INNOVAZIONE - A Terni, l’Intelligenza Artificiale nella micro e piccola impresa

Il 13 e 15 gennaio 2025, presso la sede di Confartigianato Terni, si è svolto un corso di formazione dedicato all’intelligenza artificiale (AI) e al suo ruolo strategico per le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI). L’evento, condotto da Andrea Scalia e Vittorio Blasoni, esperti di innovazione e trasformazione digitale, ha rappresentato un’importante occasione di aggiornamento per i funzionari della sede di Terni.

Il corso è stato strutturato in due giornate ricche di contenuti formativi e pratici. Durante gli incontri, Scalia e Blasoni hanno illustrato i concetti generali dell’intelligenza artificiale, rendendo maggiormente comprensibili le basi di questa tecnologia rivoluzionaria, esaminando casi concreti di applicazione dell’AI nel contesto quotidiano, evidenziando come queste soluzioni possano contribuire a migliorare l’efficienza operativa, ottimizzare i processi e rispondere con maggiore rapidità alle richieste del mercato.

Uno dei punti centrali della formazione è stato il progetto “Gate for Innovation” (G4I), un’iniziativa promossa dalla Confederazione per sostenere le MPMI nel percorso di trasformazione digitale. Durante la presentazione, Blasoni ha spiegato come il Polo G4I si proponga di effettuare un’analisi approfondita del livello di digitalizzazione delle imprese, fornendo strumenti personalizzati per accelerare l’adozione di tecnologie avanzate. Scalia, da parte sua, ha sottolineato il valore di un approccio pragmatico, in cui la tecnologia si integra perfettamente con i processi tradizionali, valorizzando le competenze già presenti nelle aziende.

L’entusiasmo dei partecipanti ha trovato conferma nelle numerose domande e discussioni emerse durante le sessioni, segno di un interesse crescente della Confederazione verso l’AI e le sue applicazioni. Tra le applicazioni più apprezzate, quelle relative all’automazione dei processi, alla gestione intelligente dei dati e alla creazione di immagini e video partendo da una base testuale.

“Questa formazione rappresenta solo l’inizio di un percorso più ampio”, ha dichiarato Andrea Scalia a margine dell’evento. “L’innovazione non è più una scelta, ma una necessità per le imprese che vogliono rimanere competitive. Il nostro compito è fornire loro il supporto e le conoscenze necessarie per affrontare questa sfida.”

L’iniziativa ha ribadito il ruolo della Confederazione come punto di riferimento per l’innovazione e il supporto alle imprese del territorio, consolidando il legame tra tradizione imprenditoriale e nuove tecnologie. I partecipanti hanno lasciato il corso con strumenti concreti e una rinnovata fiducia nelle opportunità offerte dalla digitalizzazione.


STUDI – Dazi Usa e costi energia tra i rischi per le imprese nel 2025 esaminati nel 32° report di Confartigianato

Nel 2024 l’economia italiana è stata caratterizzata da una crescita moderata (PIL a +0,5%), con una debolezza degli investimenti a seguito della stretta monetaria e un ritardo della ripresa della domanda internazionale. Per il 2025 si prospetta un’accentuazione della crescita (PIL a +0,8%), sostenuta dai consumi privati e una ripresa della domanda internazionale. Persistono dei rischi orientati al ribasso sulle previsioni. Tra questi una persistente debolezza della manifattura e le incertezza sulle prospettive dell’edilizia nell’era del post-Superbonus. Altri fattori di rischio sono riferiti all’impatto economico delle guerre in corso e alle tensioni geopolitiche che rallentano gli scambi internazionali. Effetti negativi sul sistema delle imprese italiane potrebbero derivare dall’inasprimento della guerra commerciale Usa-Cina, l’estensione delle misure protezionistiche estese alle esportazioni dell’Ue e un aumento del prezzi delle commodities energetiche.

L’analisi degli scenari del 2025 per le imprese italiane sono stati al centro del 32° report di Confartigianato su trend economia, congiuntura e MPI, presentato stamane in un webinar aperto dal Segretario Generale Vincenzo Mamoli e concluso da Bruno Panieri, Direttore delle Politiche economiche  Qui per scaricare il 32° report.

