AUTOTRASPORTO - Confartigianato Trasporti: le PMI protagoniste nel rinnovo flotte, ma senza fondi ad hoc la transizione resterà una chimera

 

Con la pubblicazione sul sito di RAM della graduatoria delle domande di incentivo per gli investimenti effettuati nel 2024 dalle imprese di autotrasporto emerge con chiarezza quanto Confartigianato evidenzia da tempo a tutti i tavoli governativi ed in ogni occasione pubblica: artigiani e pmi vogliono investire e decarbonizzare rinnovando il parco veicolare, riducendo le emissioni inquinanti e assicurando sicurezza stradale e sociale.

I dati resi noti dal MIT sull’ultimo ‘click day’ del 16 dicembre del fondo investimenti 2024 fanno registrare l’esaurimento dei 25 milioni di euro disponibili per l’acquisto di veicoli commerciali =>3,5 ton, sia diesel, con rottamazione, che ad alimentazione alternativa (C-LNG), senza rottamazione, oltre che di rimorchi e semirimorchi, nel giro di pochi secondi.

Nello specifico va sottolineato il successo della misura introdotta nel decreto ministeriale con l’appostamento sperimentale di una quota di 5 milioni di euro (sul totale di 25 milioni) dedicati all’acquisto di veicoli di ultima generazione euro 6 con contestuale rottamazione di veicoli ante euro 4. Allo stesso tempo, non si può non notare che l’insufficienza del fondo (andato esaurito in appena 4 secondi dall’avvio del click day) ha di fatto estromesso moltissime imprese dagli incentivi.

Tale misura, fortemente sostenuta da Confartigianato Trasporti e tutte le associazioni di UNATRAS, ha dimostrato ancora una volta (nel caso ce ne fosse bisogno) che “il cavallo beve e beve anche tanto, purtroppo è l’acqua che manca”.

A fronte di oltre un migliaio di richieste di incentivi pervenute, solamente il 20% risultano ammesse a contributo, dunque appare evidente che lo strumento del bando investimenti MIT (così come è congegnato) è da ripensare ed efficientare, perché anche se risulta molto richiesto dagli operatori, la maggior parte di essi non riesce ad accedervi, col rischio che diventi poco attrattivo nel prossimo futuro.

“È necessario che il Governo aumenti la dotazione finanziaria complessiva per gli investimenti nel rinnovo mezzi – afferma il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani – prevedendo fondi ad hoc per almeno 100 milioni di euro all’anno, se si vuole davvero accompagnare le imprese altrimenti la completa transizione ecologica del settore rischia di rimanere una chimera. Come sostenuto nel corso della nostra ultima Assemblea nazionale alla presenza del Vicepremier e Ministro dei Trasporti Salvini – continua Genedani – il comparto Autotrasporto, costituito per la quasi totalità da artigiani e PMI, vuole traguardare la transizione, sta investendo per decarbonizzare, ma da solo non potrà farcela di fronte alle enormi sfide imposte da target regolamentari impossibili da raggiungere senza un piano di incentivi pubblici consistente e strutturale”.


STUDI – Bilancio 2024 in rosso per produzione moda (-10,5%) e meccanica (-6%). Il punto sulla crisi nel report di Confartigianato

Nell’ultimo scorcio del 2024 si accentua la fase congiunturale negativa nei settori della moda e della meccanica, mentre ad inizio 2025 le attese sugli ordini, pur rimanendo in negativo, registrano diffusi segnali di miglioramento, ma sono in forte calo le previsioni di assunzione, mentre è in corso un processo di selezione del tessuto imprenditoriale.

L’analisi delle tendenze dei due settori chiave del made in Italy ad alta vocazione artigiana è contenuta nella Nota ‘La crisi di Meccanica e Moda, a che punto siamo?’ pubblicata oggi a cura dell’Ufficio Studi in collaborazione con il Sistema Imprese di Confartigianato. Qui per scaricarla

La difficile congiuntura della manifattura è più marcata in due settori chiave del made in Italy, la moda e meccanica, maggiormente interessati dalla caduta della produzione nella manifattura. Il trend congiunturale a dicembre 2024 indica un peggioramento diffuso, con cali della produzione del 6,4% rispetto a novembre nella moda, del 5,6% nella metallurgia e metalli, del 4,6% nei mezzi di trasporto e del 2,5% nei macchinari.

