EUROPA - Progetto UE DigiSOC: Confartigianato a Barcellona per promuovere il dialogo sociale attraverso la digitalizzazione
Confartigianato Imprese è stata presente a Barcellona presso la sede di PIMEC (Organizzazione catalana di rappresentanza delle micro e PMI) all'incontro di coordinamento previsto nell'ambito del Progetto europeo DigiSoc-Digital Social Partners, che ha preso ufficialmente il via a ottobre 2022.
Con il coinvolgimento di SMEUnited e di organizzazioni datoriali provenienti da tutta Europa (Romania, Slovenia, Spagna, Lituania, Ungheria, Cipro e Italia), il Progetto DigiSOC intende approfondire il tema dell’utilizzo degli strumenti digitali nel mercato del lavoro, nell'ambito dell’Accordo quadro sulla digitalizzazione concluso dalle Parti sociali europee nel 2020. Il progetto mira al rafforzamento delle parti sociali europee, promuovendo momenti di formazione e strumenti ad hoc per garantire una maggiore diffusione di notizie ed informazioni sulle politiche UE in ambito sociale.
Durante l’incontro a Barcellona, Confartigianato Imprese ha potuto confrontarsi con gli altri partner sulle prossime tappe del progetto, che prevedono anche l’organizzazione di un seminario nazionale relativo al ruolo della digitalizzazione nell’evoluzione del mercato del lavoro. Il seminario nazionale che Confartigianato Imprese ha organizzato su “L’impatto della digitalizzazione nel mercato del lavoro” si terrà il 12 aprile p.v. I dati raccolti tramite i seminari nazionali organizzati nei sette paesi coinvolti nel progetto verranno raccolti in un report comparativo finale, che verrà presentato durante la conferenza finale di DigiSoc prevista per settembre 2024.
Nel corso della visita, Confartigianato Imprese ha avuto modo di rafforzare le proprie relazioni con alcune delle più importanti organizzazioni che fanno parte di SMEUnited, confermando ancora una volta il suo impegno nel dar voce anche in ambito europeo alle necessità e ai bisogni delle micro e piccole imprese italiane.
EVENTI - Montagna Futura: 1° Seminario Belluno - Progettazione e azione turistica di fronte ai cambiamenti climatici
Parte oggi dal Veneto, e non a caso da Belluno, il percorso di approfondimento ‘Montagna futura’ di Confartigianato che si snoderà in quattro tappe attraverso le vocazioni territoriali di altrettante regioni italiane e culminerà in un evento finale a Roma. In questo ‘viaggio’ Confartigianato analizzerà le trasformazioni che nei prossimi anni interesseranno questi contesti fragili. I cambiamenti climatici, demografici, sociali e tecnologici stanno infatti sviluppando dinamiche tali da modificare fortemente l’assetto abitativo e produttivo della montagna italiana e le prospettive dell’artigianato e delle piccole imprese.
“Il Percorso "MONTAGNA FUTURA" nasce dalla consapevolezza delle nuove opportunità offerte all’ecosistema montagna, complice anche il disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (in fase di avvio l’iter parlamentare). I territori montani da “aree svantaggiate” potrebbero ora diventare contesti di opportunità, ed i fenomeni climatici e tecnologici potranno dare forma a nuove dinamiche territoriali ed economiche”. Lo ha affermato Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto nell’aprire i lavori del seminario “Le terre alte davanti a nuovi scenari climatici: il tempo della progettazione e dell’azione per il turismo” organizzato oggi a Belluno da Confartigianato Imprese, Confartigianato Imprese Veneto e Confartigianato Imprese Belluno, moderato da Roberta Corbò, Responsabile patrimoni territoriali, comunità locali e turismo di Confartigianato Imprese. Seminario che ha visto, oltre ai saluti di Claudia Scarzanella - Presidente Confartigianato Imprese Belluno; Oscar De Pellegrin - Sindaco di Belluno; Roberto Padrin - Presidente Provincia Belluno e Gianpaolo Bottacin - Assessore all'Ambiente, Clima, Protezione civile, Dissesto idrogeologico, i contributi di Valentina Coleselli - Direttrice Fondazione DMO Dolomiti Bellunesi; Michele Basso - Direttore Confartigianato Imprese Belluno e Consigliere Fondazione DMO Dolomiti Bellunesi e Valentina Boschetto Doorly - Docente, Manager, Futurologa, Strategic Foresight Senior Expert.