Nell’intervento di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, sono state presentate le prospettive del 2025 alla luce delle più recenti tendenze della congiuntura e del quadro macroeconomico caratterizzate dalle crisi di natura geopolitica, con una specifica attenzione alla direzione del commercio internazionale, alla luce dei possibili dazi Usa, le ricadute su made in Italy e manifattura, con un aggiornamento sull’evoluzione delle crisi della moda e della meccanica. L’analisi territoriale, presentata da Carlotta Andracco dell’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza, propone le ultime tendenze dell’export - con un approfondimento sul grado di esposizione dei territori sul mercato degli Stati Uniti - del mercato del lavoro, del credito alle MPI, nel contesto della crisi demografica.

Dazi e prezzi del gas - I dazi annunciati dagli Stati Uniti potrebbero ulteriormente rallentare la ripresa delle vendite del made in Italy. Ricordiamo che gli Stati Uniti, superando la Francia nel 2022, sono il secondo mercato delle esportazioni italiane, che nel 2024 (ultimi dodici mesi a settembre) sono pari a 66.422 milioni di euro di cui 17.851 milioni sono prodotti in settori con una maggior concentrazione di micro e piccola impresa (MPI): alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, tra cui gioielleria ed occhialeria. Secondo le stime dal National Board of Trade Sweden - agenzia governativa svedese per il commercio internazionale - in uno scenario più sfavorevole, con l'applicazione di dazi addizionali del 20% sulle importazioni degli Usa (del 60% su quelle dalla Cina), si avrebbe un calo del 16,8% dell’export totale dell’Italia verso gli Stati Uniti e nello scenario di una applicazione di dazi aggiuntivi del 10% il calo sarebbe del 4,3%.

Sul fronte delle commodities energetiche si registrano tensioni sui prezzi del mercato elettrico e del gas. Mentre i prezzi retail di energia elettrica e gas nel 2024 rimangono superiori del +46,9% ai livelli del 2021 - anno precedente allo scoppio della crisi energetica - a gennaio 2025 il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica è del 55,1% superiore ai minimi di aprile 2024, mentre l' Italian Gas Index elaborato da GME risulta superiore del 76,1% rispetto i minimi di febbraio dello scorso anno.

Inoltre, nel 32° report sono delineate le prospettive del ciclo dell’edilizia e le tendenze del mercato del lavoro. Sulle politiche economiche è stato analizzato l’andamento dei prestiti e degli investimenti delle imprese alla luce della decisione sui tassi da parte della BCE dello scorso 12 dicembre e i nodi della finanza pubblica dopo il varo della manovra di bilancio. Il lavoro si conclude con l’elenco aggiornato con link delle News Studi sul portale confederale, le pubblicazioni dell’Ufficio Studi in area ‘Studi e ricerche’ e gli articoli su QE-Quotidiano Energia.

 

 
Prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (PUN) e Italian Gas Index (scala dx)
Gennaio 2023-gennaio 2025: media mensile, gennaio 2025 al 13/1, euro al MWh Gas, IGI da 20 luglio 2023 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Gme


CAAF - ISEE 2025: il supporto del Caaf Confartigianato per orientarsi tra le novità

