30 Agosto 2022, h. 14:59

STUDI – Verso la XIX legislatura: alcuni trend dei prossimi cinque anni

Nel ventunesimo secolo è aumentata a dismisura l’incertezza. In un ventennio si sono susseguite undici gravi crisi: dalla crisi terroristica, alla grande recessione nata dalla finanza e diffusa all’economia reale, dalla crisi del debito sovrano alla prima fase della crisi russo-ucraina (2014), dalla pandemia globale alle strozzature lungo le filiere globali e dall’escalation dei prezzi delle commodities, dallo scoppio della crisi energetica all’ invasione dell’Ucraina, eventi peraltro attraversati da una progressiva crisi climatica e idrica e da un ritorno dell’inverno demografico. Siamo passati, si potrebbe dire, dal ‘secolo breve’ al ‘secolo dell’incertezza’. In Italia, negli ultimi quattordici anni (2008-2021) si sono registrati sei anni di recessione, mentre dei precedenti quarantasette anni (1961-2007) solo due furono caratterizzati da una caduta del PIL.

I cinque anni della prossima legislatura, la XIX, saranno caratterizzati da una elevata volatilità, affiancata da cambiamenti strutturali.

Tra il 2022 e il 2027 il PIL mondiale salirà del 18,1%, nell’Eurozona dell’8,8%, in Italia del 5,7%. Quest’anno il PIL della Cina, valutato in dollari, supera del 15,8% quello dell’Unione europea ma nel 2027 il divario raddoppierà, salendo al 32,6%. Nello stesso quinquennio la popolazione in età lavorativa in Italia – tra 20 e 64 anni – diminuirà di quasi un milione (957 mila) di unità, pari ad un calo del 2,7%, inducendo modifiche strutturali dell’offerta di lavoro, a fronte di un tasso di occupazione che è previsto costante tra il 2025 e il 2030. Nell’arco di cinque anni il calo demografico ridurrebbe di 28mila unità le iscrizioni di nuove imprese mentre, combinando il trend delle iscrizioni con quello demografico, tra il 2022 e il 2027 gli studenti degli istituti tecnici e professionali si riducono del 3,7%.

Tra il 2022 e il 2026 il fabbisogno occupazionale del settore privato è stimato in 3 milioni 290mila unità, con un tasso di fabbisogno del 3,2%, composizione del +3,0% relativo a 2 milioni 237mila unità dipendenti privati e del +3,7% relativo a 1 milione 52mila unità indipendenti.

 

In parallelo nel 2027 la spesa pensionistica si collocherà attorno al 16,4% del PIL, con cui pagare 19 milioni di prestazioni pensionistiche. L’invecchiamento della popolazione spinge una crescita della spesa sanitaria.

Il divieto nel 2035 di immatricolare di autovetture a combustibile fossile nell’Unione europea porterà in Italia, nell’ipotesi di un tasso di crescita del mercato dell’1% medio annuo, al 2027 una riduzione di 345 mila immatricolazioni di auto a benzina e gasolio rispetto al 2022 (-38,5%) a fronte di un aumento di 423 mila auto elettriche e ibride (+66,4%), con forti ricadute sulla produzione e l’occupazione nel settore automobilistico e in quello dell’autoriparazione. La crescente domanda di materie prime per la produzione di auto elettriche e di impianti di energia a fonti rinnovabili determinerà una scarsità di minerali critici e ‘terre rare’.

Tra le priorità del Green deal il risparmio energetico è indicato dal 46% degli italiani a fronte del 32% della media Ue; la riduzione dei consumi di energia, necessaria per combattere le conseguenze del climate change, e le conseguenze della prolungata guerra in Ucraina richiedono una minore dipendenza energetica dall’estero e una maggiore produzione da fonti di energia rinnovabili. Entro il 2027 dovranno essere attuate le azioni di medio termine previste da REPowerEU, il piano della Commissione europea per porre fine alla dipendenza energetica dalle importazioni russe. Entro il 2030 , secondo il pacchetto “Pronti per il 55%” (FIT for 55%), nell’Unione europea dovrà essere raggiunto il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990, nella prospettiva della neutralità climatica entro il 2050. Saranno necessari interventi per gestire le conseguenze cambiamento climatico, in particolare quelle che impattano sulle risorse idriche e sulla filiera agroalimentare.

Con la pandemia le MPI italiane hanno intensificato l’utilizzo delle tecnologie digitali. I prossimi anni saranno caratterizzati da una ulteriore accelerazione della transizione digitale: secondo i target per fine decennio posti dalla Commissione europea, tra il 2022 e il 2027 dovrà aumentare di 14 punti la quota delle imprese italiane che farà uso di servizi di cloud computing e di 42 punti percentuali quella relativa all’elaborazione di big data e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA).

 

Alcuni trend nella XIX legislatura (2022-2027)

+5,7% PIL Italia, +8,8% eurozona, +18,1% mondo
-2,7% popolazione in età di lavoro 20-64 anni
+3,0% fabbisogno occupati in quattro anni
-38,5% nuove autovetture a gasolio e benzina
+66,4% nuove autovetture ibride ed elettriche
+42 punti percentuali quota imprese utilizzano big data e intelligenza artificiale

 

Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Aci, Commissione europea, Fondo monetario internazionale, Istat,  Mef-Rgs, Miur e Unioncamere-Anpal

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