STUDI – Nei due anni di guerra, maggiore crescita dell’occupazione nei territori con alta presenza dell’artigianato

Nei due anni di guerra in Ucraina, nonostante il sovrapporsi di una crescente incertezza, di un violento shock energetico, di una accentuata stretta monetaria e della perdita del potere di acquisto delle famiglie, il tasso di occupazione in Italia è passato dal 58,2% del 2021 al 61,5% del 2023 salendo di 3,3 punti percentuali e i territori più performanti sono caratterizzati da una maggiore presenza di imprese artigiane. L’analisi svolta in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato è contenuta nel report ‘IA e complementarietà, l’equazione dell’Intelligenza Artigiana - Key data della cultura artigiana’ predisposto dall’Ufficio Studi in occasione della 3a Giornata della cultura artigiana. Qui per scaricarlo e qui per gli highlights. L’evento celebrativo della Giornata si è svolto lo scorso 19 marzo a Pesaro, Capitale italiana della Cultura 2024. Qui per rivedere l’evento in streaming.

Nelle 7 regioni con la migliore performance di recupero del tasso di occupazione tra il 2021 e il 2023 l'artigianato rappresenta il 18,4% degli occupati delle imprese presenti in queste regioni, quota di 5 punti superiore al 13,4% delle restanti 13 regioni. Queste 7 regioni rappresentano il 35% dell’occupazione dell’artigianato italiano. Nel dettaglio si osserva un recupero del tasso di occupazione nel 2023 rispetto al 2021 superiore ai 3,5 punti percentuali in Valle d’Aosta (+5,2 punti percentuali), Veneto (+4,8 punti percentuali), Molise (+4,6 punti percentuali), Puglia (+4 punti percentuali), Liguria (+3,9 punti percentuali), Sicilia (+3,8 punti percentuali) e Toscana (+3,7 punti percentuali).

Nelle 20 province più performanti per crescita del tasso di occupazione tra il 2021 e il 2023 l'artigianato rappresenta il 18,2 % degli occupati delle imprese presenti in questi territori, quota superiore di quasi quattro punti al 14,4% delle restanti province. La crescita sostenuta dell'occupazione nei due anni di guerra non risulta polarizzata in un’unica area del Paese ma al contrario risulta diffusa lungo lo stivale: il 45,2% delle province più performanti – con crescita del tasso di occupazione superiore a 3,5 punti percentuali - sono localizzate nel Mezzogiorno, il 35,7% nel Nord e il 19,0% nel Centro.

In 18 province la presenza dell’artigianato è superiore alla media nazionale (14,8%), e nel dettaglio a Padova con un aumento del tasso di occupazione di 9 punti percentuali, ad Ascoli Piceno con +7,6 punti percentuali, a Prato con +6,4 punti percentuali, a Catanzaro con +6,3 punti percentuali, a Catania con +6,1 punti percentuali, a Brindisi con +5,6 punti percentuali, a Verona con +5,3 punti percentuali, a Campobasso con +5,2 punti percentuali, in Valle d’Aosta, Novara e con Agrigento +5,2 punti percentuali, a Biella con +5,1 punti percentuali, a Lecce con +5 punti percentuali. Seguono Venezia, Cremona, Vercelli e Genova con +4,9 punti percentuali.

Incrementi del tasso di occupazione nel biennio 2021-2023 superiori a 3,5 punti percentuali in altri 14 territori ad alta vocazione artigiana: Chieti, Lucca, Messina, Pescara, Rieti, La Spezia, Vibo Valentia, Verbano-Cusio-Ossola, Barletta-Andria-Trani, Bolzano, Arezzo, Rovigo, Trapani e Ragusa. Tutti i dati di dettaglio sono contenuti nel report.

 
Dinamica del tasso occupazione nei due anni di guerra in Ucraina nelle regioni
Anno 2023. Variazione cumulata in punti percentuali rispetto al 2021, 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

32 province a maggior presenza di artigianato con migliore crescita del tasso di occupazione nei due anni di guerra
Anno 2023. Variazione cumulata in punti percentuali rispetto al 2021, 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 


STUDI – Consumi deboli, ma a Pasqua vince la qualità, con 5mila prodotti della tradizione e l’offerta di 38mila imprese artigiane

I consumi tipici del periodo di Pasqua sono caratterizzati dai prodotti della tradizione, in particolare del comparto dolciario, un settore ad elevata vocazione artigianale. In Italia sono interessate dai consumi tipici dei dolci pasquali oltre 54 mila pasticcerie e imprese del settore dolciario – comparto che include pasticceria fresca, gelati, biscotti, cacao, cioccolato, confetteria, etc. – con una alta vocazione artigianale: sono oltre 38 mila le imprese artigiane, che rappresentano il 71,0% delle imprese totali del settore. I dati per territorio nell’Appendice statistica ‘Pasticcerie e imprese del settore dolciario nel 2023’ elaborata in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia. Qui per scaricarla.