Nel bilancio del 2024 la produzione manifatturiera scende del 3,7% rispetto il 2023, con i cali più ampi per mezzi trasporto con -11,3%, moda con -10,5%, macchinari e impianti con -4,8% e metallurgia e metalli con -4,6%. Nella media dei tre comparti di riferimento, la meccanica perde il 6,0% della produzione.

Nel dettaglio, nella moda il calo di produzione è più marcato per pelle (-17,0%), con una accentuazione per le calzature (-18,5%), a fronte di flessioni del 6,9% per il tessile e del 7,5% dell’abbigliamento. Nella meccanica pesa il calo del 29,1% della produzione di autoveicoli. La recessione nell’automotive colpisce un esteso indotto, dominato dai settori della meccanica: i prodotti in metallo determinano il 9,3% del valore aggiunto della filiera dei mezzi di trasporto su gomma, i macchinari il 6,9% e la metallurgia il 4,2%.

La selezione delle imprese – Sul fronte della demografia di impresa, nella fase post-pandemia si assiste ad un ritorno alla crescita delle cessazioni di impresa a fronte di un maggiore stabilità delle iscrizioni, che tra il 2021 e il 2024 porta ad una riduzione del 3,1% dello stock di imprese. Il fenomeno di selezione è più marcato nei settori della moda e meccanica: nel triennio in esame nei settori di moda e meccanica lo stock di imprese cala dell’8,8%, con una perdita di 21mila imprese, di cui oltre 10mila (pari al 50,5%) sono imprese artigiane. Nel triennio i due settori hanno perso 19 imprese al giorno, di cui 10 imprese artigiane.

I fattori critici - Nella difficile fase congiunturale della manifattura e nella più marcata crisi della moda e meccanica incidono numerosi fattori, tra cui dominano le tensioni geopolitiche che indeboliscono la ripresa del commercio internazionale, sui cui potrebbe agire da ulteriore freno una guerra commerciale innescata dai dazi USA. La spinta dei prezzi ha deteriorato il potere di acquisto delle famiglie e compresso la domanda di beni di consumo e di investimento, tra cui le autovetture, mentre la successiva stretta monetaria ha portato in territorio negativo il trend della domanda di investimenti in macchinari e impianti. La recessione in Germania e il basso profilo di crescita della Cina pesano sulla domanda di prodotti del made in Italy. Sulla filiera della meccanica pesano le incertezze del mercato dell’automotive nella difficile transizione alla mobilità elettrica. Le prospettive di una politica fiscale prudente, che deve mantenere entro il limite dell’1,5% la crescita annua della spesa pubblica primaria netta come richiesto dalla riforma del Patto di stabilità e crescita, riduce gli spazi per le politiche industriali anticicliche. Gli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, da cui arriva un importante sostegno alla crescita dell’economia italiana, hanno un impatto più contenuto sulla manifattura.

 
Dinamica della produzione 2024 per macro settore
2024, var. % annua – in viola settori meccanica in arancio moda, media ponderata per totale meccanica - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Dinamica della produzione 1991-2024 per meccanica e moda
2024, var. % annua, meccanica media ponderata Ateco 2007 CH, CK e CL, Moda CB - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 


AUTORIPARAZIONE - Allarme di Confartigianato al Ministero dell'Ambiente: "Gestione e raccolta degli pneumatici fuori uso in grave emergenza"

"Permane una situazione generalizzata di inefficienza e discontinuità del servizio di raccolta degli pneumatici fuori uso (PFU), con tempi di attesa prolungati e quantitativi ritirati insufficienti. Gli autoriparatori-gommisti operano in una condizione di emergenza costante, con il rischio incombente del blocco ritiro PFU, in particolare nei periodi di cambio gomme stagionale". È l'allarme lanciato da Massimo Ruffa, Presidente di Confartigianato Autoriparazione, in una lettera indirizzata all'Ing. Luca Proietti, Direttore Generale Economia Circolare e Bonifiche del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Secondo Confartigianato, il problema delle giacenze di PFU ha raggiunto livelli critici, con oltre 450 tonnellate di pneumatici fuori uso inevasi presso le officine. "Questa situazione comporta non solo difficoltà operative ed economiche per le imprese, esponendole al rischio di sanzioni amministrative, ma ha anche gravi ripercussioni ambientali e sanitarie".