“Vanno però superati -ha proseguito Boschetto-, alcuni problemi di fondo che vanno risolti con politiche mirate. L’inverno demografico che coinvolge le aree montane in misura maggiore rispetto al resto della regione sia la popolazione che le imprese, potrebbero subire una forte accelerazione se non verranno individuati tempestivamente strumenti opportuni. Il problema demografico si accompagna ad uno spopolamento legato al venir meno della competitività dei territori e alla minore attrattività verso i giovani. Un ulteriore trend significativo è l’invecchiamento della popolazione che impatta sul mercato del lavoro e sulle dinamiche imprenditoriali. A tale riguardo, ad onor di cronaca, va evidenziato che da alcuni anni è in atto una progressiva riduzione del numero delle imprese che si accompagna però ad una diversa strutturazione delle stesse: le dimensioni medie delle imprese montane sono cresciute confermando quindi le eccellenze ed il saper fare tipici di questi territori. Un altro dato da attenzionare è il numero di istituti di cura che non garantisce servizi socio sanitari adeguati ai bisogni della popolazione, così come i servizi dati dagli sportelli bancari. Il territorio montano sconta inoltre una fragilità della diffusione di internet: solo il 29% delle famiglie ha una adeguata connessione. Crediamo, e mi rivolgo in primis ai decisori pubblici -ha concluso-, necessaria una condivisione tra tutti gli stakeholder di politiche che siano in grado di garantire servizi anche educativi oltre che assistenziali affinché le esigenze dei giovani e delle famiglie vengano soddisfatte e non risentano di logiche di costo”.
“I cambiamenti climatici sono una realtà. L’agenza della Regione Veneto ARPAV ha, ad esempio, registrato un aumento di 1.5 gradi della temperatura media negli ultimi trent’anni e ben di 0,57 gradi negli ultimi 10 e gli effetti estremi oramai si susseguono -ha esordito Gianpaolo Bottacin, Assessore all'Ambiente e Dissesto idrogeologico-. La Regione e il mio Assessorato sono impegnati in forti azioni di adattamento e mitigazione. Adattamento per il quale sono stati già messi a terra interventi per 1,8 miliardi di euro in 9 anni e, solo nel bellunese, 1.800 cantieri in 4 anni per 700 milioni di euro. Cantieri che, grazie ad una deroga nelle procedure della Protezione Civile sono stati appaltati ad imprese del territorio. Nell’ambito della mitigazione abbiamo già approvato il Piano Trasporti ed a breve andrà in Giunta il nuovo Piano Energetico che prevederà di sfruttare la grande opportunità del fotovoltaico (dove ci sono grandi margini di crescita) ma anche l’idroelettrico. Fonte rinnovabile quest’ultima non più estensibile ma che, grazie all’opportunità data da una norma nazionale, vede la nostra Regione allo stesso grado di autonomia di Trento e Bolzano. Questo significa che a scadenza delle concessioni ci saranno ricadute per milioni di euro per il territorio. Vero federalismo applicato”
“Siamo particolarmente orgogliosi che, grazie ad un lavoro di squadra ammirevole la riflessione di Confartigianato sulla Montagna parte da Belluno. -ha affermato Claudia Scarzanella Presidente Confartigianato Imprese Belluno- Gli artigiani sono attori fondamentali per il processo di cambiamento e adattamento che ci stanno chiedendo la natura e la società. Alta qualità, sostenibilità, basso impatto ambientale, riuso, durabilità del prodotto e flessibilità sono aspetti tangibili ma anche valoriali. Ciò deve diventare elemento fondamentale per valorizzare l’artigianato e i suoi prodotti ma anche i territori che li producono, diventando così determinanti per l’accoglienza e l’attrattività. Per noi è particolarmente importante se pensiamo ai numeri sullo spopolamento (-5,1% nel decennio 2011-2021 - stima su dati Demoistat) e all’invecchiamento che vedono le nostre comunità impoverite dove spesso si fatica a garantire i servizi essenziali. Ci affacciamo anche al grande evento delle Olimpiadi che deve essere occasione per consolidare le risposte ai bisogni del nostro territorio. Questa è una sfida possibile solo grazie al confronto tra le governance locali e ad una collaborazione coordinata tra pubblico e privato. E quello di oggi può essere esercizio virtuoso dove la Confartigianato con le sue imprese ha un ruolo essenziale nel dialogo costruttivo per la montagna del futuro”.
