STUDI - Le pericolose interazioni tra crisi energetica, siccità e gli effetti della guerra. L’analisi del  20° report Confartigianato

È iniziata l'estate del 2022, una stagione che si preannuncia calda sia per il clima che per l'economia italiana. Sta cambiando la politica monetaria, diventando più restrittiva. Riemerge il vincolo del debito pubblico, il quale richiederà politiche fiscali 'prudenti', secondo le raccomandazioni ricevute dalla Commissione europea. Si fa alto il rischio di avere armi spuntate per affrontare una guerra dei prezzi che sta generando ricadute pesanti su famiglie e imprese, come emerso nel 20° report di Confartigianato ‘La calda estate dei prezzi’ presentato stamane durante un webinar introdotto dal Segretario Generale Vincenzo Mamoli.  Qui per un abstract e il download del 20° report.

Ad aprile 2022 i prezzi all'importazione di petrolio e gas risultano più che raddoppiati (+109,7%), portando il valore cumulato degli ultimi dodici mesi delle importazioni di energia a 85.161 milioni di euro, il 164,5% in più rispetto ad un anno prima. La bolletta energetica balza a 65.876 milioni di euro, pari al 3,5% del PIL, con un peggioramento di 42.460 milioni in dodici mesi, equivalente a 2,2 punti di PIL in più, la crescita più rapida di sempre.

Il mix di generazione elettrica sbilanciato sul gas rende strategico per l’Italia un tetto al prezzo di questa commodities, una decisione rinviata ad ottobre dopo la discussione nel Consiglio europeo concluso venerdì scorso. Come sottolineato da una nostra recente analisi l’Italia produce il 50,4% dell’energia elettrica con il gas, a fronte del 14,4% della Germania e il 6% della Francia. Le conseguenze sui prezzi dell'elettricità sono evidenti: secondo Eurostat a maggio 2022 il prezzo al consumo dell’energia elettrica in Italia sale del 73,4% su base annua, in Germania del 21,5% mentre in Francia si ferma al 6,5%. Sul fronte delle imprese, nell'ultima analisi trimestrale del sistema energetico italiano di Enea si stima che nel secondo trimestre 2022 il prezzo è ben più che raddoppiato rispetto a dodici mesi prima.

Anche sul fronte dei costi del trasporto si registrano tensioni: al 24 giugno il prezzo per il gasolio self service elaborato da QE sui dati dell'Osservaprezzi del Mise sale del 37,7% rispetto ad un anno prima.

In parallelo si registrano gli effetti della guerra su filiera agroalimentare: mentre Russia e Ucraina concentrano il 28,5% del mercato delle commodities agricole, a maggio 2022 le quotazioni in euro delle materie prime alimentari salgono del 43,1%.

Le condizioni di siccità amplificano gli effetti della crisi energetica ed agricola. Mentre la sostituzione delle commodities energetiche provenienti dalla Russia richiede di massimizzare l'uso di energia da fonti rinnovabili, la produzione idroelettrica nei primi cinque mesi del 2022 crolla del 39,7%. Il nostro Paese è fortemente esposto ad una crisi idrica: l'Italia, con 9,2 miliardi di metri cubi, è al primo posto in Ue 27 per acqua dolce prelevata per uso potabile.

Nonostante le condizioni critiche del ciclo economico di inizio estate si registrano segnali di resilienza delle imprese: i dati pubblicati venerdì scorso dall'Istat evidenziano a giugno 2022 una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori mentre l’indice delle imprese sale del 2,3% rispetto maggio, riportandosi al di sopra del livello precedente allo scoppio della guerra in Ucraina, un miglioramento trainato dai servizi e dalle costruzioni mentre per le imprese manifatturiere, più esposte alle strozzature delle filiere globali e alla crisi energetica, la fiducia scende.