L'organizzazione sottolinea che il target aggiuntivo di raccolta attivato nel 2024 non ha permesso di smaltire i quantitativi pregressi, aggravando il problema su scala nazionale. "I nostri associati continuano a segnalare livelli di guardia insostenibili, con una situazione che richiede interventi strutturali e misure legislative adeguate per rendere efficiente il sistema di gestione e raccolta degli pneumatici esausti, garantendone trasparenza, tracciabilità e legalità".

Per affrontare l'emergenza, Confartigianato Autoriparazione propone di potenziare il Registro Nazionale Produttori e Importatori Pneumatici istituito dal Ministero, introducendo una funzionalità dedicata agli autoriparatori per la gestione delle richieste di ritiro PFU e il loro smistamento automatico ai Consorzi obbligatori. "La gestione centralizzata attraverso il Registro consentirebbe un controllo più efficace e trasparente, assicurando una regolamentazione chiara a beneficio dell'intera filiera". Inoltre, l'organizzazione suggerisce l'introduzione di un nuovo Extra Target di raccolta per alleviare le difficoltà operative delle imprese e ridurre l'accumulo di PFU nelle officine.

Parallelamente, Confartigianato rinnova proposte già formulate in precedenza, ribadendo la necessità di vincolare il meccanismo di raccolta alla regolarità degli operatori, evitando che i Consorzi effettuino ritiri presso soggetti non qualificati, al fine di contrastare l’abusivismo e la concorrenza sleale. Sottolinea inoltre l’importanza di intensificare i controlli sui flussi di pneumatici, con particolare attenzione al commercio online, per intercettare attività illecite e contrastare l’evasione fiscale. Infine, sollecita una revisione dei criteri di assegnazione dei quantitativi di PFU, affinché rispondano in modo più adeguato alle esigenze territoriali, superando accorpamenti poco funzionali dal punto di vista operativo. Confartigianato ritiene necessario garantire che il meccanismo di raccolta sia vincolato alla regolarità degli operatori, evitando che i Consorzi effettuino ritiri presso soggetti non qualificati, contrastando così l’abusivismo e la concorrenza sleale. Ritiene inoltre fondamentale intensificare i controlli sui flussi di pneumatici, con particolare attenzione al commercio online, per individuare flussi illeciti e contrastare l’evasione fiscale. Infine, sollecita una revisione dei criteri di assegnazione dei quantitativi di PFU, affinché rispondano meglio alle esigenze territoriali, evitando accorpamenti che risultano poco funzionali dal punto di vista operativo.

Confartigianato Autoriparazione auspica un intervento tempestivo del Ministero, coinvolgendo la categoria per definire soluzioni efficaci e sostenibili nell'interesse degli autoriparatori-gommisti, dell'intera filiera, della collettività e dell’ambiente.


LA SPEZIA - Confartigianato La Spezia propone un piano di sviluppo sostenibile per l'area dell'ex centrale Enel

Confartigianato La Spezia, in collaborazione con gli architetti Cristiano Ruggia e Andrea Schiffini, ha presentato un'idea progettuale per lo sviluppo produttivo sostenibile dell’area dell'ex centrale Enel. Si tratta di una delle ultime porzioni rilevanti di territorio cittadino con potenzialità per l’insediamento di attività imprenditoriali. L’iniziativa, illustrata nella sede di via Fontevivo, ha visto l’intervento del Presidente di Confartigianato La Spezia Paolo Figoli, insieme agli architetti Ruggia e Schiffini, affiancati dall’architetto Olta Asimetaj. Presente anche il direttore Giuseppe Menchelli affiancato dal responsabile dell'area Sindacale e Categorie Nicola Carozza.
L’idea strategica prevede l’integrazione tra bonifica ambientale e sviluppo economico attraverso l'insediamento di settori produttivi sostenibili, con particolare attenzione alle imprese legate all'economia del mare, settore con un elevato potenziale di crescita. L’obiettivo è creare nuove opportunità di sviluppo, ampliando le aree a terra e gli spazi coperti per le attività legate alla nautica e alla filiera produttiva connessa. Il progetto punta a rendere l’area un punto di riferimento per lo sviluppo cittadino nei prossimi decenni, analogamente a quanto avvenuto con l’Arsenale marittimo militare, che ha rappresentato un volano economico per il territorio per oltre un secolo.

La proposta prevede la realizzazione di una darsena interna scavata nell’area dell’ex centrale Enel, collegata al mare da un canale navigabile di circa un chilometro, che avrebbe anche una funzione di scolmatore delle acque per migliorare la sicurezza idraulica della zona industriale e retroportuale. L’ampliamento della darsena di Pagliari consentirebbe l’insediamento di nuovi capannoni per la grande nautica e altre imprese della filiera del mare. Il progetto prevede inoltre il potenziamento della viabilità con la creazione di un anello attorno al canale.

Dal punto di vista urbanistico, il piano richiederebbe una revisione della variante al piano urbanistico comunale approvata nel giugno 2022. Il progetto ipotizza una darsena rettangolare di 328x160 metri, 100.000 metri quadrati di capannoni coperti, 2,5 chilometri di nuova viabilità e un canale navigabile lungo 931 metri, con una larghezza variabile tra 20 e 37 metri e una profondità di 4 metri. Complessivamente, l’area coinvolta è di circa 100 ettari, con un significativo miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica.

Confartigianato La Spezia sottolinea che la proposta, se realizzata, potrebbe generare un nuovo impulso economico per il territorio, consolidando il ruolo della città nel settore della blue economy. La posizione strategica dell’area, in prossimità del porto e dell’autostrada, e la sua vocazione industriale e artigianale, la rendono ideale per lo sviluppo di attività produttive ad alto valore aggiunto.

Affinché l’iniziativa possa concretizzarsi, Confartigianato sottolinea la necessità di un coinvolgimento attivo delle istituzioni e delle parti sociali, in considerazione della favorevole situazione proprietaria dell’area, che coinvolge principalmente Enel, il Comune della Spezia, la Regione, la Marina Militare e l’Autorità di Sistema Portuale. L’associazione si pone quindi come promotrice di un confronto con gli attori coinvolti per valutare la fattibilità dell’intervento e le sue potenzialità di sviluppo per il territorio.

 Scarica la presentazione del progetto


FISCO - Decreto milleproroghe: prorogare adesione al concordato preventivo e riaprire i termini di adesione alla rottamazione

“L’emendamento presentato dai relatori al Decreto Milleproroghe rappresenta una concreta risposta alle esigenze delle imprese”. Così il Presidente di Confartigianato Marco  Granelli commenta la proposta che introdurrebbe la possibilità di riammettere alla rottamazione quater i contribuenti decaduti a seguito del mancato pagamento di sei rate, oltre alla proroga al 30 settembre 2025 del termine per aderire al concordato preventivo biennale. Su quest’ultimo aspetto, la Confederazione ritiene necessario fissare la data di adesione al 31 ottobre.

Inoltre, andrebbe valutata la possibilità di prevedere una nuova generale rateazione dei carichi affidati ad Agenzia delle entrate - Riscossione. “Solo una coraggiosa e più lunga rateazione può rendere sostenibile il pagamento del pregresso e delle imposte correnti con evidenti benefici sia per i contribuenti che diverrebbero compliant nei confronti del fisco e per lo Stato che vedrebbe ridotto l’ingente “magazzino” in carico ad Agenzia delle entrate-Riscossione”. Conclude il Presidente di Confartigianato.


STUDI – Le 20 'good news' del 32° report di Confartigianato

Il 2025 si è aperto all’insegna dell’incertezza. Da un lato si delineano i benefici del consolidamento della crescita, della riduzione dell’inflazione e dell’allentamento monetario e dell’altro pesano le tensioni geopolitiche, i rischi dei dazi USA che potrebbero ritardare la ripresa commercio mondiale e la stagnazione della Germania. Le tensioni sui prezzi dell’energia amplificano gli impulsi recessivi sul sistema manifatturiero. Nonostante queste prospettive mantengano l’economia in bilico, nell’ ultimo rapporto congiunturale dell'Ufficio Studi di Confartigianato - sono emersi diffusi segnali positivi, che mettono in luce la reattività del sistema imprenditoriale italiano in una fase delicata del ciclo economico. Ricapitoliamo questi segnali in 20 good news.