“Le esigenze di un territorio così vasto e a “geografia complessa” – ha detto Valentina Boschetto Doorly- devono essere misurate e valutate con nuovi strumenti come è lo Strategy foresight. I mega trend di cambiamento climatico, demografico, sociale e tecnologico stanno sviluppando impatti tali da modificare fortemente gli equilibri ambientali, sociali e produttivi della montagna italiana. Con questa metodologia che li studia e analizza, è possibile creare e sviluppare dei percorsi per l’adattamento e riprogettazione dei territori e nel nostro caso, della montagna”.
Alcuni dati di contesto
Il primo dato di rilievo è che la popolazione dei comuni montani veneti, tra il 1961 ed il 2022, è scesa di circa 35mila persone pari al -8% (da 445mila a 409mila) ma, nel frattempo, nel resto del Veneto è crescita dal +31% arrivando a 4 milioni 445mila. Una contrazione che si è interrotta tra il 1991 ed il 2011 per poi riprendere con vigore nell’ultimo decennio. Un territorio che non attrae più nemmeno gli stranieri. L’incidenza sulla popolazione è scesa tra il 2011 e il 2021 dal 7,4% al 6,9% e risulta oggi 4 punti percentuali sotto il 10,7% dei comuni non montani.
Per quanto riguarda l’economia, sono quasi 130mila gli occupati nel privato nelle aree montane con un mercato del lavoro che si muove più o meno in linea con il resto della regione (+3,3% negli ultimi 10 anni). Quello che cambia è rapporto tra addetti (del privato) e la popolazione che vede i comuni montani (49,6%) molto al di sotto del 57,7% delle altre aree. Ad una occupazione in crescita fa da contraltare il dato preoccupante della riduzione delle unità locali che è in atto, incessantemente, dal 2012 ad oggi (-7,9%). Un calo più che doppio rispetto a quanto avvenuto nei comuni non montani. Soffrono quindi, in montagna, particolarmente le piccole imprese, quelle con meno di 9 addetti. Tengono invece quelle più strutturate. Anche il reddito medio imponibile per contribuente, pur avendo un andamento crescente simile a quello regionale, dal 2012 al 2019 nei comuni montani si è mantenuto al di sotto circa del -8%.
STUDI – Le nuove imprese che sopravvivono, dopo cinque anni raddoppiano (+112,7%) gli occupati
In uno scenario economico caratterizzato da una prolungata stretta monetaria e dalle incertezze derivanti dal turbolento quadro geopolitico, il saldo del 2023 per le imprese italiane resta positivo, pur con alcune differenziazioni settoriali. In salita lo stock delle imprese per costruzioni e servizi non commerciali, mentre si osserva una flessione per le imprese della manifattura e del commercio.
Il saldo positivo di 42mila imprese registrato da Movimprese è la risultante di 312mila iscrizioni e 270mila cessazioni. Per le imprese artigiane il saldo è positivo per 4mila unità, combinazione di 83mila iscrizioni e 79 mila cessazioni. Tenuto conto delle 260 giornate all’anno in cui è possibile registrare un’impresa, nel corso del 2023 sono nate 320 imprese artigiane al giorno.
La “distruzione creativa” delle nuove imprese – Nella teoria economica schumpeteriana la “distruzione creativa” descrive il processo di mutazione di una economia mediante la scomparsa di strutture vecchie e la creazione di nuove. In questa prospettiva la generazione di impresa, inserita in un contesto fortemente competitivo, si caratterizza con processi ‘distruttivi’ e di selezione naturale, in cui sopravvivono i soggetti più forti.
Sulla base degli ultimi dati Istat sugli effetti occupazionali della demografia d’impresa, si osserva che delle 296mila imprese nate nel 2016, dopo cinque anni, nel 2021, ne sopravvivono meno della metà, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 46,4%. Ma questo fenomeno di selezione determina un rafforzamento della struttura delle imprese, con un effetto positivo sull’economia nel suo complesso. Nell’anno della nascita, il 2016, tutte le imprese nate determinavano un occupazione di 349mila addetti. Nel corso del quinquennio le 159mila imprese che non sopravvivono e chiudono l’attività determinano una perdita di 180mila addetti. Tale calo, però, è più che compensato dalle imprese di successo, che sopravvivono e che nel quinquennio guadagnano 190mila addetti e nel 2021 danno complessivamente lavoro a 359mila addetti, con un aumento per l’economia nel suo complesso di 10mila occupati, il 3% in più. Tale andamento non è omogeneo tra i settori: la crescita di 10mila addetti è la combinazione di un aumento di 13mila addetti nella manifattura e di 3mila addetti nelle costruzioni a fronte di una diminuzione di 5mila addetti nel commercio e di mille negli altri servizi.