 

 
 

La trasmissione degli shock dei prezzi sulla filiera: gli aumenti su base annua
Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca mondiale, Bce, Istat, Commissione europea, Enea e QE

 

 
Bolletta energetica
Gennaio 1992-aprile 2022, import-export energia, cumulato 12 mesi in % del PIL - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
 

Clima fiducia delle imprese
Gennaio 2021-giugno 2022, indice destagionalizzati base 2010 = 100 - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

 


STUDI - Nel 2022 +26,6% produzione di biciclette, segnale di tenuta del made in Italy in un contesto di forte turbolenza

La crisi energetica amplificata dalla guerra in Ucraina sta premendo sui prezzi dei carburanti e sui costi dei servizi di trasporto. Con la transizione green si stanno modificano i modelli di mobilità, favorendo l’uso di mezzi più sostenibili. L’intreccio tra le tendenze congiunturali e i cambiamenti strutturali di più lungo periodo stanno incentivando l’uso della bicicletta, con ricadute sull’offerta dell’intera filiera della bici, in cui operano, secondo l’ultimo Rapporto Artibici di Confartigianato, 3.323 imprese con 7.384 addetti, di cui il 61% sono imprese artigiane.

La bicicletta è uno dei comparti del made in Italy che nei primi quattro mesi del 2022 sta registrando la maggiore crescita di produzione, segnando un +26,6% rispetto allo stesso periodo del 2021, decisamente superiore rispetto al +1,1% medio della manifattura; si tratta di uno dei segnali della tenuta delle filiere del made in Italy, un fenomeno già messo in luce da nostre recenti analisi, in un contesto di forte incertezza, in cui le imprese stanno subendo la ricaduta simultanea di aumento dei prezzi e scarsità delle materie prime, del boom dei costi dell’energia e dei trasporti marittimi e la crescente difficoltà di reperimento del personale.

Grazie a questo favorevole andamento, la produzione di biciclette in Italia - che aveva registrato un calo prolungato di attività prevalentemente causato da delocalizzazioni produttive – recupera i livelli che aveva dieci anni prima, nell’aprile del 2012.

Nel confronto internazionale la produzione di biciclette in Italia nell’ultimo anno segna un ritmo di crescita doppio del +13% della Germania, mentre in Francia segna un calo del 5,9%.

L’analisi della performance di più lungo periodo sottolinea un ampio recupero dei livelli pre-pandemia: negli ultimi dodici mesi ad aprile 2022 la produzione di biciclette è del 32,7% superiore a quella del 2019, anno pre-Covid-19. Nello stesso periodo la produzione non ha ancora recuperato in Germania, dove rimane inferiore del 3,2% ai livelli del 2019, e in Francia, dove segna un ampio ritardo del 19,8%.

 

I trend congiunturali nel webinar del 27 giugno - Le analisi settoriali della manifattura italiana saranno esaminate lunedì prossimo, 27 giugno 2022 alle ore 12, nel corso del webinar di presentazione dell’Ufficio Studi del 20° report ‘La calda estate dei prezzi’, con l’introduzione di Vincenzo Mamoli, Segretario Generale e le conclusioni di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche.

Iscriviti al webinar

 

 

 
Trend produzione nel 2022: biciclette a confronto con i settori manifatturieri
Gennaio-aprile 2022, var. % tendenziale, dati grezzi - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 
Produzione nel 2022 rispetto 2019, pre-pandemia: biciclette a confronto con i settori manifatturieri
Gennaio-aprile 2022, var. % cumulato ultimi dodici mesi rispetto anno 2019, dati grezzi - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 
Produzione di biciclette in Italia, recupero dei livelli di 10 anni prima
Gennaio 2010-aprile 2022, cumulato ultimi 12 mesi, dati grezzi - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


BONUS EDILIZIA - Le proposte di Confartigianato per sbloccare i crediti

Confartigianato continua a battersi per liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e per scongiurare il fallimento di migliaia di imprese.

Confartigianato considera indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa attraverso:

Un intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A.
Una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato.

