27 Aprile 2024, h. 07:31 Notizie

MEDIA – Spirito Artigiano e la sfida di rilanciare l’anima imprenditoriale delle città

Il ritorno degli artigiani nelle città è il tema al centro del nuovo numero di Spirito Artigiano. Nella copertina, la Fondazione Germozzi traccia la storia urbana del Secondo Novecento caratterizzata dalla progressiva espulsione delle fabbriche e delle attività manifatturiere dai centri urbani e la separazione tra luoghi di vita e luoghi di produzione. Oggi, però, si comincia a pensare ad una possibile ricomposizione di questa frattura e ad una nuova relazione, con reciproci vantaggi, tra manifattura ‘leggera’ e città.

Gli esperimenti in questa direzione non mancano e ne parla Cristina Tajani, dal 2011 al 2021 assessore alle attività produttive e al lavoro del Comune di Milano, città che a partire dal 2017 si è mossa con il Programma “Manifattura Milano” sulla scorta di un ritorno di attenzione al lavoro artigiano e al rilancio della vocazione manifatturiera urbana. Che – sottolinea Cristina Tajani – “ha implicazioni rilevanti non solo in termini economici, ma anche sociali. Prima di tutto contribuisce a dare qualità inclusiva allo sviluppo. Il ritorno (e il rilancio) di attività manifatturiere consente di offrire opportunità di crescita professionale a un’ampia platea di profili che rientra in quella che a lungo abbiamo chiamato classe media. Milano, per esempio, ha offerto possibilità di lavoro non solo a startupper e finanzieri, ma anche a tecnici qualificati, artigiani di nuova generazione capaci di sfruttare Arduino per ripensare le proprie attività, diplomati Its che lavorano fianco a fianco con ingegneri e designer per inventare i prodotti del futuro. In altre parole, la manifattura avanzata è generatrice di quelli che gli anglosassoni definirebbero good jobs”.

Milano apripista della rinascita manifatturiera delle città è l’argomento approfondito da Vincenzo Giannico, direttore esecutivo di RealStep SICAF, il quale indica il modello applicato al rilancio di quartieri del capoluogo lombardo che mette al centro la persona e il suo benessere e unisce rigenerazione, innovazione, artigianalità e cultura, creando luoghi di lavoro accessibili in cui professioni e mestieri si incontrano, anche dedicando una porzione degli spazi in ristrutturazione agli artigiani con canoni calmierati e condizioni agevolate.

Restituire a Milano la sua anima imprenditoriale è la prospettiva indicata nel Manifesto “Milano città senza botteghe? Gli artigiani e le PMI per il futuro di Milano a misura d’uomo e di impresa”, presentato al Forum dell’Economia Urbana del Comune di Milano, tenutosi dal 15 al 17 febbraio 2024, da APA Confartigianato Imprese, in collaborazione con A.P.I. Associazione Piccole Industrie e ACAI Casartigiani. “Insieme” è la parola chiave che ha guidato i promotori del Manifesto, convinti che solo attraverso la collaborazione tra istituzioni, associazioni di categoria e imprese si possa contrastare la desertificazione dei centri urbani e salvaguardare il tessuto economico e sociale delle città.

Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, analizza le diverse caratteristiche della qualità delle città italiane per evidenziare che “la crescita dell’attività nelle città richiede infrastrutture adeguate e interventi per garantire la sostenibilità in termini ambientali, sociali ed economici. Servono investimenti per favorire la crescita della produttività, la quale ristagna proprio nei servizi, maggiormente presenti nelle grandi città. Serve uno sviluppo armonico del mercato immobiliare che eviti gli squilibri tra domanda ed offerta, oltre a servizi sanitari e di pubblica utilità in grado di servire una ampia popolazione e favorire l’attività di imprese e lavoratori”.

La testimonianza degli artigiani che animano e ‘curano’ le città è raccontata nella storia di Costantino Sparacio, maestro ebanista, restauratore e grande appassionato “di quella fantastica materia viva che è il legno” che ha riportato all’antico splendore il Teatro Massimo di Palermo, il più grande teatro lirico italiano e il terzo d’Europa, uno dei simboli di Palermo e della sua gloriosa storia.

Per un ritorno degli artigiani nelle città si schiera senza esitazioni Gabriele Tagliaventi, architetto, urbanista, docente dell’Università degli Studi di Ferrara. Intervistato da Federico Di Bisceglie, si dice convinto dell'”apporto formidabile degli artigiani al patrimonio urbano. Senza di loro, le città muoiono. Non solo. Senza artigiani, si mette in discussione l’identità stessa della città”.


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