Il contesto in cui operano le imprese del comparto dolciario è caratterizzato da incertezze e da una  stazionarietà (-0,1% nel quarto trimestre) dei consumi di beni non durevoli, seppur in miglioramento rispetto ai due trimestri precedenti.

Il ‘dolce’ rientro dell’inflazione nella pasticceria – Nonostante il persistere di alcune tensioni sui prezzi delle materie prime, si osserva un deciso rallentamento della dinamica dei prezzi della pasticceria. Per il prezzo alla produzione dello zucchero nel 2023 si è registrato un aumento del 28,4% su base annua, mentre le quotazioni del cacao sui mercati internazionali a febbraio 2024 sono più che raddoppiate (+107,9%) rispetto ad un anno prima. Queste pressioni sui costi, anche grazie all’utilizzo di materie prime acquistate con prezzi più contenuti, non hanno ricadute pesanti sui prezzi al consumo che, per la pasticceria, sono in ‘dolce’ rallentamento. A febbraio 2024 i prezzi al consumo dei prodotti alimentari  salgono del +4,0% mentre i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca registrano un ritmo di crescita più attenuato, fermandosi al +3,3%, in discesa rispetto al +3,9% di gennaio e al +4,2% di dicembre 2023.

Nei due anni di guerra in Ucraina, nonostante il sovrapporsi di una crescente incertezza e la pressione dei costi energetici, i  prezzi della pasticceria fresca nel 2024 (media ultimi dodici mesi a febbraio) sono cresciuti del 10,9%, tre punti  e mezzo in meno del tasso di inflazione (+14,4%), meno della metà dei prezzi dei prodotti alimentari (+21,2%) e dei prezzi della pasticceria confezionata (+23,6%).

Sulla tavola di Pasqua con oltre 5mila prodotti della tradizione - Anche i consumi tipici della Pasqua sono caratterizzati dai  biodiversità della produzione agroalimentare italiana ad elevata vocazione artigianale che, grazie alla ricchezza delle varie culture presenti nel nostro Paese, si declina in 5.547 prodotti agroalimentari tradizionali monitorati dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo. Già per San Giuseppe, in evidenza sul Tg1 Rai le specialità tipiche dei maestri dolciari di Confartigianato.

Per tipologia dei prodotti, primeggiano le paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria con 1.639 prodotti, pari al 29,5% del totale, seguiti da 1.597 Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, pari al 28,8% del totale: queste due tipologie di prodotti concentrano ben il 58,3% del totale. Tra le regioni primeggia la Campania - 1a regione in Italia e nel Mezzogiorno - con 593 prodotti (10,7% del totale), seguita da Lazio – 1a regione del Centro - con 465 prodotti (8,4%), Toscana con 464 prodotti (8,4%), Emilia-Romagna - 1a regione del Nord est - con 402 prodotti (7,2%), Veneto con 390 prodotti (7,0%), Puglia con 349 prodotti (6,3%), Piemonte - 1a regione del Nord Ovest - con 343 prodotti (6,2%), Liguria con 301 prodotti (5,4%), Sicilia con 279 prodotti (5,0%), Calabria e Lombardia, entrambe con 270 prodotti (4,9%).

Cresce la difficoltà di reperimento dei pasticceri artigiani – Nel 2023 le entrate delle imprese per le professioni di Pasticcieri, gelatai e conservieri artigianali e Panettieri e pastai artigianali salgono a 24.510, in aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente, ma sale anche carenza per queste tipologie di lavoratori specializzati: 13.970 entrate, pari al 57,0%, risultano di difficile reperimento, pari al 57,0%, i aumento di 13,9 punti rispetto al 43,1% registrato l’anno precedente.

