15 Giugno 2022, h. 14:36

STUDI – Guerra e commodities agricole, da Russia e Ucraina il 28,5% del mercato. Nella filiera 70 mila imprese dell’artigianato alimentare

Russia e Ucraina sono due grandi player mondiali per la produzione e commercializzione di oli, cereali e concimi, e lo scoppio della guerra ha innescato forti squilibri sui mercati delle materie agricole, con ricadute economiche e sociali di dimensioni globali, in particolare per le economie emergenti a basso reddito.

A maggio 2022 le quotazioni in euro delle materie prime alimentari salgono del 43,1%. Nel dettaglio i prezzi dei cereali raggiungono il massimo storico, segnando un aumento del 45,2% rispetto ad un anno prima mentre i prezzi di soia e altri olii vegetali salgono del 42%.

Il peso di Russia e Ucraina sui mercati mondiali – L’Ucraina è il maggiore esportatore mondiale di oli vegetali (tra cui quelli ottenuti dai semi di girasole) e, insieme alla Russia, rifornisce il 47,7% dell’export globale. Dai due paesi proviene il 34,5% delle esportazioni globali di grano duro, il 27,2% del frumento tenero e di segale, il 23,5% di orzo e altri cereali, oltre un quinto (21%) dei fertilizzanti esportati nel mondo e il 14,0% delle esportazioni di granoturco. La Russia, inoltre, soddisfa anche oltre un quinto delle importazioni globali di zucchero.

In generale, i mercati delle materie prime agricole registrano una alta concentrazione – i primi cinque paesi produttori coprono dal 52,7% del mercato mondiale per il frumento tenero e di segala al 92,3% per il grano duro – limitando la possibilità di forniture alternative.

La crisi dei prodotti agricoli vede esposti numerosi paesi a basso reddito in Africa, Medio Oriente e Asia centrale, con accentuazioni nel caso di scarsità della produzione interna. L’Egitto acquista poco meno dei due terzi (64,1%) del grano duro e un quinto (21%) del frumento di segala e frumento tenero esportato dalla Russia e dall’Ucraina, la Turchia il 16,2% del frumento segalato, l’Arabia Saudita oltre un terzo (34,2%) dell’orzo e di altri cereali. Per i paesi a basso reddito più dipendenti dalle forniture russe e ucraine è a rischio la sicurezza alimentare, con gravi ripercussioni sociali e una intensificazione dei flussi migratori.

L’import dell’Italia – L’Ucraina è il sesto paese fornitore dell’Italia sia per oli e grassi vegetali e animali (326 milioni di euro di import nel 2021) che per i cereali (211 milioni di euro). Complessivamente le importazioni di oli e cereali da Russia e Ucraina ammontano a 676 milioni di euro, pari all’8% degli acquisti dall’estero di queste commodities.

Le ripercussioni sui prezzi nella filiera – Le tensioni dei mercati internazionali delle commodities agricole si stanno ripercuotendo in un settore caratterizzato da una diffusa presenza di micro e piccole imprese, da cui dipende il 77,4% dell’occupazione, e da una elevata vocazione artigiana, con 70 mila imprese artigiane dell’alimentare, bevande e ristorazione, che danno lavoro a oltre 271 mila addetti. Il quadro dell’artigianato per regione e provincia nel Focus su Artigianato alimentare, 11a edizione: per scaricarlo accedi a ‘Consultare ricerche e studi’.

Lo shock d’offerta causato dalla guerra si sta riverberando sui prezzi lungo la filiera alimentare. Ad aprile i prezzi alla produzione del settore alimentare salgono del 14,5%. Nonostante la maggiore pressione dei costi dell’energia, come evidenziato da una nostra recente analisi, i prezzi alla produzione in Italia salgono come in Francia (+14,6%) e con una minore intensità rispetto alla Germania (+20,7%).

L’aumento dei prezzi alla produzione è più severo per le paste alimentari (+19,9%), mentre rimane più contenuto per la produzione di pane e pasticceria fresca (+7,0%). La minore disponibilità sul mercato mondiale conseguente alla guerra genera maggiori tensioni sui prezzi alla produzione nei settori della lavorazione delle granaglie e produzione di amidi (+43,1%) e  degli oli, margarina e grassi animali e vegetali (+22,9%).

Sul fronte dei prezzi al consumo, a maggio 2022 il tasso di inflazione sale al 6,9%, mentre i prezzi dei beni alimentari salgono del 7,1%, 4,5 punti in più rispetto a fine 2021, e quelli dei beni alimentari lavorati in salita del 6,8%, 4,8 punti in più del 2% registrato a dicembre 2021.

 

Prezzi dei cereali: livello e dinamica tendenziale

Gennaio 2000-maggio 2022. Indice in euro 2010=100 e variazione % tendenziale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca mondiale e Bce

 

Quota mercato di Russia Ucraina per alcuni prodotti agricoli

2020, % flussi commerciali totali – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ocse

 

Quota import da Russia e Ucraina sul totale delle importazioni per paesi a basso reddito per commodity

Frumento di segala e tenero, B Mais, C. Grano duro, D. Fertilizzanti – dati Ocse

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