Inoltre, per rimettere in moto il mercato della cessione del credito e far ripartire i cantieri, Confartigianato ritiene necessarie le seguenti azioni:
 Ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali;

Consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infatti, molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata;
Riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022. Sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio. In alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis”;
Semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione, in modo da garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito.
Rendere interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione.


STUDI – Economia circolare ad alta vocazione di MPI con 44,6 miliardi di euro di fatturato e 73% occupazione

La strategia del Green Deal europeo prevede una economia climaticamente neutra ed efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva. In questa prospettiva Confartigianato ha colto la sfida della sostenibilità, che coniuga tutela dell’ambiente e crescita delle imprese: nell’Assemblea dello scorso 14 giugno è stato presentato il nuovo logo ‘Confartigianato Imprese Sostenibili’, spin off del marchio confederale che caratterizza l’impegno al fianco degli imprenditori per accompagnarli nella transizione green.

Nell’ambito della transizione green, l’economia circolare può dare un apporto rilevante all’abbattimento delle emissioni, e quindi assumono una specifica rilevanza le attività per la riduzione dei rifiuti, costitutive dell’economia circolare, e articolate sul riciclo, riuso e riparabilità dei beni.

Come ha indicato il piano d'azione per l'economia circolare della Commissione europea presentato nel 2020, la transizione green richiede l'adozione di "modello di crescita rigenerativo che restituisca al pianeta più di quanto prenda" che consenta di "raddoppiare la percentuale di utilizzo dei materiali circolari nel prossimo decennio". Le azioni per intensificare la circolarità prevedono il minore utilizzo delle risorse, l'allungamento del tempo di utilizzo, l'uso di energie e materiali rinnovabili e il riutilizzo delle risorse. Il piano europeo indica 35 interventi, oltre a delineare le principali catene di produzione interessate dalla sfida della sostenibilità: apparecchiature elettriche ed elettroniche, batterie e veicoli, imballaggi, plastica, prodotti tessili, costruzioni, prodotti alimentari e acque. Va ricordato che il PNRR prevede la definizione della Strategia nazionale per l’economia circolare, di prossima uscita.

Tra gli indicatori che Eurostat dedica all’economia circolare si evidenzia il buon posizionamento dell’Italia nel contesto europeo per tasso di circolarità. Nel 2020 il rapporto tra le materie prime secondarie e il consumo di materia è del 21,6%, non lontano dal 22,2% della Francia e ampiamente superiore al 12,8% della media UE, al 13,4% della Germania e all’11,2% della Spagna. Il tasso di circolarità è salito di 4,4 punti in cinque anni, a fronte dell'aumento di 1,5 punti rilevato nell'Unione europea. Nell’arco di un decennio è pressoché raddoppiato, salendo di 10,1 punti rispetto all’11,5% del 2010, mentre nell’Unione europea l’aumento si limita a 2 punti percentuali.

Una rilevazione di Eurobarometro condotta a fine 2021 esamina l'impiego sostenibile delle risorse da parte delle piccole e medie imprese. In particolare, per garantire una maggiore efficienza nella gestione delle risorse l'85% delle piccole e media imprese italiane adotta misure per minimizzare gli sprechi, ben 21 punti in più della media UE. L’Italia, a pari merito con la Svezia, è il primo paese per vocazione delle PMI alla riduzione degli sprechi, davanti a Spagna e Slovacchia (entrambe con l’82%).

L’offerta di beni e servizi dell’economia circolare ha una specifica rilevanza nell’economia italiana. Nella perimetrazione proposta da Eurostat, nei 24 settori dell’economia circolare in Italia operano 144.068 imprese che in 156.561 unità locali danno lavoro a 552.213 addetti che realizzano un fatturato di 65.919 milioni di euro. Con 396.176 addetti le 142.808 micro e piccole imprese rappresentano il 73,4% dell’occupazione e realizzano oltre due terzi (67,6%) del fatturato, pari a 44.562 milioni di euro.