Tre le maggiori regioni, con almeno mille assunzioni nelle professioni della pasticceria, la difficoltà di reperimento più elevata, e superiore alle media, si osserva in Lombardia con 4.110 entrate di cui il 66,2% difficili da reperire, Sicilia con 1.870 entrate di cui il 62,0% difficili da reperire, Marche con 1.000 entrate di cui il 62% difficili da reperire, Veneto con 1.440 entrate di cui il 61,8% difficili da reperire, Toscana con 1.130 entrate di cui il 61,1% difficili da reperire ed Emilia Romagna con 2.690 entrate di cui il 61,0% difficili da reperire.  I dati di dettaglio nell’Appendice.

 
Prodotti agroalimentari tradizionali per tipologia
Anno 2023 - Numero prodotti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Masaf

 
Prodotti agroalimentari tradizionali per regione
Anno 2023 - Numero prodotti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Masaf

 
Entrate di Pasticcieri, gelatai e conservieri e Panettieri e pastai artigianali difficili da reperire per regione
Anno 2023 - % su totale entrate - categorie professionali 65.12 e 65.13 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere - Anpal


STUDI – Giornata europea del gelato artigianale, in Italia 9mila laboratori, 2 su 3 sono artigiani e una spesa di 1,7 mld euro

 Domenica prossima, 24 marzo, si celebra la Giornata europea del gelato artigianale,  istituita dal Parlamento Europeo nel 2012 sottolineando, tra le motivazioni, che “tra i prodotti lattiero-caseari freschi, il gelato artigianale rappresenta l’eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare, che valorizza i prodotti agro-alimentari di ogni singolo Stato membro”. Inoltre, si intendono favorire le scelte dei consumatori sempre più orientate verso "alimenti sani, più nutrienti, più gustosi e ottenuti con metodi tradizionali che non si ripercuotano sull'ambiente" e per sostenere la "produzione di qualità rappresentata dal gelato artigianale quale settore di competitività per l'economia europea". La Giornata, inoltre, vuole sottolineare il ruolo delle gelaterie europee nella creazione di lavoro, soprattutto giovanile, e sostenere un consumo di gelato che si è progressivamente destagionalizzato, creando valore lungo tutto l’anno.

I  consumi - L’elaborazione dei dati dell’Istat sui consumi consente di stimare per il 2023 in Italia una spesa delle famiglie per gelati pari a 1.703 milioni di euro. In chiave territoriale, la spesa per le famiglie per gelati più elevata si riscontra in Lombardia con 315 milioni di euro, seguita da Lazio con 167 milioni, Veneto con 147 milioni,  Emilia-Romagna con 142 milioni,  Piemonte con 140 milioni Campania con 130 milioni, Sicilia con 121 milioni, Toscana con 105 milioni, Puglia con 96 milioni.

I laboratori di gelateria ad alta vocazione artigiana - L’analisi sul sistema di offerta, svolta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, evidenzia la presenza nel 2023 di 9.235 laboratori di gelateria per cui è elevata la vocazione artigiana: le 6.173 gelaterie artigiane rappresentano, infatti, il 66,8% del totale, quota tripla rispetto al 21,3% registrato per il totale economia nazionale.

Va considerato che il perimetro dell’artigianato del gelato è comunque più ampio, coinvolgendo i segmenti delle pasticcerie che producono dolci con il gelato e dei laboratori che producono gelati senza vendita al dettaglio. In tal senso nostre precedenti analisi hanno valutato che il 43,8% della spesa delle famiglie è intercettabile da parte delle gelaterie artigianali e micro e piccole imprese a vocazione artigiana.

La diffusione sul territorio -  Tra le principali regioni, si stima una presenza maggiore di laboratori di gelateria in Lombardia dove se ne contano 1.552 pari al 16,8% dei laboratori presenti in tutta la penisola, a cui segue il Veneto con 1.180 laboratori, pari al 12,8% del totale, Emilia Romagna con 1.133 laboratori, pari al 12,3% del totale, in Lazio con 963 laboratori, pari al 10,4% del totale, in Piemonte con 778 laboratori, pari all’8,4%  del totale, in Toscana con 727 laboratori, pari al 7,9% del totale, in Sicilia con 481 laboratori, pari al 5,2% del totale e Campania con 429 laboratori, pari al 4,6% del totale.

