STUDI - Mille giorni di guerra, la resilienza dell’Italia: in 3 anni +6,2% per PIL e occupazione
Sono trascorsi mille giorni dal 24 febbraio 2022, giorno in cui la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina. Da allora, sul fronte dell’economia si sono succedute una grave crisi energetica che ha triplicato i prezzi dell’energia elettrica - ad ottobre 2022 deraglia il prezzo dell’energia elettrica, segnando un aumento del 199,0% - la stretta monetaria più pesante della storia dell’euro, la caduta del commercio internazionale e le incertezze derivanti dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente.
Se confrontiamo le previsioni del Fondo monetario internazionale di ottobre del 2021 con i dati del World Economic Outlook pubblicato lo scorso ottobre, si calcola che nell’arco dei tre anni di guerra l’economia mondiale ha contabilizzato oltre mezzo punto (-0,6%) di minore crescita del PIL all’anno. La frenata è più marcata per l’Unione europea che, a fronte di un previsto tasso di crescita medio annuo del +2,6% realizza un più ridotto tasso del +1,5%.
Sull’abbassamento del sentiero di crescita pesano diversi fattori recessivi. All’incertezza determinata dall’instabilità del contesto internazionale e il calo della fiducia delle imprese, si sommano gli effetti delle diffuse strette monetarie attuate dalle banche centrali per arginare lo shock inflazionistico innescato dalla crisi energetica, del crescente ricorso a misure protezionistiche, del calo del commercio internazionale nel 2023 e la frenata delle economie di Cina e Germania.
In questo clima di incertezza, le conseguenze economiche delle guerre determinano un impatto rilevante anche per l’Italia. Ma va qui sottolineato che, nonostante i rilevanti impulsi recessivi conseguenti ai conflitti, dallo scoppio della guerra in Ucraina l’economia italiana ha mostrato una maggiore resilienza rispetto alle altre economie europee, registrando una migliore performance per crescita del PIL, dell’occupazione e dell’export.
L’analisi dei dati dell’Autumn 2024 Economic Forecast pubblicati venerdì scorso dalla Commissione europea, evidenzia che nell’arco dei tre anni di guerra, tra il 2021 e il 2024, il PIL pro capite, valutato a prezzi costanti, sale del 6,2% in Italia, davanti al +3,5% della Francia mentre scende dell’1,0% in Germania, economia avvitata in una recessione, con ricadute significative per il mercato del made in Italy.
Inoltre, tra il 2021 e il 2024, il mercato del lavoro italiano registra una crescita dell’occupazione del 6,2%, facendo meglio della media Ue (+4,5%), oltre che di Germania (+4,3%) e Francia (+3,6%).
Nonostante la debolezza del commercio internazionale, sempre nel triennio 2021-2024, il valore delle esportazioni di beni dell'Italia è salito del 19,5%, una crescita più robusta del +18,5% della Francia, del +17,3% della media Ue e del +13,3% della Germania.
Questa resilienza dell’economia italiana poggia le basi su un diffuso e performante sistema di micro e piccole imprese. Una analisi del confronto europeo sulle imprese evidenzia che il cuore del sistema imprenditoriale dell’Italia è rappresentato dalle micro e piccole imprese fino a 49 addetti che concentrano il 61,5% degli addetti dell’economia privata non agricola, quota superiore di ben 13,1 punti percentuali rispetto alla media di 48,4% dell’Unione europea a 27 e nettamente più alta rispetto quella dei principali paesi europei: la Spagna si attesta sul 52,4%, la Francia sul 41,9% e la Germania sul 40,6%.
Dinamica 2021-2024 di PIL pro capite reale ed occupazione nei maggiori paesi UE
Anno 2024. Variazione % su 2021. Previsioni del 15 novembre - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea
STUDI – Stati Uniti, Italia 1° esportatore Ue nei settori di micro e piccola impresa con 17,2 miliardi € di export
L’evoluzione della società e dell’economia degli Stati Uniti si colloca al centro dell’attenzione mondiale con l’elezione odierna del quarantasettesimo Presidente. Gli Stati Uniti sono la prima economia del mondo, con un PIL che nel 2024 vale 29.168 miliardi di dollari, pari al 26,5% del PIL mondiale e al 45,1% del PIL delle economie avanzate. Nel 2024 l’economia statunitense vale il 50,3% in più di quella dell’Unione europea mentre viene superata dai dieci paesi BRICS+ che, al gruppo di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, aggiungono da quest’anno Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran.
