28 Aprile 2020, h. 11:47

CORONAVIRUS – La “burodemia” da Covid-19 frena le imprese, motore della ripresa

Nelle prossime settimane si delinea una ripartenza graduale del sistema produttivo italiano, dopo un lockdown, reso necessario per contenere il contagio da coronavirus, che lascia segni profondi sulla vitalità delle imprese italiane. Fino al 4 maggio, secondo l’analisi dei dati dell’Istat pubblicati la scorsa settimana, le attività formalmente sospese interessano 2,1 milioni di imprese – poco meno del 48% del totale – che impiegano 7,1 milioni di addetti (di cui 4,8 milioni dipendenti). Vi sono oltre 2 milioni di imprenditori e lavoratori autonomi che sono ancora in lockdown, di questi, 650 mila hanno dipendenti. Il Decreto del 26 aprile riattiva, dal 4 maggio, i settori della manifattura e delle costruzioni, mentre rimangono inspiegabilmente in lockdown alcuni settori, come acconciatori ed estetiste, che già dispongono di un protocollo di sicurezza.

A seguito dello shock simultaneo di domanda ed offerta, i ricavi delle micro piccole imprese (MPI) di marzo e aprile – come evidenziato nel report di Confartigianato ‘Nell’occhio del ciclone’ pubblicato nei giorni scorsi, clicca qui per scaricarlo – registrano una caduta del 63,7% nel bimestre marzo-aprile. In uno scenario in cui la ripresa si completa a fine anno, si stima un calo dei ricavi del 25% su base annua, pari a 196,7 miliardi di euro di vendite in meno. Con riduzioni della domanda di questo ordine di grandezza, nel 2020 il Prodotto interno lordo perderà più di dieci punti percentuali. Il rimbalzo nel 2021 sarà possibile se gli interventi di politica economica saranno in grado di tutelare la base produttiva italiana: solo a tali condizioni il prossimo anno potremo tornare a veder crescere il PIL del 5% e l’export del 14%. Per essere efficaci, gli interventi devono raggiungere le imprese e i lavoratori in tempi rapidi, devono basarsi su norme semplici e di facile attuazione. Per fare questo sono disponibili sia la tecnologia che il capitale umano necessari. Dopo il crash informatico dell’Inps del 1° di aprile, le procedure di pagamento dell’indennizzo di 600 euro per il lavoro indipendente previste dal decreto-legge ‘Cura Italia’ si sono avviate dopo circa due settimane. Sarebbero bastate un po’ di programmazione, e poche ore di lavoro, per abbinare il codice Iban a ciascuna partita Iva beneficiaria, semplificando la vita di 5 milioni e 300 mila lavoratori indipendenti, alle prese con uno dei periodi più angoscianti della propria vita professionale.

Analoghe difficoltà per le imprese si registrano per l’erogazione dei prestiti prevista dal Decreto liquidità per la quale non vi sono gli auspicati automatismi e le procedure richieste dalle banche risultano complicate. Gestire un’attività ai tempi del coronavirus è complesso: sono saliti a 110 i provvedimenti chiave emanati per l’emergenza sanitaria, crescendo al ritmo di 12 alla settimana.

Ci salveremo tutti solo se tuteleremo i 4,4 milioni di imprese, proteggendone il capitale umano. I due terzi degli occupati lavorano in micro e piccole imprese ed è proprio questa caratterizzazione del sistema imprenditoriale italiano che richiede una organizzazione dei servizi pubblici con meno burocrazia possibile. Con procedure lunghe e onerose, le MPI sono costrette a spostare risorse su processi che non creano, ma distruggono valore. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale nel 2020 il tasso di disoccupazione salirà di 2,7 punti. Potremo alleviare il disagio sociale che deriverà dall’aumento delle persone senza lavoro solo con la forza delle imprese. Tuteliamole, con la massima rapidità e con tutte le risorse disponibili. Dalla loro sopravvivenza dipende il nostro futuro.

L’analisi, con il focus sulle imprese dell’energia, in QE-Quotidiano Energia

 

Crisi Covid-19 e stima trend fatturato MPI

Dati mensili in scenario base (normalità entro dicembre) e scenario con recupero più rapido (normalità entro ottobre) – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e aggiornamento al 15 aprile 2020 survey ‘Effetti del coronavirus sulle MPI’

 

 

Il Paese delle micro e piccole imprese: occupazione per classe dimensionale delle imprese

% sul totale addetti impese – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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