Le imprese che sopravvivono escono rafforzate: nell’anno della nascita la dimensione media era di 1,3 addetti per impresa mentre dopo cinque anni è più che raddoppiata (+112,7%), salendo a 2,6 addetti per impresa.
La dinamica decennale delle imprese (2014-2024) – Nel focus settoriale curato dall’Ufficio Studi questa settimana in QE-Quotidiano Energia si evidenzia che nel lungo periodo il settore energetico è risultato il più performante nella demografia d’impresa, in parallelo alla crescente diffusione di impianti di energia da fonti rinnovabili. A febbraio 2024 le imprese attive nell’energia e utilities sono salite del 22,1% rispetto a dieci anni prima. Nell’ultimo decennio il totale delle imprese è calato dell’1,3%, combinazione di una caduta del 10,0% delle imprese agricole e della tenuta (+0,2%) delle imprese non agricole. Tra gli altri settori si è osservata una forte selezione per le imprese della manifattura (-12,9%) e del commercio (-9,7%). In calo (-3,3%) anche le imprese delle costruzioni. La tenuta del numero delle imprese non agricole è sostenuta dalla crescita del 14,0% dei servizi (escluso il commercio). Nel terziario, le imprese risultano in salita del 9,4% nei servizi turistici, del 15,1% negli altri servizi alle persone e del 15,5% nei servizi alle imprese. Tra questi ultimi, si osserva un maggiore dinamismo delle imprese di sanità e assistenza sociale con +34,8%, noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese con +32,1%, attività professionali, scientifiche e tecniche con +31,7%, attività artistiche, sportive, di intrattenimento con +21%, attività finanziarie e assicurative con +19% e servizi di informazione e comunicazione con +14,5%.
Dinamica a cinque anni dalla nascita dell’occupazione delle imprese nate nel 2016
2016-2021 – var. assolute numero di addetti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Imprese attive e trend in dieci anni per settore
febbraio 2024, imprese attive, var. ass. e var. % vs febbraio 2014 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su opendata CCIAA Marche di fonte InfoCamere
BENESSERE - Confartigianato Benessere lancia una guida che fa chiarezza sulle apparecchiature estetiche
Il Cosmoprof appena concluso ha ospitato una grande varietà di macchinari estetici, dai più tradizionali ai più innovativi ponendo all'attenzione degli operatori tecnologie dalle grandi potenzialità, per le finalità più diverse.
Ma l’acquisto delle apparecchiature elettromeccaniche è un passo impegnativo per le aziende estetiche, sia in ragione del loro costo quasi sempre consistente, sia perché in alcuni casi comporta la disponibilità di spazi maggiori, l’adeguamento delle infrastrutture e delle risorse umane. L’estetista, perciò, deve conoscere, comprendere e valutare correttamente tutti gli elementi necessari a individuare le soluzioni migliori evitando di incorrere in errori che possano mettere in difficoltà l'organizzazione della propria azienda.
Anche l'utilizzo delle apparecchiature richiede un adeguato bagaglio di conoscenze sia sul piano tecnico-scientifico che sul piano normativo, essendo regolato dal DM 206/2015, che reca in allegato l’elenco delle attrezzature il cui utilizzo è consentito.
Alcune delle strumentazioni riportate in elenco sono molto semplici e di banale utilizzo, mentre altre necessitano di particolari attenzioni da parte dell’operatore relativamente alle modalità di esercizio e di applicazione nonchè alle cautele d’uso.
Inoltre, successivamente all’emanazione del Decreto 206/2015, sono state introdotte sul mercato tecniche innovative erroneamente ritenute applicabili da parte dell’estetista perché proposte come riconducibili a schede presenti in elenco.
E' quindi quanto mai importante fare chiarezza di fronte ad un'offerta spesso indiscriminata, che rischia di trarre in inganno gli operatori.
Confartigianato Benessere ha perciò voluto fugare ogni possibile dubbio al riguardo con la Guida “Apparecchiature estetiche. Cosa è importante sapere!” realizzata con la collaborazione tecnica di FAPIB, uno strumento agile e di facile lettura, che richiama l'attenzione in particolare su alcune apparecchiature il cui utilizzo richiede particolari cautele e che individua in modo inequivocabile quelle che non possono essere utilizzate.
La Guida, che è stata presentata in occasione del Cosmoprof, è ora disponibile presso le strutture territoriali di Confartigianato.
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