Tra queste regioni i laboratori di gelateria artigiani hanno un peso più elevato, pari al 75,8%, in Veneto, dove sono 894, a cui seguono, con un peso del 74,7% il Piemonte che ne conta 581, con un peso del 72,0% l’Emilia Romagna, che ne conta 816, con un peso del 68,4% la Sicilia che ne conta 329, con un peso del 64,9% la Lombardia che ne conta 1.007, con un peso del 62,1% la Toscana che ne conta 451, con un peso del 57,9% la Campania che ne conta 249 e con un peso del 44,7% il Lazio che ne conta 430.

 
Spesa delle famiglie per gelati per regione
Anno 2023. Milioni di euro – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Laboratori di gelateria nelle regioni italiane e peso di quelli artigiani
anno 2023 – imprese registrate – Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Unioncamere-Infocamere


STUDI – Punti di forza e biodiversità dell’artigianato italiano: i key data del report Confartigianato per l’evento di Pesaro

In occasione della 3a Giornata della cultura artigiana l’Ufficio Studi di Confartigianato ha pubblicato il report ‘IA e complementarietà, l’equazione dell’Intelligenza Artigiana - Key data della cultura artigiana’. L’evento celebrativo della Giornata si è svolto ieri al Teatro Rossini di Pesaro, Capitale italiana della Cultura 2024.

La prima parte del report esamina la complementarietà tra le competenze imprenditoriali e le applicazioni di intelligenza artificiale (IA) un’equazione che definisce l’Intelligenza Artigiana. Si delinea – come evidenziato nella nota stampa diffusa per l’evento - l’uso pionieristico, ma crescente, da parte delle piccole imprese delle soluzioni di IA e dei sistemi di produzione robotizzati, seppur in un contesto caratterizzato dalle carenza di manodopera con competenze digitali avanzate 4.0.

La seconda parte del lavoro presenta alcuni key data che descrivono i punti di forza dell'artigianato relativi al lavoro, alla formazione dei giovani, alla biodiversità e alle specializzazioni dei territori italiani, alla sostenibilità sociale, alla produzione dei distretti del made in Italy e al più contenuto impatto sull’ambiente. Ecco un breve riepilogo dei key data.

Scarica il report ‘IA e complementarietà, l’equazione dell’Intelligenza Artigiana'
Rivedi l'evento in streaming

Key data della cultura artigiana - Presenza e  punti di forza dell'artigianato nell'economia italiana