Gli Stati Uniti sono il terzo partner commerciale dell’Italia, dopo Germania e Francia, con un interscambio di 93,1 miliardi di euro nel 2024 (ultimi dodici mesi ad agosto). Gli Stati Uniti diventano il secondo mercato del made in Italy, con un export che nel 2024 vale 67,2 miliardi di euro, dopo aver superato nel 2022 la Francia, un mercato che oggi vale 62,4 miliardi di euro. Nell’attuale difficile fase congiunturale, caratterizzata da tensioni geopolitiche che ritardano la ripresa del commercio internazionale, ristagnano le vendite anche sul mercato Usa (-0,2% nei primi otto mesi del 2024). Nel triennio 2021-2024 le esportazioni negli Stati Uniti hanno registrato una crescita cumulata del +36,1%, un tasso ampiamente superiore al +16,8% dell’export verso la Francia e del +6,5% di quello verso la Germania.
Italia primo esportatore negli Usa nei settori di micro e piccola impresa – L’analisi settoriale evidenzia che nel 2023 l’Italia è il primo paese dell’Unione europea per esportazioni negli Stati Uniti nei settori con una elevata presenza di micro e piccola impresa (MPI) – food, moda, legno e mobili, prodotti in metallo, altre manifatture, tra cui gioielleria e occhialeria – con 7,2 miliardi di euro, davanti a Germania con 13,6 miliardi e Francia con 8,2 miliardi.
Nel dettaglio, l’Italia è al primo posto tra i 27 paesi dell’Unione europea per esportazioni negli Stati Uniti per i prodotti della moda con 5,1 miliardi di esportazioni – di cui 2,4 miliardi di euro di abbigliamento e 2,7 miliardi di pelli –, per i prodotti alimentari con 4,0 miliardi di euro e di mobili con 1,6 miliardi. Da una analisi di maggiore dettaglio emerge che l’Italia è il primo esportatore europeo negli Stati Uniti sia per la gioielleria con 1,6 miliardi di euro di vendite nel mercato Usa che, nell’ambito delle pelli, per le calzature con 1,4 miliardi di euro.
In chiave territoriale, le regioni maggiormente esposte sul mercato americano per vendite di prodotti dei settori di MPI, con valori superiori alla media nazionale, sono la Toscana con un valore dell’export nei settori in esame che è pari al 2,3% del PIL regionale, il Veneto con l’1,9% del PIL, l’Umbria con l’1,3% del PIL, il Friuli-Venezia Giulia con l’1,2% del PIL, le Marche con l’1,1% del PIL e la Lombardia con l’1,0% del PIL.
Export sul mercato Usa nei settori di micro e piccola impresa nei 27 paesi Ue
2023, % export settori MPI su PIL 2022, Ateco 2007: 10, 13-15, 16, 18, 25, 31 e 32 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Esposizione sul mercato Usa nei settori di micro e piccola impresa per regione
2023, % export settori MPI su PIL 2022, Ateco 2007: 10, 13-15, 16, 18, 25, 31 e 32 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI - Mix velenoso per 86 mila imprese artigiane della meccanica. Granelli: "Serve sostegno a settore automotive"
In Italia 86 mila imprese artigiane della meccanica, che rappresentano il 51,6% delle 167 mila imprese del comparto, stanno subendo gli effetti di un mix velenoso per il settore i cui ingredienti sono la mancata ripresa del commercio internazionale, una stretta monetaria che riduce gli investimenti, la recessione della Germania, primo mercato delle esportazioni italiane e la caduta libera della produzione automobilistica, su cui pesano le incertezze della transizione verso la mobilità elettrica richiesta del Green deal europeo, e che colpisce un ampio indotto presidiato da imprese della meccanica. Questa miscela di fattori recessivi mette a dura prova la resilienza di un comparto chiave del made in Italy in cui lavorano nelle micro e piccole imprese 738 mila occupati, di cui 289 mila nelle imprese artigiane. L’analisi settoriale è proposta nella Nota dell’Ufficio Studi pubblicata oggi ‘Crisi della Meccanica e dell’Automotive: una analisi delle ultime tendenze congiunturali’ predisposta in collaborazione con Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna.
Nel corso dell’estate si acuiscono le incertezze per le imprese della meccanica – già delineate nella nostra ultima analisi condotta a luglio - con una accentuazione del calo della produzione e delle esportazioni. In autunno si assiste ad un peggioramento delle attese sugli ordini e delle previsioni di assunzione da parte delle imprese.
Nei primi nove mesi del 2024 la produzione manifatturiera scende del 3,4%, con cali più pesanti e più ampi della media per i settori della meccanica rappresentati da mezzi trasporto (-9,2%), macchinari e impianti (-4,2%) e metallurgia e metalli (-3,7%).
Pesa il forte peggioramento congiunturale dell’automotive, con la produzione di autoveicoli che nei primi nove mesi del 2024 si riduce del 25,5%. Il 2024 è il terzo anno peggiore del secolo per l’attività di produzione di auto dopo il 2009 (calo del 28,9% nei primi nove mesi dell’anno, a seguito della crisi dei mutui subprime) e il 2020 (cedimento del 28,9% a seguito della pandemia da Covid 19). Rimane elevata l’incertezza della domanda di veicoli elettrici: per raggiungere l’obiettivo al 2030 del Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC), servirebbero 49 mila auto elettriche in più al mese, ma secondo i dati Unrae nei primi dieci mesi del 2024 se ne sono immatricolate poco più di 5 mila al mese. La fase recessiva dell’auto colpisce un ampio indotto, su cui dominano i settori della meccanica: i prodotti in metallo determinano il 9,3% del valore aggiunto della filiera dei mezzi di trasporto su gomme, i macchinari il 6,9% e la metallurgia il 4,2%.
"Per accompagnare la trasformazione tecnologica e produttiva del comparto automotive - sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - sono necessari: sostegni agli investimenti, sviluppo delle competenze, sviluppo infrastrutturale, avvio di strumenti di sostegno in grado di rendere coerente la spinta alla transizione tanto nell’offerta quanto nella domanda. Il taglio delle risorse al Fondo automotive nella legge di Bilancio non va in questa direzione. E' una scelta che va corretta in sede parlamentare per non compromettere la competitività della filiera automobilistica italiana, già duramente provata dalla concorrenza estera".
Ad ottobre 2024 cedono ulteriormente le attese sugli ordini per i settori della meccanica, che presentano diffusi saldi negativi e in peggioramento rispetto a settembre.
Sul calo della produzione di macchinari contribuisce una stretta monetaria che tra giugno 2022 e settembre 2024 ha aumentato di 337 punti base il costo del credito alle imprese. Al crescere del costo del denaro cede la domanda di investimenti in macchinari che nel primo semestre del 2024 scende del 4,6% su base annua, con una intensità più che doppia rispetto al calo dell’1,9% della media Ue a 27. Come era stato segnalato da Confartigianato in estate, sul basso profilo degli investimenti in macchinari pesa ‘l’effetto burocrazia’ per Transizione 5.0, rappresentato da un eccessivo carico di adempimenti imposto alle imprese per accedere agli incentivi che ne frena l’utilizzo.
Al ritardo nella ripresa del commercio internazionale consegue un calo del 4,5% delle esportazioni della meccanica, più severo rispetto al -0,5% della media della manifattura. In particolare, il conclamato secondo anno di recessione in Germania determina una caduta della domanda del maggiore mercato del made in Italy. Nei primi otto mesi del 2024 la flessione dell’export verso la Germania dei prodotti della meccanica e dell’automotive arriva al -12,3%, più del doppio rispetto al -5,6% del totale delle esportazioni totali nel paese e su cui influisce la riduzione di oltre un quarto (-27,3%) delle esportazioni di autoveicoli sul mercato tedesco.
Il difficile ciclo congiunturale di moda e meccanica determina una forte diminuzione delle previsioni di assunzione che nel trimestre novembre 2024-gennaio 2025 scendono del 19,3% su base annua rispetto lo stesso periodo del 2023 - pari a 25 mila entrate in meno nel trimestre – e con una intensità quasi doppia rispetto al -9,9% della media della manifattura. In parallelo cresce l’utilizzo degli ammortizzatori sociali: nella Nota dell’Ufficio Studi viene proposta una analisi sull’aumento del ricorso alle integrazioni salariali nelle imprese artigiane della meccanica.
L'esposizione alla crisi della meccanica dei territori - Gli occupati nelle micro e piccole imprese (MPI) della meccanica rappresentano il 4,2% dell’occupazione delle imprese italiane. L’impatto del ciclo sfavorevole del settore può essere più intenso nei territori con una maggiore specializzazione nella produzione meccanica realizzata dalla MPI. In chiave regionale, si osserva un peso dell’occupazione del sistema di piccola impresa della meccanica più elevato della media in Emilia-Romagna con 6,2%, Veneto con 6,1%, Marche con 5,5%, Friuli-Venezia Giulia con 5,3%, Piemonte con 5,3%, Lombardia con 4,9% e Umbria con 4,4%.
I dati sulle imprese e addetti della meccanica per regione provincia sono proposti nell'Appendice statistica al Rapporto Meccanica 2024 mentre una analisi della domanda di energia del settore è contenuta nell’analisi dell’Ufficio Studi pubblicata ieri su QE-Quotidiano energia.
Attese sugli ordini nei comparti di riferimento della Meccanica nel 2024
Gennaio 2024-ottobre 2024. Saldo tra % risposte "aumento" e quelle "diminuzione" - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Peso degli addetti in MPI della Meccanica con meno di 50 addetti su addetti del totale economia per regione
Anno 2021. % addetti in MPI attive. Ateco 2007: 24, 25, 28, 29 e 33 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
INNOVAZIONE - Confartigianato Imprese presenta “Gate4Innovation”, un nuovo Polo di Innovazione Digitale per le MPMI e l’esperienza della collaborazione con Würth Italia
L'11 novembre 2024, presso la sede di APA Confartigianato Imprese a Monza, si è tenuta una giornata dedicata al ruolo strategico della tecnologia e dell’innovazione per le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI), con il lancio dell'iniziativa "Gate4Innovation" e la collaborazione di Würth Italia, azienda di punta nell'innovazione 5.0 e nella fornitura di soluzioni avanzate per le imprese.
L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo imprenditoriale e tecnologico, riuniti per discutere delle sfide e delle opportunità che le nuove tecnologie offrono alle piccole imprese in un mercato in costante evoluzione. Come emerso durante l’incontro, per le imprese l’adozione di tecnologie avanzate rappresenta oggi un’opportunità strategica per migliorare l’efficienza, ottimizzare i processi produttivi e rispondere con maggiore agilità alle necessità dei clienti.
La giornata si è aperta con il saluto di benvenuto da parte di Giovanni Mantegazza, Presidente di APA Confartigianato Imprese Milano-Monza e Brianza, che ha sottolineato l’importanza di momenti di confronto come questo per il rafforzamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) del territorio.
Tra i temi principali della giornata, Andrea Scalia, Responsabile Innovazione, Reti e Progetti di Coesione di Confartigianato Imprese, ha presentato “Gate4Innovation”, un'iniziativa di assessment digitale dedicata alle MPMI. Grazie a questa iniziativa, le imprese potranno ricevere un’analisi mirata del loro livello di digitalizzazione per facilitare l’adozione di tecnologie avanzate all’interno dei propri processi produttivi.
A seguire, Andrea Cichellero, rappresentante del Digital Innovation Hub di Confartigianato Imprese Vicenza, ha approfondito il tema delle tecnologie "Phygital", un concetto innovativo che fonde mondo fisico e digitale, aprendo nuove prospettive per le imprese. La collaborazione con Würth, partner internazionale di Confartigianato specializzato in soluzioni per le imprese e leader nell’innovazione 5.0, si è rivelata preziosa per offrire ai partecipanti un’analisi dettagliata delle opportunità fornite dall’adozione delle tecnologie phygital.
Daniel Sechi, di Würth Italia, ha illustrato come la realtà estesa e l’Intelligenza Artificiale stiano rivoluzionando il modo in cui le aziende affrontano le sfide produttive, con applicazioni concrete che vanno dalla manutenzione impianti alla meccanica di produzione.
La giornata si è conclusa con una serie di dimostrazioni pratiche, nelle quali i partecipanti hanno potuto osservare l'applicazione delle tecnologie di realtà mista e realtà aumentata, con un focus sulle soluzioni per la manutenzione impianti e la meccanica di produzione. Queste tecnologie rappresentano un vero e proprio salto qualitativo per le MPMI, fornendo nuovi strumenti per migliorare la precisione e l’efficacia dei processi, riducendo al contempo i tempi di inattività e i costi operativi.
L'evento ha ribadito l’importanza della sinergia tra innovazione tecnologica e supporto imprenditoriale, ponendo Confartigianato e i suoi partner come protagonisti nella trasformazione digitale delle MPMI italiane.
BERGAMO - Scambi internazionali: dirigenti sudamericani in tirocinio presso Confartigianato Bergamo. Il 21 novembre convegno sulle opportunità di business per le PMI
Due dirigenti sudamericani che ricoprono incarichi in associazioni di rappresentanza delle PMI, provenienti rispettivamente dall’Argentina e dal Messico, sono ospiti per un mese nella sede di Confartigianato Imprese Bergamo per un periodo di tirocinio e di reciproco scambio di buone prassi formative, professionali e gestionali.
L’esperienza, giunta al secondo anno, è nata dalla convenzione stipulata con IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino-americana, nell’ambito del progetto denominato “Habilitas”.
Con il sostegno del Ministero degli Esteri, il progetto “Habilitas” coinvolge diverse associazioni di categoria aderenti a Confartigianato e prevede l’inserimento di borsisti latinoamericani affinché conoscano la realtà sociale ed economica dei singoli territori, approfondiscano i servizi alle piccole e medie imprese, visitino realtà produttive associate e incontrino enti ed istituzioni locali.
I due dirigenti, che resteranno a Bergamo fino al 27 novembre, sono Natalia Cecilia Del Cogliano, consulente dell’Associazione degli Industriali Metallurgici della Repubblica Argentina (ADIMRA), e Gustavo Mauricio Núñez Avendaño, presidente del Comitato delle Micro e Piccole Imprese di COPARMEX – Confederazione Patronale della Repubblica Messicana.
Gli ospiti sudamericani hanno iniziato il loro tirocinio lunedì 4 novembre, quando sono stati accolti dal presidente Giacinto Giambellini e dal direttore Stefano Maroni e hanno iniziato a visitare le diverse aree della sede di via Torretta.
Ciascun funzionario di Confartigianato Imprese Bergamo ha illustrato loro il proprio servizio, soffermandosi sui benefici prodotti dalle rispettive attività nei confronti delle imprese associate, sui processi di erogazione dei servizi stessi e il successivo monitoraggio.
Il progetto di tirocinio potrà poi sfociare in collaborazioni e contatti con le imprese associate e per questo motivo, durante questo mese di permanenza, saranno anche pianificati incontri con le aziende, finalizzati alla conoscenza della loro attività.
Sempre con l’obiettivo di sondare possibili partnership con le imprese artigiane bergamasche (particolarmente se operanti nei mestieri della produzione, impiantistica, grafica, arte e comunicazione, edilizia e area casa), i due dirigenti saranno anche relatori, giovedì 21 novembre alle 18.30 presso l’Auditorium di Confartigianato Imprese Bergamo, del convegno “Opportunità dei mercati dell'Argentina e del Messico: Commercio e collaborazioni industriali”, che mira ad approfondire le potenzialità di collaborazione con l’Argentina e il Messico.
L’incontro illustrerà le opportunità offerte dai due mercati, con un focus su commercio e sinergie industriali per le piccole e medie imprese italiane. Questo appuntamento rappresenta un’importante occasione per le imprese bergamasche interessate ad espandere il proprio network e ad avviare collaborazioni su scala internazionale.
I lavori, moderati da Josè Luis Rhi-Sausi, esperto di relazioni italo-latinoamericane e coordinatore del Foro Pymes e del progetto Habilitas IILA, saranno aperti dal presidente Giacinto Giambellini.
A seguire, Gustavo Mauricio Núñez Avendaño illustrerà le potenzialità e le sfide del mercato messicano, e Natalia Cecilia Del Cogliano approfondirà le prospettive di sviluppo e collaborazione con il mercato argentino.
Dario Pellegrini (rappresentante per l’Italia dell’Associazione Parchi Industriali Argentini - APIA), parlerà di imprenditorialità e dinamismo delle imprese argentine: a cosa può servire la collaborazione tra i due Paesi. Al termine, “Question Time” e chiusura lavori a cura di Josè Luis Rhi-Sausi.
Durante la sessione, i partecipanti avranno la possibilità di confrontarsi direttamente con i relatori, ponendo domande e ricevendo chiarimenti su come accedere ai mercati di Argentina e Messico.
È possibile iscriversi al convegno dal sito internet di Confartigianato Bergamo: www.confartigianatobergamo.it.