L’economia circolare rappresenta un cluster del sistema imprenditoriale ad alta vocazione artigiana, con il 71,4% delle imprese e il 47,6% dell’occupazione.

L’analisi per settore evidenzia che nei primi 8 comparti si addensa l’84,7% dell’occupazione dell’economia circolare: nel dettaglio si osserva la maggiore presenza di occupati della manutenzione e riparazione di autoveicoli (222 mila e 100 addetti, pari al 40,2%), riparazione e manutenzione di macchinari (57 mila addetti, pari all’11,7%), raccolta di rifiuti non pericolosi (23 mila e 500 pari al 17,1%), recupero e cernita di materiali (22 mila e 800 addetti pari al 5,3%), commercio, manutenzione e riparazione di motocicli (16 mila e 300 addetti pari al 3,0%) e riparazione e manutenzione di prodotti in metallo (13 mila e 300 addetti, pari al 2,7%), commercio all'ingrosso di rottami e cascami (12 mila e 700 addetti, pari al 2,5%).

L’analisi territoriale - In chiave regionale l’economia circolare di maggiore dimensione è quella della Lombardia con 95.853 addetti nelle imprese di riciclo, riparazione e riuso, seguita dal Lazio con 51.394 addetti, Veneto con 50.065 addetti, Emilia-Romagna con 47.464 addetti, Campania con 43.993 addetti, Piemonte con 43.312 addetti e Toscana con 40.801 addetti.

L’economia circolare ha un peso più elevato sull’economia del territorio in Sicilia dove gli occupati dei settori di riciclo, riparazione e riuso sono il 4,6% del totale degli addetti delle imprese della regione; seguono, con valori superiori alla media, Calabria e Sardegna con 4,1%, Umbria, Puglia e Basilicata con 3,9%, Campania con 3,8%, Liguria con 3,6%, Friuli-Venezia Giulia con 3,5%, Molise e Toscana con 3,4% e Abruzzo con 3,3%.

In chiave provinciale l’economia circolare più estesa si osserva a Roma con 37.961 addetti, seguita da Milano con 29.421 addetti, Torino con 23.164 addetti, Napoli con 21.804 addetti, Brescia con 15.451 addetti, Bari con 12.137 addetti, Bergamo con 11.451 addetti e Salerno con 10.876 addetti.

Il maggiore peso della circular economy sull’economia locale la riscontriamo a Siracusa con 6,1% del totale degli addetti delle imprese della provincia, seguita da Caltanissetta con 5,6%, Terni con 5,5%, Crotone con 5,3%, Sud Sardegna con 5,0%, Trapani, Enna, Messina, Salerno con 4,7%, Ragusa e Livorno con 4,6%, Agrigento, Catania, Catanzaro e Massa-Carrara con 4,5%, Grosseto, Lucca, La Spezia, Benevento e Brindisi con 4,4%.

I dati su unità locali delle imprese e occupati nei 24 settori dell’economia circolare per regione e provincia nell’Appendice statistica ‘Imprese dell’economia circolare’. Per scaricarla accedi a 'Consultare ricerche e studi'.

L’analisi dell’Ufficio Studi nell’articolo ‘Economia circolare, Italia prima in Ue per imprese che minimizzano gli sprechi’ in QE-Quotidiano Energia

 
 

Evoluzione del tasso di circolarità nei maggiori paesi UE nell’arco di un decennio
2010-2020 – rifiuti riciclati in % del consumo materiale interno - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

PMI e azioni per garantire maggiore efficienza delle risorse in Italia e Ue
Novembre-dicembre 2021, % PMI - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

Economia circolare: i settori
Anno 2019, migliaia, addetti delle unità locali nei 24 settori economia circolare - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Occupazione dell’economia circolare per regione
Anno 2019, addetti nei 24 settori economia circolare e % sul totale addetti imprese della regione - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat