STUDI – Frenata della manifattura in Italia: -3,4% a gennaio vs. +1,3% in Germania. Pesa il caro-energia

Già prima dello scoppio della guerra in Ucraina la manifattura italiana manifestava preoccupanti segnali di frenata, confermati dall’analisi dei dati sulla produzione pubblicati da Istat ed Eurostat nei giorni scorsi. In Italia a gennaio 2022 si rileva, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale della produzione manifatturiera, un calo diffuso ai principali settori di attività.

La maggiore inflazione energetica penalizza le imprese italiane.  Come evidenziato da una nostra recente analisi pubblicata su IlSussidiario.net, a gennaio 2022 il prezzo di energia elettrica e gas in Italia registra un aumento quasi doppio della media dell’Eurozona, il triplo del tasso di crescita dei prezzi di queste commodities energetiche rilevato in Francia e Germania. Su questi differenti andamenti influisce il mix delle fonti per la generazione elettrica: mentre in Francia è dominante la quota di elettricità prodotta con il nucleare, in Germania si registra un più alto uso del carbone e un significativo apporto del nucleare.

La diversa evoluzione dei prezzi dell’energia si ripercuote sugli andamenti della produzione. A gennaio 2022 in Italia l’attività manifatturiera scende del 3,4% mentre sale dell'1,3% in Germania e dell'1,8% in Francia. Analogamente, a dicembre 2021 la produzione manifatturiera in Italia scendeva dell’1,1% mentre segnava un rialzo dello 0,2% in Francia e addirittura del 2,1% in Germania.

La rincorsa di Francia e Germania, in ritardo dopo la pandemia - Una crescita più contenuta dei prezzi dell'energia favorisce la rincorsa alla manifattura italiana da parte dei competitor francesi  e tedeschi, che nel 2021 hanno registrato un pesante ritardo nel recupero dei livelli di valore aggiunto pre-pandemia del 2019, un target che, al contrario, è stato pienamente raggiunto dalla manifattura italiana, come evidenziato nel secondo grafico proposto.

Nel dettaglio settoriale la frenata più pesante della manifattura in Italia è rilevata nel comparto di vetro cemento, ceramica, gomma e  materie plastiche, nel quale a gennaio 2022 la produzione crolla dell'8,8% rispetto a dicembre. In questo perimetro settoriale, ad alto utilizzo di energia, si segnala il calo di produzione del 19,7% per i materiali da costruzione in terracotta e del 14,8% per cemento, calce e gesso.

Ampi cali, superiori alla media, anche nei prodotti farmaceutici con -7,6%, moda con -7,1%, legno, carta e stampa con -5,9%, prodotti petroliferi raffinati con -5,5% e apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche con -4,3%.

La caotica situazione conseguente all’escalation dei costi dell’energia e alla guerra in Ucraina è esaminata nei dettagli nel 18° report ‘Venti di guerra e caro-commodities: i rischi per le imprese e la crescita’ presentato da Confartigianato nel webinar di lunedì scorso.  Per scaricarlo accedi a 'Consultare ricerche e studi'.

 

 
Dinamica produzione manifatturiera in Italia, Francia e Germania negli ultimi 3 mesi
Novembre 2021-gennaio 2022, var. % su mese precedente e var. % cumulata ott.2021-gen. 2022, dati destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
 
Valore aggiunto manifattura rispetto pre Covid-19 nei principali paesi Ue
2021, var. % rispetto 2019, prezzi costanti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


STUDI – Guerra in Ucraina, le imprese in prima linea. I dati del 18° report Confartigianato su IlSussidiario.net

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto le imprese italiane in una delicata fase di transizione post-pandemia, amplificando a dismisura gli effetti, già gravi, della crisi energetica e le strozzature di offerta delle filiere globali. Il conflitto sta agendo da moltiplicatore su prezzi delle materie prime e dell’energia che già nel 2021 erano saliti in modo straordinario. Le criticità per le imprese italiane, amplificate dallo scoppio del conflitto,  sono al centro del 18° report ‘Venti di guerra e caro-commodities: i rischi per le imprese e la crescita’ presentato da Confartigianato nel webinar odierno.  Alcune anticipazioni del report sono state proposte nell’articolo Gli effetti della guerra/ Quasi un milione di imprese rischia di morire in trincea a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato su IlSussidiario.net.

La sospensione delle importazioni provenienti dal teatro di guerra spingerà in alto i prezzi di diverse commodities e allungherà i tempi di consegna. Dall'area interessata dal conflitto importiamo quote rilevanti degli acquisti dall'estero di ferro, ghisa e acciaio, di ghiaia, sabbia e argille, di cereali e fertilizzanti. Con la guerra scoppia l’’iperinflazione’ energetica. A febbraio il prezzo del gas era più che quadruplicato nell’ultimo anno, con l’invasione dell’Ucraina è ulteriormente raddoppiato. L’alto utilizzo del gas per generare elettricità porta a marzo 2022 il prezzo della borsa elettrica oltre cinque volte il livello di un anno prima. Il prezzo del barile di petrolio Brent a marzo (media all’11/3) è dell’83,6% superiore rispetto ad un anno prima, con forti ripercussioni sul costo dei trasporti. Secondo l’elaborazione di QE-Quotidiano energia su dati dell'Osservaprezzi del Mise, tra il 23 febbraio e il 14 marzo 2022 il prezzo del gasolio (self service) è salito del 25,7%: in soli 22 giorni si concentra la metà dell’aumento del prezzo del gasolio (+51,7%) dell’ultimo anno. La situazione è critica per il settore del trasporto merci su strada, che era in deflazione nel terzo trimestre del 2021 (prezzi in discesa dell’1,2%) e, secondo i dati pubblicati giovedì scorso dall’Istat, registra un aumento dei prezzi alla produzione che si ferma all’1,2%.

La platea delle imprese in prima linea - Le violente sollecitazioni sull’offerta e sui prezzi delle commodities indotte dal conflitto scoppiato due settimane fa nel cuore d’Europa mettono sotto pressione 946 mila imprese con 5 milioni 353 mila addetti, il 30,7% dell’occupazione dell’intero sistema imprenditoriale italiano. Si collocano nella trincea di prima linea i settori manifatturieri con una maggiore intensità energetica: dalla petrolchimica alla metallurgia, dal vetro e la ceramica alla carta. In questi comparti energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi sta diventando insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown sanitario siamo arrivati al lockdown energetico, un rischio per 29 mila imprese con 462 mila addetti. Le carenze di materie prime provenienti da Russia e Ucraina coinvolgono le imprese nei settori di alimentare, metalli e costruzioni, mentre il caro-carburanti colpisce il trasporto merci e persone. Altre imprese in difficoltà le troviamo nei territori maggiormente esposti sull’export di moda e macchinari in Russia e Ucraina, mentre il turismo è colpito nelle regioni con il maggiore peso della spesa dei turisti russi.


REVISIONI - ANARA: 'Riavviare subito il tavolo permanente di confronto presso il MIMS per sciogliere i nodi del settore"

Nonostante le gravi problematiche che affliggono i centri di revisione, la Direzione Generale Motorizzazione del MIMS non ha finora risposto alle richieste di incontro avanzate da Confartigianato ANARA e dalle altre due principali sigle dell'autoriparazione. Un silenzio che sta pregiudicando l’operatività dei centri di controllo e la continuità del servizio revisioni, con gravi ripercussioni non solo sulle imprese del comparto, ma anche per l’utenza e la sicurezza della circolazione stradale.

In una nuova lettera inviata al Direttore Generale Motorizzazione, Pasquale D’Anzi, le Organizzazioni dell'artigianato tornano a sollecitare un incontro urgente per dare risposta alle principali partite aperte. A incominciare dalle "criticità legate al Decreto 446 del 15-11-2021, e al successivo Decreto dirigenziale del 15 febbraio u.s.".  "Questioni - si legge nel documento - connesse ai nodi irrisolti  riguardanti il decreto di recepimento della Direttiva europea 2014/45/UE e relative disposizioni attuative, nonché la rivisitazione del Protocollo MCTCnet2, come previsto dalla stessa normativa".

Altra rilevante problematica rimasta in sospeso, motivo di forte preoccupazione, è "l’attività del Gruppo di Lavoro Attrezzature in cui deve essere riconfermato al più presto, come previsto dal decreto istitutivo, il ruolo attivo delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del settore, affinché il GdL possa operare scelte equilibrate e corrette, a tutela della sicurezza stradale, in linea con le prescrizioni della richiamata Direttiva europea".

In chiusura, Confartigianato ANARA e le altre sigle nazionali dell'autoriparazione sollecitano il "riavvio di un tavolo permanente di confronto" e stigmatizzano, "quale ulteriore elemento di disagio", che è rimasta inascoltata "anche la nostra recente richiesta di semplificare, con la sola emissione del certificato revisione, la procedura di approvvigionamento delle etichette, improvvisamente modificata senza alcun preavviso, trasferendo impropriamente l’onere ai centri di controllo".


AUTOTRASPORTO - Genedani (UNATRAS): Decideremo iniziative dopo il tavolo del 15 marzo

Intervistato dall'Agenzia di stampa AGI, il Presidente di Confartigianato Trasporti e di Unatras Amedeo Genedani ha fatto il punto sulle misure sollecitate al Governo per alleggerire lo stato di estrema difficoltà in cui versa l'autotrasporto a causa del caro-gasolio. Il prossimo round negoziale con il Viceministro Bellanova è fissato il 15 marzo, poi Unatras deciderà sulle prossime inziative, a partire dalla mobilitazione nazionale del settore di sabato 19 marzo.

“Chiediamo – spiega Genedani – un credito di imposta del 30% immediato sul gasolio ma soprattutto che si adotti la regola che vige per gli aerei, cioè che il maggior costo del gasolio sia ribaltato in fattura: è l’unico sistema per sopravvivere”. Genedani fa notare che per rifornire un serbatoio di 600 litri di un camion occorrevano tre mesi fa 680 euro: oggi ne servono 1.250 euro. Inoltre le imprese devono fare i conti con la scarsità di carburante in particolare per l’extrarete. “Le nostre richieste sono chiare – conclude – servono per sopravvivere”.

Oggi Trasportounito ha annunciato la sospensione dei servizi lunedì. Ieri Unatras aveva annunciato manifestazioni in tutta Italia il 19 marzo, avvertendo però che le imprese nel frattempo, autonomamente, potrebbero decidere di fermarsi in maniera spontanea in alcune zone del Paese, ritenendo più conveniente lasciare i propri mezzi sui piazzali piuttosto che continuare a viaggiare in queste condizioni.

"Senza risposte – avverte Unatras – le manifestazioni potrebbero sfociare in ulteriori e più incisive iniziative".

 


TG@ FLASH – La settimana di Confartigianato in tre minuti

Il TG@ Flash di Confartigianato per scoprire in appena tre minuti tutte le notizie della settimana sul nostro Sistema, sull’artigianato e sulla micro e piccola impresa italiana. In questa edizione [clicca qui]: al via la nuova stagione di 'Linea Verde Start', la produzione tv Confartigianato-Rai1 alla scoperta dell'artigianato italiano, la mobilitazione degli autotrasportatori di UNATRAS contro il caro-gasolio, la richiesta di correttivi al DL Sostegni contro il blocco dei cantieri a causa del caro-materiali sollecitata da Anaepa Confartigianato, il gelato artigianale e l'arte del dolce danno appuntamento ai buyer internazionali al Sigep di Rimini.

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