Prosegue la crescita dell’occupazione: A dicembre 2024 l’occupazione sale su base annua dell’1,2%, pari a 274mila occupati in più. La crescita è la combinazione dell’aumento dei dipendenti permanenti (+687mila) e del calo dei dipendenti a termine (-402mila) e degli autonomi (-11mila).
Più lavoro per donne e dipendenti stabili – Nei primi tre trimestri del 2024 trainano la crescita dell’occupazione (+1,8%, superiore al +1,1% della media Ue) i segmenti del mercato del lavoro delle donne (+2,3%), dei dipendenti a tempo indeterminato (+3,3%), dei laureati (+4,8%) e degli stranieri (+6,6%).
Previsioni di assunzione sostenute da micro e piccole imprese – Le previsioni di assunzione delle imprese nel primo trimestre del 2025 segnano un leggera flessione (-0,2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma persiste una domanda tonica delle micro e piccole imprese, che prevedono assunzioni in aumento dell’1,7%.
Calano gli infortuni nell’artigianato - Nei primi dieci mesi del 2024 le denunce di infortunio nell’artigianato scendono del 4,1% su base annua, con un calo anche di quelli con esito mortale.
Un tasso di inflazione tra i più bassi in Europa - A gennaio 2025 il tasso di inflazione in Italia è dell’1,7%, di 0,8 punti inferiore alla media dell’Eurozona e, insieme con quelli di Irlanda (1,5%) e Finlandia (1,6%), è tra i più bassi nell’Ue a 27.
La locomotiva del Mezzogiorno – I conti territoriali pubblicati dall’Istat evidenziano che nel 2023 il PIL in volume è aumentato dell’1,5% nel Mezzogiorno, a fronte del +0,5% del Centro-Nord. Nei primi tre trimestri del 2024 l’occupazione nel Mezzogiorno sale del 2,4% a fronte del +1,8% della media nazionale. La Sicilia è la regione italiana con la maggiore crescita dell’occupazione, come evidenziato in un focus sul 32° report pubblicato nei giorni scorsi dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Sicilia. Nel Mezzogiorno è più dinamica anche la spesa pubblica per investimenti dei Comuni.
Conti pubblici in ordine – Con l’ultima manovra di bilancio si delinea un miglioramento del saldo strutturale, con il rapporto deficit/PIL che scenderà al 2,8% nel 2026 e con una riduzione del debito pubblico sul PIL a partire dal 2027.
Il maggiore avanzo primario in Ue – Nel 2025 l’Italia segnerà un avanzo primario di mezzo punto di PIL a fronte del disavanzo di quasi un punto (-0,9%) dell’Eurozona. In segno negativo anche i saldi di bilancio, al netto della spesa per interessi, di Germania (-0,9%) e Francia (-2,7%).
Lo spread in calo – La sostenibilità della finanza pubblica è confermata dalla discesa dello spread - il differenziale di rendimento tra titoli di stato decennali italiani e quelli tedeschi - che a gennaio 2025 è pari a 119 punti base, sui minimi degli ultimi tre anni, e in dodici mesi è calato di 34 punti base, mentre nello stesso periodo lo spread dei titoli di stato francesi è salito di 26 punti base.
Sostegno al consumo e alle famiglie – Nei primi tre trimestri del 2024 il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato dello 2,8% su base annua, e nel terzo trimestre 2024 supera il massimo del terzo trimestre del 2021, precedente alla fiammata inflazionistica innescata dalla crisi energetica conseguente all’invasione dell’Ucraina. La manovra di bilancio per il 2025 prevede benefici per le famiglie per un totale di 15,2 miliardi di euro, sostenendo la domanda per consumi. Nel 2025 tornano a salire i consumi privati (+1,0%), dopo la stagnazione del 2024.
Cresce la spesa per investimenti dei Comuni: nei primi nove mesi del 2024 la spesa per investimenti dei Comuni italiani sale del 31,9%, consolidando la crescita del 40,3% registrata nel 2023.  Nell’ultimo trimestre dell’anno si delinea qualche segnale di rallentamento.
