STUDI – Verso il cambio di direzione della politica fiscale. Le regole di bilancio Ue al centro del 28° report di Confartigianato
Le nuove regole del Patto di stabilità e crescita delineate nell’accordo definito lo scorso dicembre disegnano percorsi di aggiustamento fiscale più realistici, ma i parametri aggiuntivi richiesti dalla Germania ne hanno aumentato la complessità rispetto alla proposta di aprile 2023 della Commissione europea.
La Commissione valuterà i piani di bilancio di lungo periodo dei Paesi membri – fino a 7 anni in caso di riforme e investimenti - considerando il limite del rapporto deficit/PIL dell’1,5% per i paesi ad alto debito, come l’Italia e una riduzione del rapporto debito/PIL dell’1% all’anno, che sostituisce la riduzione di 1/20 all’anno del debito eccedente il 60%, equivalente ad una riduzione del 4% all’anno previsto dalle regole precedenti.
Le nuove regole europee e le tendenze della politica fiscale sono al centro del 28° report su trend economia, congiuntura e MPI, ‘2024, il percorso ad ostacoli per l’economia italiana’ presentato oggi, 5 febbraio, in un webinar aperto da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato e concluso dall’intervento di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche. Qui per scaricare il 28° report.
In attesa del varo della riforma, da gennaio sono ritornate in vigore le regole di governance economica, e per l’Italia e Francia - che detengono il deficit più ampio tra le maggiori economie dell’Ue, pari al 4,4% del PIL nel 2024 - è più probabile l’ingresso nel ‘braccio correttivo’ del Patto di Stabilità e crescita.
L’Italia presenta il secondo rapporto debito/PIL tra i 27 paesi dell’Ue, dopo la Grecia e davanti alla Francia, il cui rapporto debito/PIL, però, è inferiore di 30,2 punti a quello italiano. Con il rallentamento della crescita dell’economia italiana, torna a salire il rapporto debito/PIL. In condizioni di bassa crescita, il rischio di un ritorno ad una politica fiscale restrittiva è più probabile, invertendo il segno rispetto all’ultima manovra di bilancio, nella quale il deficit è aumentato di 15,7 miliardi di euro. Un aggiustamento per l’Italia potrebbe modificare il sentiero di discesa della pressione fiscale. L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) attenua, almeno fino al 2026, gli eventuali effetti recessivi della politica di bilancio.
I contenuti del 28° report - Oltre al focus sulla politica fiscale, nella presentazione di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi, sono state esaminate le altre evidenze del report: le prospettive del 2024 per l’economia italiana, le performance di lungo periodo nel G7, gli orientamenti della stretta monetaria e il trend del costo del credito e dei prestiti alle imprese. Inoltre, è stato esaminato il tono dell’attività delle imprese con l’analisi degli indicatori su produzione e ordini nella manifattura, produzione nelle costruzioni, esportazioni, fatturato dei servizi, vendite al dettaglio e presenze turistiche. Sono poi analizzate le tendenze dei prezzi, dalle materie prime e produzione al consumo, il consolidamento della crescita dell’occupazione e il trend degli infortuni. Un capitolo è dedicato ad esaminare le conseguenze sul commercio estero derivanti dall’estensione al Mar Rosso della crisi in Medio Oriente.
L’analisi territoriale, presentata da Licia Redolfi dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, presenta un ampio set di evidenze su crescita, inflazione, export - con una analisi del grado di esposizione alla crisi del Mar Rosso e sui mercati dei BRICS+5 dopo l’allargamento -, mercato del lavoro, credito e demografia di impresa.
Il lavoro si conclude con l’elenco aggiornato con link delle News Studi sul portale confederale, le pubblicazioni dell’Ufficio Studi in area ‘Studi e ricerche’ e gli articoli su QE-Quotidiano Energia.
Saldo di bilancio in rapporto al PIL nei paesi UE 27
Anno 2024, Incidenza % dell’indebitamento netto sul PIL - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea
STUDI - Good news su Pil, lavoro, commercio estero. Granelli: “Decisivo il sostegno alla crescita”
In questi giorni sono stati pubblicati alcuni dati statistici che delineano una performance positiva per l'economia italiana, pur in un contesto internazionale che rimane complesso, caratterizzato da una frenata del commercio internazionale, acuita dalla crisi in Medio Oriente, e un aumento dei tassi di interesse senza precedenti nella storia dell'euro, fattori che stanno rallentando l'attività delle imprese manifatturiere e penalizzando gli investimenti in macchinari, essenziali per le transizioni green e digitali. Gli approfondimenti sulla tendenze della congiuntura saranno esaminate nel 28° report ‘2024, il percorso ad ostacoli per l’economia italiana’, presentato nel webinar di lunedì prossimo, 5 febbraio 2024, alle ore 12.
