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Restauro, settore strategico: al Ministero della Cultura presentata la ricerca Confartigianato-LIUC

Si è svolto il 17 ottobre, presso la Sala Emeroteca del Ministero della Cultura, il convegno di presentazione della ricerca “Il Restauro dei Beni Culturali oggi: evoluzione del mercato, struttura delle imprese e scenari evolutivi”, promossa da Confartigianato Imprese in collaborazione con la LIUC – Università Cattaneo.

All’incontro sono intervenuti Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati, Luigi La Rocca, Capo Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale del Ministero della Cultura, Paolo Gasparoli, Presidente di Confartigianato Imprese Restauro, e Andrea Venegoni, Associate Dean Research & Applications for Business della LIUC Business School.

La ricerca che Confartigianato Restauro ha affidato alla LIUC – Business School, frutto di un lavoro di analisi e mappatura condotto su scala nazionale, mette in luce come il settore del restauro rappresenti una componente strategica dell’ecosistema culturale italiano, intrecciando saperi artigianali, competenze tecniche e innovazione. In Italia sono censiti quasi 3 milioni di beni vincolati, ma il potenziale reale del mercato, includendo il patrimonio non ancora sottoposto a tutela, potrebbe superare i 600 miliardi di euro.

Dallo studio emerge un comparto caratterizzato da microimprese altamente qualificate, ma che soffre una cronica carenza di ricambio generazionale e di sostegno strutturale. Dopo anni di stagnazione, il mercato del restauro ha superato la soglia di 1 miliardo di euro annuo nel biennio 2023–2024, spinto dagli investimenti pubblici legati al PNRR e dal crescente ruolo della committenza privata.

Nel suo intervento, Paolo Gasparoli, Presidente di Confartigianato Imprese Restauro, ha evidenziato: “Abbiamo attivato questa ricerca con LIUC che si è dimostrata più complessa di quanto si pensasse per carenza di dati certi sia sulle dimensioni del patrimonio che sulle risorse messe in campo per la sua conservazione. Ne è uscito un quadro articolato e che potrebbe richiedere ancora qualche messa a punto. In evidenza un comparto degli operatori del restauro in sofferenza, caratterizzato prevalentemente da microimprese, che richiede sostegno e supporti da parte degli Enti regolatori a causa dell’invecchiamento degli addetti e del difficile ricambio generazionale. Un settore però, altamente qualificato in grado di reggere, e garantire dal punto di vista tecnico, le sfide della conservazione del  patrimonio culturale del Paese”.

La ricerca propone una strategia di lungo periodo per il rafforzamento del comparto: promuovere la manutenzione programmata come modello di tutela sostenibile, incentivare la crescita dimensionale e organizzativa delle imprese, ampliare l’offerta di formazione tecnica e artigianale e favorire l’integrazione di innovazione digitale e sostenibilità ambientale nei processi di restauro.

L’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ha ringraziato Confartigianato per la ricerca che ha definito “di grande valore e che contribuisce a illuminare un settore strategico come quello del restauro, fondamentale per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. La cultura e la conservazione – ha sottolineato –  non possono prescindere dall’innovazione: la digitalizzazione, le tecnologie per la diagnostica e il rilievo, i nuovi strumenti di gestione e fruizione del patrimonio sono leve indispensabili per rendere più efficaci le politiche pubbliche e più competitivo l’intero sistema. Questa ricerca offre una base conoscitiva solida per orientare le scelte del legislatore e rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e mondo della formazione, con l’obiettivo di costruire una filiera della cultura moderna, sostenibile e aperta al futuro”.

Da parte sua, Luigi La Rocca, Capo Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale del  Ministero della Cultura ha fatto rilevare: “La filosofia della conservazione si fonda su partecipazione e corresponsabilità. Tutto ciò che riguarda la tutela e il restauro, dalla programmazione alla progettazione fino all’esecuzione dei lavori, coinvolge pienamente le competenze del Ministero della Cultura, a livello centrale e territoriale. Il nostro patrimonio è diffusissimo e identitario: per questo serve una conservazione programmata, un dialogo più stretto con il settore privato e un impegno continuo su formazione, innovazione e ricerca. Solo così potremo garantire qualità e futuro a un comparto strategico per il Paese.
La ricerca che viene presentata oggi offre uno scenario molto utile, con luci e ombre, ma anche con importanti elementi di crescita per un comparto che, come vedremo, è in espansione e che merita attenzione strategica”.

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