Con la scadenza del 31 dicembre, tutte le certificazioni ISEE rilasciate nel corso del 2024 hanno perso la loro validità. In risposta, gli operatori territoriali del Caaf Confartigianato si sono attivati fin dai primi giorni di gennaio per elaborare e inviare le Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) dei cittadini, al fine di garantire la continuità delle agevolazioni e dei diritti ai quali hanno diritto. La cessazione di validità delle ISEE già rilasciate nel 2024, riguarda non solo l’ISEE ordinario ma anche di tutti gli altri indicatori ad esso collegati e, quindi, l’ISEE per minori, quello per l’università (ISEU), per le prestazioni socio/sanitarie e finanche l’ISEE corrente.
A partire dal 1° gennaio le nuove ISEE 2025 dovranno fare riferimento alla situazione reddituale del 2023 e a quella patrimoniale (mobiliare ed immobiliare) esistente al 31 dicembre 2023. E’ importante ricordare che coloro che stanno percependo prestazioni assistenziali o agevolazioni economiche vincolate all’ISEE devono ricordarsi di aggiornare questo indicatore per il 2025 presentando una nuova DSU, al fine di poter continuare a percepire il beneficio. Nel 2025 i CAF continueranno ad essere impegnati anche nella gestione delle domande, da trasmettere all’INPS, per l’ottenimento dell’assegno di inclusione (ADI), introdotto dal D.L. nr. 48/2023, e del Supporto alla formazione e lavoro (SFL). L’ADI, a differenza del reddito di cittadinanza abolito dal 2024, richiede non solo la presentazione di una domanda, ma anche l’adesione a percorsi personalizzati che potrebbero includere, oltre alla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) sempre necessario, il Patto di Inclusione Sociale (PaIS) e/o il Patto di Servizio Personalizzato (PSP), e la conferma della situazione del nucleo familiare.
La circolare INPS nr. 105 del 16 dicembre 2023 ribadisce che la presenza dell’Attestazione dell’ISEE in corso di validità è la condizione richiesta al momento della compilazione della domanda di accesso al beneficio. Ai fini del riconoscimento dell’ADI, infatti, l’articolo 2, comma 2, lettera b), nr. 2) del D.L. nr. 48/2023 prevede il possesso di un indicatore di situazione economica equivalente (ISEE) in corso di validità. In caso di nucleo comprendente minori è necessario lo specifico indicatore ISEE.
Novità di quest’anno per gli ultraottantenni è la misura agevolativa definita “Prestazione Universale assistenziale per il sostegno della domiciliarità e dell'autonomia”. La domanda può essere presentata tramite il nostro Patronato INAPA, ma occorre, ugualmente l’Attestazione ISEE.
Hanno diritto alla prestazione le persone anziane non autosufficienti che:

abbiano età anagrafica pari o superiore a 80 anni, e il riconoscimento di un livello di bisogno assistenziale gravissimo;
abbiano un ISEE sociosanitario ordinario non superiore a 6mila euro;
siano beneficiari dell’indennità di accompagnamento.

Per coloro ai quali spetta, invece, l’Assegno Unico Universale per i figli, l’aggiornamento dell’ISEE va fatto entro il 28 febbraio per percepire l’importo esatto già da marzo, o entro il 30 giugno per avere gli eventuali arretrati spettanti da marzo in poi. Coloro che ritengono più favorevole una ISEE che faccia riferimento ad una situazione reddituale più recente (ultimi dodici mesi) possono chiedere l’Attestazione dell’ISEE corrente che, a partire dal mese di aprile 2025, può coinvolgere anche il patrimonio da riferirsi al 31 dicembre 2024 anziché al 2023.
E’ importante prendere sempre visione della documentazione necessaria per l’individuazione dei dati corretti da far calcolare nell’ISEE poiché, essendo la maggior parte di essi autocertificati dal dichiarante nella DSU, in caso errore, il cittadino potrebbe essere perseguito per false dichiarazioni. Gli sportelli territoriali del CAAF CONFARTIGIANATO saranno tenuti anche all’archiviazione di tutta la documentazione necessaria ai fini di eventuali futuri controlli. Di seguito la lista dei documenti necessari per la compilazione delle DSU 2025 (clicca QUI). Lo scorso anno – 2024 – il dato nazionale delle Attestazioni ISEE elaborate dal CAAF CONFARTIGIANATO è risultato abbastanza in linea con quello registrato nel 2023, registrando un numero di domande DSU attorno alle 140.000.
Le sedi territoriali del CAAF CONFARTIGIANATO sono già operative e prestano il servizio sulla base della convenzione di servizio sottoscritta con l’INPS a valere per il biennio 2024/2025. Tale convenzione disciplina le modalità di erogazione di assistenza su scala nazionale. Gli operatori sono periodicamente formati sulla novità in materia di ISEE e saranno pronti ad accogliere i cittadini per ogni loro esigenza.