La tenuta dell’edilizia – Gli investimenti pubblici, sostenuti dall’attuazione del PNRR mantengono il sostegno all'edilizia nell'era del post-Superbonus. Nei primi tre trimestri del 2024 le costruzioni segnano un aumento del valore aggiunto dell’1,5% mentre la produzione nei primi 10 mesi del 2024 sale del 5,8%. Mentre nei primi tre trimestri del 2024 ristagnano (-0,8%) gli investimenti in abitazioni, salgono con tasso a doppia cifra (+10,4%) quelli in fabbricati non residenziali e altre opere.
Segno positivo per l’export nei settori di MPI – All’interno di una fase di debolezza del commercio internazionale, caratterizzata da diffuse tensioni geopolitiche, nei primi nove mesi del 2024 sale del 2,2% l’export nei settori di micro e piccola impresa - alimentare, moda, legno-arredo, prodotti in metallo, gioielleria e occhialeria – migliorando il +2,0% del 2023.
1Sale il turismo degli stranieri – Nei primi undici mesi del 2024 la domanda turistica è sostenuta dalle presenze stranieri che salgono del 3,7% e mantengono in territorio positivo (+0,1%) la dinamica delle presenze turistiche totali.
 Nelle tempeste globali, i territori in cui aumenta l’export – Nei primi nove mesi del 2024 il trend dell’export è sceso in territorio negativo (-0,8%), ma cinque regioni - Toscana, Sardegna, Lazio, Campania e Trentino-Alto Adige - e quattordici province registrano un aumento dell’export con tassi superiori all’incremento dei prezzi all’export.
I settori della manifattura in controtendenze – All’interno della crisi della manifattura, in tredici comparti - nei quali si concentra il 33,8% dell'occupazione dell'artigianato manifatturiero, pari a 289mila addetti - nei primi dieci mesi del 2024 si registra un aumento della produzione: si tratta di cluster produttivi dell’alimentare, della manutenzione di macchinari e della carta, e di alcuni segmenti dei prodotti per l’edilizia e delle apparecchiature e componentistica elettronica.
Crescono i servizi a vocazione artigiana – Nei primi tre trimestri del 2024 il volume del fatturato dei servizi cresce del 3,5%, con una maggiore accentuazione per alcuni servizi a vocazione artigiana quale autoriparazione (+8,6%) e servizi per gli edifici, tra cui quelli di pulizia (+3,9%).
Recessione in Germania, ma in tre regioni crescono le vendite sul mercato tedesco – L’economia tedesca è in recessione da due anni e nei primi tre trimestri del 2024 si registra un calo del 5,4% della domanda del made in Italy. Le vendite delle imprese in Germania rimangono in crescita per tre regioni italiane: Toscana, Trentino-Alto Adige e Puglia. In segno positivo le province di Firenze, Piacenza, Novara, Bolzano, Arezzo, Cremona, Cuneo, Mantova e Monza-Brianza.
Peso della bolletta energetica scende sotto ai livelli del 2021 - Prosegue la discesa della bolletta energetica che nel 2024, ultimi dodici mesi a novembre, scende a 49,5 miliardi di euro, in calo di 15,6 miliardi rispetto il 2023, pari ad una diminuzione del 24,0%. In percentuale del PIL la bolletta energetica scende al 2,3%, un livello inferiore di 0,3 punti al 2,6% del 2021, anno precedente allo scoppio della crisi energetica
Sole e idro trainano la crescita dell’elettricità green – Dall’analisi del bilancio annuale di Terna si evidenzia che nel 2024 la produzione di energia elettrica sale del 2,7%, combinazione di un aumento del 13,4% da fonti di energia rinnovabile (FER) e un calo del 3,9% da termica. La spinta delle FER arriva da idrico rinnovabile, che sale del 30,4%, e dal fotovoltaico, che sale del 19,3%.