In Italia l’occupazione nell'artigianato supera del 42,0% quella dei gruppi multinazionali italiani. Nelle regioni meridionali l'occupazione dell'artigianato, oltre ad essere più che doppia (+121,2%) rispetto quella dei gruppi multinazionali italiani, supera del 26,0% quella di tutti i gruppi multinazionali, italiani ed esteri.
Leadership europea del made in Italy a vocazione artigiana - L’Italia è prima in Ue per occupazione in 14 settori manifatturieri. In 9 di questi comparti nel comparto della moda, gioielleria e della lavorazione delle pietre, vi è una elevata vocazione artigiana, con 151mila addetti nell’artigianato che rappresentano oltre un terzo (35,3%) dell’occupazione dei settori in esame.
La biodiversità del made in Italy e le mille specializzazioni dell’artigianato - Numerose attività dell'artigianato poggiano su radici secolari e su un saper fare tramandato attraverso generazioni che si concretizza in una presenza di imprenditori e lavoratori specializzati, possessori di know how che garantisce una produzione di elevata qualità. Se prendiamo in considerazione i 52 settori  con oltre mille addetti nel totale nazionale delle imprese artigiane i territori rappresentati dalle 107 province italiane, contiamo 1.031 specializzazioni produttive dell’artigianato, di cui 433 nella manifattura.
Nei 141 distretti manifatturieri si addensano 361mila occupati in 80mila imprese artigiane manifatturiere, il 42,1% dell'occupazione dell'artigianato manifatturiero. Nei distretti del made in Italy circa 2 imprese manifatturiere su 3 (63,3%) sono artigiane.
Una analisi dello spazio economico mediante raggruppamenti dei sistemi locali di lavoro delineano i cluster territoriali ad alta presenza di artigianato: il cuore verde con 224mila imprese artigiane e 581mila addetti che rappresentano il 21,7% dell'occupazione totale delle imprese, il Mezzogiorno interno con 58mila imprese artigiane e 124mila addetti che rappresentano il 20,8% dell'occupazione totale, la città diffusa con 267mila imprese artigiane e 764mila addetti che rappresentano il 19% dell'occupazione totale e l'altro Sud con 94mila imprese artigiane pari al 17,7% dell’occupazione totale.
I territori ad alta resilienza dell’artigianato nei due anni di guerra - Nelle 7 regioni con la migliore performance di recupero del tasso di occupazione tra il 2021 e il 2023 l'artigianato rappresenta il 18,4% degli occupati delle imprese presenti in queste regioni, quota di 5 punti superiore al 13,4% delle restanti 13 regioni. Nelle prime 20 province più performanti per crescita del tasso di occupazione tra il 2021 e il 2023 l'artigianato rappresentano il 18,2 % degli occupati delle imprese presenti in questi territori, quota superiore di quasi quattro punti al 14,4% delle restanti province.
Artigianato, collante della società, del territorio e delle città - Se non ci fosse l'artigianato in 2.429 comuni l'occupazione si ridurrebbe di un almeno terzo e per 720 di questi l'occupazione sarebbe più che dimezzata. In questi comuni l’artigianato pesa il 40,1% dell’occupazione complessiva. Si tratta prevalentemente di piccoli comuni, di montagna e collina  e localizzati in zone rurali o scarsamente popolate. L’artigianato arricchisce l’offerta dei maggiori centri urbani. Nei 116 comuni capoluoghi di provincia, città metropolitane e i maggiori comuni non capoluogo (con almeno 80mila abitanti).si addensa circa un quarto (23,8%) dell’occupazione dell’artigianato (623.340 addetti).
Artigianato, maestri del lavoro e occupazione più stabile – Nell’arco di sei anni nelle imprese artigiane si sono formati e avviati al lavoro con il contratto di apprendistato oltre 502mila giovani under 30. I contratti di lavoro stabili sono più diffusi tra gli assunti nelle imprese artigiane. Nel 2023 le assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato e di apprendistato nell’artigianato sono il 38,7% del totale, 8,1 punti superiore a quello delle imprese non artigiane.
Nell’artigianato è più intesa la domanda di competenze green - Nelle imprese artigiane è più elevata l’intensità della richiesta di elevate competenze green, richieste per il 46,5% delle entrate, oltre cinque punti superiore al 41,3% delle imprese non artigiane e oltre undici punti superiore al 35,0% delle imprese medio-grandi.
La bassa impronta ecologica dell'artigianato – L’intensità di emissioni nelle imprese artigiane, valutate con le emissioni di gas serra per addetti, è del 46,5% inferiore alla media delle imprese non artigiane.

 


IoreSME – NEWSLETTER MARZO – Highlights del dialogo sociale in UE: dall'incontro di Lubiana al Vertice di Valduchesse

La Newsletter di marzo del Progetto IoreSME evidenzia sviluppi e iniziative volti a rafforzare il dialogo sociale in Europa. Durante una visita di tre giorni a Lubiana, Confartigianato Imprese, nell'ambito del Progetto IoreSME e ospitata dalla Camera Slovena delle PMI, ha discusso con altri partner progettuali le strategie per migliorare il supporto alle imprese rappresentate. Un focus particolare è stato posto sulla presentazione delle organizzazioni partner e sulla diffusione dei loro servizi a livello territoriale. Parallelamente, il progetto ha lanciato una campagna di comunicazione social per sensibilizzare gli imprenditori, aumentare la partecipazione associativa e attrarre nuovi membri. Confartigianato Imprese ha integrato le opportunità del progetto nella propria campagna "Intelligenza artigiana".

Il progetto IoreSME si concluderà a fine luglio 2024, con un prossimo appuntamento previsto a giugno a Roma per discutere i risultati della campagna di comunicazione e le future direzioni del dialogo sociale. Le sessioni di Lubiana hanno anche rafforzato le relazioni di Confartigianato Imprese con le altre organizzazioni europee, ribadendo l'impegno della Confederazione a rappresentare le esigenze delle micro e piccole imprese italiane a livello comunitario.

Nella newslette un focus è dedicato alvertice europeo delle parti sociali si è tenuto a gennaio 2024 a Valduchesse, dove è stata firmata una "Dichiarazione tripartita per un dialogo sociale europeo fiorente". Questa dichiarazione stabilisce impegni concreti come affrontare le carenze di manodopera e competenze, mettere il dialogo sociale al centro delle future politiche dell'UE, nominare un delegato europeo per il dialogo sociale e avviare un Patto per il dialogo sociale europeo. La Dichiarazione sottolinea l'importanza del dialogo sociale come stabilito dal Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea e dal Pilastro europeo dei diritti sociali.

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