Lista dei documenti necessari per la compilazione delle DSU 2025


STUDI – Scenari 2025 nel webinar del 13 gennaio con anticipazioni su IlSussidiario.net

Gli scenari dell’economia italiana per il 2025 sono caratterizzati da una marcata incertezza. Al consolidamento della crescita - sostenuta dal rientro dell’inflazione, dall’allentamento delle politiche monetarie e dal mercato del lavoro in espansione - si contrappongono le tensioni geopolitiche, le difficoltà della manifattura e dell’export, le crisi della moda e della meccanica e una politica fiscale intonata alla prudenza.

Le prospettive del 2025 nel webinar del 13 gennaio 2025 – Una analisi degli scenari e delle ricadute delle crisi globali sulle imprese italiane sarà proposta nel webinar organizzato dall’Ufficio Studi in collaborazione con la Direzione Politiche economiche che si terrà il prossimo 13 gennaio 2025, dalle ore 12.00 alle 13.15 in cui sarà presentato il 32° Report su trend economia, congiuntura e MPI, ‘2025: le prospettive dell’economia, in bilico tra ripresa e crisi globali’.

Nel corso del webinar, saranno esaminate le più recenti tendenze macroeconomiche e della congiuntura, l’evoluzione delle crisi della moda e della meccanica e le direzioni delle politiche economiche, dopo il taglio dei tassi da parte della BCE dello scorso 12 dicembre e l’approvazione della manovra di bilancio.

Programma webinar lunedì 13 gennaio 2025, ore 12.00-13.15
Introduzione di Vincenzo Mamoli, Segretario Generale
La congiuntura e le prospettive di politica economica, di Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi
Le tendenze territoriali, di Carlotta Andracco, Ufficio Studi Confartigianato Vicenza
Conclusioni di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche

Info per iscrizioni al webinar

Alcune anticipazioni del 32° report sono proposte nell’articolo ‘SCENARIO 2025/ Tassi più bassi e Giubileo per non aumentare le tasse e salvare le imprese’ a firma di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, pubblicato nei giorni scorsi su IlSussidiario.net.

Per il 2025 si delinea un irrobustimento dei processi di crescita economica, dopo un anno in cui si sono riversati sull’economia italiana ed europea gli effetti della stretta monetaria più pesante della storia dell’euro e di una performance del commercio internazionale più debole delle previsioni. Il rientro dell’inflazione e l'allentamento delle politiche monetarie offrono un contesto più favorevole, ma persistono le incertezze legate alle tensioni geopolitiche e al ritardo nella ripresa del commercio mondiale. La crescita dei dazi e delle misure restrittive continua a rappresentare un freno, alimentando i timori delle imprese di una escalation dei prezzi delle commodities. Le difficoltà su scala globale penalizzano principalmente la manifattura e l'export, mentre i servizi mostrano una maggiore tenuta, ma si osserva un indebolimento della fiducia dei consumatori. Una analisi degli ultimi dati statistici disponibili ci aiutano a meglio delineare le prospettive del prossimo anno.

Secondo le previsioni della Commissione europea il PIL dell’Italia nel 2025 segnerà una crescita dell’1,0%, rafforzando il più debole +0,7% del 2024. La manovra di bilancio per il prossimo anno determina un impulso espansivo di 0,3 punti di maggiore crescita, sostenendo i consumi delle famiglie, maggiori beneficiarie degli interventi di natura fiscale. La domanda è sostenuta dal buon andamento del mercato del lavoro che anche nel 2025 rimane in crescita, con le ore lavorate previste in crescita del +0,5% dopo il più robusto +1,7% del 2024. Sembra tenere la domanda di lavoro nei primi mesi del 2025, ma rimane alta la carenza di manodopera specializzata. Le previsioni di assunzione nel trimestre dicembre 2024-febbraio 2025 sono in aumento dell’1,2%, mentre la difficoltà di reperimento del personale a dicembre 2024 interessa il 48,9% delle entrate previste dalle imprese, quota che sale al 68,2% per gli operai specializzati.

