3 Dicembre 2021, h. 12:39

STUDI – Le tendenze della ripresa, i rischi e le prospettive della politica economica. L’analisi dell’Ufficio Studi su IlSussidiario.net

Ad una ripresa dell’economia che accelera, seppur con alcuni comparti in ritardo, si associano rischi e incertezze, in particolare il rallentamento della domanda cinese e l’escalation dei prezzi delle commodities che riducono la creazione di valore aggiunto e, ricadendo sui prezzi al consumo, riducono il potere di acquisto delle famiglie. L’elevata dipendenza dall’estero dell’Italia e la crescita dei prezzi dei beni energetici determinano effetti recessivi che depotenziano gli impulsi espansivi della politica di bilancio.

Alcune delle tendenze della ripresa del 2021 contenute nel Rapporto ‘Noi R-Esistiamo. Dalla parte delle piccole imprese’, che Confartigianato ha diffuso questa settimana in occasione dell’Assemblea annuale, sono proposte dall’Ufficio Studi nell’articolo I numeri dell’inflazione/ Recessione e crisi del debito, i veri rischi che corriamo a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato su IlSussidiario.net.

Sul mercato del lavoro, mentre gli occupati dipendenti hanno recuperato i livelli pre-crisi, gli effetti della pandemia si scaricano completamente sul lavoro indipendente.

Il rialzo dell’inflazione, oltre ad avere effetti recessivi sulla domanda, potrebbe  anticipare un orientamento restrittivo della politica monetaria e il rialzo dei tassi di interesse. Le prospettive di politica economica, che associano una intonazione deflazionistica della politica monetaria e la riattivazione delle regole europee di bilancio, peraltro rese obsolete dagli effetti della pandemia sui conti pubblici nei paesi dell’Eurozona, determinerebbero un rallentamento del ritmo della crescita che esporrebbe l’economia italiana ai rischi di una crisi del debito sovrano e di una stagnazione.  Per evitare questo scenario, appare opportuno l’acquisto di spazi di flessibilità della leva fiscale in relazione alla spesa per investimenti, l’adozione di strumenti finanziari innovativi di carattere sovranazionale per la gestione del debito pubblico nell’Eurozona, mentre vanno auspicati tempi più lunghi per la riduzione del rapporto debito/PIL.

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