dovrebbe basare su un accordo di libero scambio, senza dazi né contingenti. In questa prospettiva si riducono i rischi emergenti nel caso di uscita del Regno Unito senza accordo, esaminati in una nostra precedente analisi.

Economia e piccole imprese – Con il recesso del Regno Unito, l’Unione europea ridimensiona il proprio peso economico, perdendo 67,7 milioni di abitanti, il 13% dell’Ue a 28, e 2.506 miliardi di euro di Pil, pari al 15,3% dell’Ue. Il peso della Germania, la maggiore economia dell’Unione, passa dal 20,9% del Pil dell’Ue a 28 al 24,7% del Pil dell’Ue a 27.

Dal prossimo 1° febbraio escono dall’Unione europea 2 milioni 85 mila micro e piccole imprese, con 7 milioni e 439 mila addetti – pari al 10,5% del totale dell’Ue a 28 – realizzavano 1.187 miliardi di euro di fatturato e 432 miliardi di valore aggiunto; con la più elevata produttività delle MPI del Regno Unito si riduce del 16,0% il valore aggiunto generato dalle micro e piccole imprese dell’Unione a 28.

Made in Italy e territori italiani – Il made in Italy verso il Regno Unito vale 24,9 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi a novembre 2019, e risulta in salita del 5,1% rispetto ai dodici mesi precedenti, il ritmo più accentuato degli ultimi quattro anni. L’analisi territoriale evidenzia che il grado di esposizione sul mercato del Regno Unito (export su valore aggiunto) è più elevato per l’Emilia-Romagna con il 3,24%, il Veneto con il 2,61%, la Toscana con il 2,34%, l’Abruzzo con il 2,34%, il Friuli-Venezia Giulia con il 2,24% ed il Piemonte con il 2,13%. A livello provinciale si osserva un grado di esposizione doppio rispetto alla media per Frosinone (7,26%), Arezzo (7,09%), Chieti (6,58%), Piacenza (6,55%), Pistoia (6,16%), Reggio Emilia (4,60%), Pordenone (4,35%), Belluno (4,10%), Modena (4,06%), Treviso (3,83%), Vercelli (3,83%), Parma (3,75%), Vicenza (3,60%), Asti (3,56%) e Novara (3,27%). Il trend per territorio delle esportazioni verso il Regno Unito nell’Appendice statistica “Made in Italy manifatturiero nel Regno Unito nei primi nove mesi del 2019. I dati per regione e per provincia”. Clicca qui per scaricarla.

In una nostra precedente analisi il grado di esposizione su mercato del Regno Unito nei settori di MPI: food, moda, prodotti in metallo, legno e mobili.

Effetti statistici: il caso delle accise sul gasolio – Con la Brexit esce dalle statistiche europee un player di rilievo, determinando apprezzabili effetti statistici nell’analisi di alcuni fenomeni nella nuova configurazione europea. Un esempio: con la Brexit l’Italia sale al primo posto nell’Unione per livello delle accise sul gasolio per autotrazione. Su questo fronte va ricordato che la pressione fiscale in Italia si potrebbe ulteriormente acuire, tenuto conto che le clausole di salvaguardia – dopo le modifiche introdotte con l’ultima legge di bilancio – prevedono per il 2021 un aumento di accise sui carburanti di 1,2 miliardi di euro e per il 2022 di 1,7 miliardi di euro. Inoltre l’Iva sui carburanti passerebbe dall’attuale 22% al 25% nel 2021 e al 26,5% nel 2022.

 

 

Tasso di variazione dell’export verso il Regno Unito

1999-2018, 2019: ultimi dodici mesi a novembre, var. % tendenziale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Esposizione verso il Regno Unito per regione

% esportaz. manifatturiere 12 mesi (IV tr. 2018-III tr. 2019) su valore agg. 2016. Primo gruppo: regioni >200 mln di vendite nel paese – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Accise sul gasolio auto nei paesi Ue

6 gennaio 2019 – tasse indirette, diverse da IVA, euro ogni 1000 litri – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

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