L’elevata instabilità geopolitica indebolisce la ripresa del commercio internazionale, con effetti sull’attività manifatturiera che rallentano la crescita. Mentre le previsioni di ottobre del Fondo monetario internazionale per il 2024 indicano una crescita degli scambi mondiali di beni del 2,6%, nei primi nove mesi del 2024 il commercio internazionale ferma la crescita all’1,5% mentre nei primi dieci mesi dell’anno il volume delle vendite del made in Italy cala del 2,4%. Nei primi tre trimestri del 2024 il valore aggiunto nella manifattura scende dell’1,4% a fronte delle crescite dell’1,5% nelle costruzioni e dello 0,5% nei servizi. La manifattura è in crisi anche in Germania (calo del 2,7% del valore aggiunto) mentre tiene in Francia (+0,1%) ed è in espansione in Spagna (+3,9%).

Appaiono incerti gli spazi di recupero per settori chiave del made in Italy, quali la moda e la meccanica, colpiti da una crisi pesante che nel corso del 2024 ha fatto perdere ricavi alle imprese dei due comparti per 2,9 miliardi di euro al mese.

Sono diffuse tra le imprese della manifattura i timori che le tensioni geopolitiche possano impattare sui prezzi delle commodities. A dicembre 2024 scende il clima di fiducia delle imprese manifatturiere e peggiorano le attese sugli ordini. Nel corso del 2024 i prezzi dell’energia hanno manifestato preoccupanti spinte al rialzo. Ad ottobre i prezzi all’import di gas naturale salgono del 21,5% dai minimi dello scorso marzo mentre il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica a dicembre (media al 22/12) è salito del 56% dal minimo di febbraio 2024.

I dazi annunciati dagli Stati Uniti potrebbero ulteriormente rallentare la ripresa delle vendite del made in Italy. Ricordiamo che gli Stati Uniti, superando la Francia nel 2022, sono il secondo mercato delle esportazioni italiane. Secondo le stime dal National Board of Trade Sweden - agenzia governativa svedese per il commercio internazionale - in uno scenario più sfavorevole, con l'applicazione di dazi addizionali del 20% sulle importazioni degli Usa (del 60% su quelle dalla Cina), si avrebbe un calo del 16,8% dell’export totale dell’Italia verso gli Stati Uniti e nello scenario di una applicazione di dazi aggiuntivi del 10% il calo sarebbe del 4,3%.

Il taglio di venticinque punti base dei tassi di riferimento dello scorso 12 dicembre da parte della BCE appare eccessivamente prudente per sostenere la debole crescita nell’Eurozona. Una eccessiva incertezza sull’evoluzione del costo del credito - che ad ottobre 2024 è del 4,85%, in calo rispetto al 5,01% di settembre ma risulta ancora superiore di 322 punti base all’1,63% precedente alla stretta monetaria – comprime la propensione ad investire delle imprese. Nel 2024 gli investimenti in beni strumentali scendono dell’1,2% e nel 2025 la Banca d’Italia a dicembre li prevede in crescita del 2,7%, ritoccando al ribasso di quasi un punto la previsione di ottobre (+3,6%). Dopo un 2024 ancora intonato alla crescita dell’attività edilizia – anche grazie al sostegno del PNRR - per il prossimo anno è attesa una pesante frenata, con gli investimenti in costruzioni che, sempre secondo le previsioni di dicembre di Banca d’Italia, calano del 3,3%, interrompendo un lungo ciclo espansivo.

La spesa delle famiglie nei primi tre trimestri del 2024 aumenta dello 0,3% su base annua, mentre il volume delle vendite al dettaglio nei primi dieci mesi dell'anno segna un calo dello 0,4% su base annua. A dicembre l’indice della fiducia dei consumatori diminuisce per il terzo mese di fila. Il turismo è sostenuto dalle presenze degli stranieri: l’analisi dei dati, ancora provvisori, dell’Istat indica che tra gennaio e ottobre del 2024 le presenze turistiche ristagnano (-0,3% su base annua), con aumento (+3,5%) delle presenze straniere che compensa il calo (-4,6%) delle presenze dei turisti italiani. Nel 2025 vi potrebbero essere effetti positivi del Giubileo: nel 2000, anno del precedente evento giubilare, la spesa dei turisti stranieri aumentò del 12,0% su base annua, il tasso più elevato registrato nei ventidue anni precedenti alla pandemia (1998-2019).

