6 Luglio 2020, h. 16:03

STUDI – Con crisi di liquidità il 41,6% MPI ricorre a nuovo credito bancario. Focus sul trend dei prestiti alle imprese

Il crollo dei ricavi a seguito dell’interruzione dell’attività produttiva durante l’emergenza sanitaria ha generato un fabbisogno di liquidità eccezionale e il 77,5% delle micro e piccole imprese ha fatto ricorso ad uno o più strumenti per contrastare la crisi di liquidità.

Gli strumenti per fronteggiare la crisi di liquidità utilizzati dalle MPI – L’accensione di nuovo credito bancario, anche tramite le misure di sostegno come le garanzie pubbliche previste dal Decreto ‘Liquidità’, è lo strumento maggiormente utilizzato, indicato dal 41,6% delle micro e piccole imprese tra 3 e 49 addetti. L’ultimo report della Task Force per le misure a sostegno della liquidità segnala che, tra il 17 marzo e il 30 giugno, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono oltre 742 mila, per un importo di circa 43,2 miliardi di euro. Un approfondimento sui finanziamenti del Fondo di Garanzia è disponibile nel 6° report Covid-19 ‘La tortuosa ‘Fase 3’’, pubblicato nell’area Ricerche e studi del portale

Tra le altre forme di credito bancario, il 23,2% delle imprese ha scelto di utilizzare i margini disponibili sulle linee di credito. Il differimento nei rimborsi dei debiti è la scelta compiuta dal 14,8% delle MPI, anche mediante la moratoria prevista dal DL 18/2020. A tal proposito si segnala che al 19 giugno sono pervenute dalle imprese – società non finanziarie – domande o comunicazioni di moratoria su prestiti per circa 187 miliardi di euro.

Tra gli strumenti non bancari, la modifica delle condizioni e dei termini di pagamento con i fornitori viene adottato dal 24,5% delle MPI; tale forma di gestione della liquidità è più diffusa nelle imprese medio-grandi (29,3%). Una quota significativa di imprese ha fronteggiato l’emergenza con mezzi propri: il 21,2% delle imprese è ricorso alle attività liquide presenti nel proprio bilancio, come i depositi bancari. L’11,4% delle imprese ha modificato condizioni e termini di pagamento con i clienti, mentre l’8,7% delle imprese ha rinegoziato i contratti di locazione degli immobili strumentali.

Risulta marginale il contrasto alla crisi di liquidità con interventi di modifica delle passività in termini di equity: il 5,5% delle imprese ha utilizzato strumenti di finanziamento alternativi al debito bancario, e solo il 2,5% ha indicato aumenti di capitale da parte della proprietà.

Trend dei prestiti alle imprese: un confronto internazionale – È nel contesto della crisi di liquidità che si registra una tendenza diffusa alla crescita della domanda di credito bancario da parte delle imprese. A maggio 2020 i prestiti alle imprese in Italia salgono del 2,2%, dinamica meno accentuata rispetto al +7,4% registrato in Eurozona; nel dettaglio i prestiti in Francia crescono dell’11,4%, in Spagna del 9,5% e in Germania del 6,9%.

Trend del credito per dimensione di impresa – L’analisi dei dati sui prestiti in Italia per dimensione d’impresa pubblicati la scorsa settimana evidenzia un miglioramento generalizzato, con un persistente  ritardo per le imprese di minor dimensione: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un calo dell’1,6%, che pur migliorando il -2,2% di dicembre 2019, sono in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,2% dei prestiti al totale delle imprese, trend che inverte il segno rispetto -1,8% di tre mesi prima.

Per fronteggiare le più critiche condizioni dei prestiti delle MPI, il Decreto Rilancio introduce una novità, fortemente sollecitata da Confartigianato, offrendo maggiore spazio operativo ai Confidi vigilati da Banca d’Italia per concedere finanziamenti diretti alle imprese.

Entrando nel dettaglio territoriale al primo trimestre 2020 si registra un aumento dei prestiti alle piccole imprese, con un miglioramento rispetto al trimestre precedente, per Bolzano (+1,1%), Basilicata (+0,8%) e Puglia (+0,5%); in territorio positivo, ma in peggioramento i prestiti alla MPI in Calabria (+0,2%).

Sul versante opposto, i cali meno intensi, e in miglioramento rispetto a tre mesi prima, sono quelli di Sardegna (-0,4%), Molise e Sicilia (entrambi a -0,7%). Il calo più intenso è quello della Valle d’Aosta (6,3%); flessioni decise, seppur in miglioramento. anche per Veneto (-3,7%), Marche (-3,1%) e Trento (-3,0%).

Per cinque regioni si evidenzia un calo dei prestiti alle piccole imprese, ma meno accentuato rispetto al quello del totale delle imprese: Campania, Liguria, Toscana, Sicilia, e Sardegna; trend positivo, e migliore rispetto a quello del totale imprese, in Basilicata.

I dati per territorio sono disponibili nell’Appendice statistica “Trend prestiti a MPI e totale imprese per regione, 2012- 2020”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Serie storica della dinamica mensile dei prestiti bancari al totale imprese nei principali paesi dell’Eurozona

Maggio 2015-maggio 2020. Variazioni percentuali tendenziali – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia

 

 

Serie storica della dinamica trimestrale dei prestiti bancari alle piccole imprese ed al totale imprese

Marzo 2012-marzo 2020. Variazioni percentuali tendenziali – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia

 

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