Sul fronte della finanza pubblica, l’orientamento è rivolto al rientro dei rapporti deficit/PIL e debito/PIL, confermando un approccio prudente nella politica fiscale. Nel 2024 è tornato in positivo (+0,1% del PIL) l’avanzo primario e, nelle previsioni di novembre della Commissione europea, sale progressivamente nel biennio successivo (+0,5% nel 2025 e +1,1% nel 2026). Il limite alla crescita della spesa pubblica definito nel Piano strutturale di bilancio potrebbe richiedere il finanziamento di interventi di politica economica con nuove imposte. Ma un aumento del carico fiscale rischia di compromettere ulteriormente la competitività dell’economia italiana su cui, secondo la metrica della Commissione europea, grava un carico fiscale (tax burden) che nel 2024 è superiore di 1,7 punti di PIL alla media dell’Eurozona. Tale divario si traduce in una maggiore tassazione per cittadini ed imprese di 36,6 miliardi di euro, equivalente a 620 euro per abitante. Appare necessaria una accelerazione nell’attuazione del PNRR: secondo l’ultima relazione della Corte dei conti, al 30 settembre 2024 il livello della spesa è di 57,7 miliardi di euro, pari al 30% delle risorse del Piano e al 66% di quelle che erano programmate entro il 2024.

Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia, Bce, Commissione europea, Corte dei conti, Cpb, Eurostat, Fondo monetario internazionale, Gme, Istat, Mef, Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Upb.


INNOVAZIONE - Confartigianato Calabria presenta il Polo Digitale: supporto all’artigianato 5.0

Un incontro dedicato all’innovazione tecnologica e al futuro dell’artigianato si è svolto a Catanzaro nell’ambito della terza edizione di “RaccontArti”. Il seminario “Tecnologia e innovazione nei laboratori artigianali”, promosso da Confartigianato Imprese Calabria in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catanzaro, ha posto l’accento su come le nuove tecnologie possano supportare la tradizione artigiana, rendendola competitiva senza alterarne l’essenza.

L’evento ha anche rappresentato l’occasione per annunciare la nascita del Polo di Innovazione Digitale in Calabria, un progetto che partirà nel gennaio 2025 e che mira a rafforzare il legame tra artigianato e tecnologie avanzate.
Innovazione e tradizione: un binomio possibile
Durante il seminario, esperti e imprenditori hanno discusso delle opportunità offerte dall'Industria 4.0 e dall’intelligenza artificiale. L’ing. Gerlando Cuffaro ha evidenziato come l’innovazione possa integrare la tradizione artigiana, lasciando l’artigiano al centro del processo creativo. A seguire, il prof. Antonio Padovano ha illustrato iniziative accademiche che puntano a formare artigiani 5.0, con progetti che combinano design, realtà aumentata e automazione.

Tre imprenditori hanno condiviso le proprie esperienze di successo. Vincenzo Caruso, di FabbrIdea, ha raccontato la trasformazione della sua azienda, che ha saputo coniugare tradizione e design innovativo grazie alla digitalizzazione. Salvatore Mazzei, di Caffè Montano, ha mostrato come la tecnologia abbia migliorato la qualità e la tracciabilità della produzione artigianale del caffè. Graziano Salerno, con il progetto Sartorialitica, ha spiegato come valorizzare le risorse locali, come la pietra vulcanica, attraverso collaborazioni e tecnologie avanzate.
Un Polo per la digitalizzazione
Andrea Scalia, Settore Innovazione, Reti e Progetti di Coesione di Confartigianato Imprese, ha presentato il Polo di Innovazione Digitale, un’iniziativa che coinvolgerà circa 1500 imprese e 30 hub territoriali. Il progetto offrirà strumenti e formazione per affrontare le sfide dell’innovazione tecnologica. Silvano Barbalace, segretario regionale di Confartigianato Calabria, ha concluso sottolineando l’importanza di investire nelle competenze digitali per garantire un futuro sostenibile all’artigianato locale.