Il trend del PIL a fine 2024 - La stima provvisoria dell'Istat pubblicata questa settimana indica che nel quarto trimestre 2023 l’economia italiana è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2022. Questo risultato fa seguito al lieve aumento registrato nel terzo trimestre (+0,1%), e determina per il 2023 una crescita dello 0,7% in termini di valori reali. La stima del quarto trimestre 2023 riflette aumento diffuso tra i settori del valore aggiunto e, dal lato della domanda, un aumento della componente estera netta (export-import).
Italia, la locomotiva del PIL Ue tre 2019 e 2023 - L'economia italiana mostra la maggiore intensità della ripresa post pandemia, registrando nel quarto trimestre 2023 un livello del PIL superiore del 3,6% a quello del corrispondente trimestre del 2019, segnando un recupero post pandemia migliore del +3,0% della media Eurozona, al +2,9% della Spagna, al +1,8% della Francia e al debole +0,1% della Germania, economia entrata in recessione nel corso del 2023.
Lavoro, prosegue la crescita degli occupati - A dicembre 2023 si consolida un prolungato ciclo espansivo del mercato del lavoro. A dicembre 2023 gli occupati crescono del 2,0% su base annua, pari a 456mila lavoratori in più. A far da traino è il +2,7% dei dipendenti a tempo indeterminato, in aumento di 418mila unità, mentre gli occupati dipendenti a tempo determinato scendono dello 0,2%. Nell’ultimo anno tornano in positivo anche gli occupati indipendenti, che crescono dello +0,8%, pari a 42mila lavoratori in più. Complessivamente i dipendenti aumentano del 2,3% contando 413mila lavoratori in più.
Il mercato del lavoro italiano driver tra i G7 - Il 2024 è l’anno della Presidenza italiana del G7. Tra le sette maggiori economie avanzate l’Italia è al 1° posto per riduzione del tasso di disoccupazione tra il 2019 e il 2023, con una flessione di 2,0 punti, più ampia delle riduzioni di 1,1 punti della Francia, di 0,2 punti del Canada e di 0,1 punti degli Usa. All’opposto, la disoccupazione cresce in Giappone (+0,1 punti), Germania (+0,3 punti) e Regno Unito (+0,4 punti).
Torna in positivo il saldo del commercio estero – Come abbiamo anticipato, sulla crescita del PIL nel quarto trimestre del 2023 influisce, dal lato della domanda, un aumento della componente estera netta. Nei primi undici mesi del 2023, grazie ad una riduzione dell'import del 10% e una tenuta (+1%) dell'export, il saldo del commercio estero inverte il segno, passano da un deficit di 34,7 miliardi di euro ad un surplus di 28,9 miliardi di euro. Rimangono in deficit, seppur ridotto, la Francia (-120,0 miliardi di euro, era -178,3 nello stesso periodo del 2022) e la Spagna (-39,3 miliardi di euro, era -69,2 un anno prima). Per la Germania torna a salire l'ampio surplus commerciale (+192,0 miliardi di euro, era +76,5 miliardi nel 2022).
“Per non compromettere questi risultati - sostiene il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - va posta la massima attenzione a politiche di sostegno della crescita, in una fase delicata del ciclo economico. L’indebolimento della ripresa del commercio internazionale con la crisi in Medio Oriente si sincronizzerebbe in modo pericoloso con politiche economiche restrittive. Mentre attendiamo un tempestivo segnale di inversione della politica monetaria a fronte del calo dell’inflazione, vanno ricavati spazi di sostegno degli investimenti delle imprese nel contesto di una politica fiscale che dovrà riadeguarsi alle riformate regole europee. È decisivo il sostegno all’economia da una efficiente e tempestiva attuazione del PNRR”.
Dinamica del PIL nei maggiori paesi Ue 2019-2023
IV trim. 2019-IV trim.2023, variazione % cumulata - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Variazione del tasso di disoccupazione tra 2019 e 2023 nei paesi del G7
Anno 2023. Variazione cumulata in punti percentuali sul 2019 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati FMI
STUDI – Pausa tassi BCE, ma costo credito +403 punti base e -7,6% prestiti a MPI. Granelli: 'A dura prova investimenti delle imprese'
Nella riunione di giovedì scorso il Consiglio direttivo della BCE non ha modificato i tassi di riferimento, peraltro ritenendo che i tassi “si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo” forniranno un contributo sostanziale al conseguimento dell’obiettivo di riportare l’inflazione al 2%. Su questo fronte, in Italia il tasso di inflazione è sceso allo 0,6% su base annua, mentre in media, nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% (+8,1% nel 2022). Secondo le previsioni di Banca d’Italia contenute nell’ultimo Bollettino economico, nel 2024 l’aumento dei prezzi al consumo si ridurrà all’1,9%.
Nonostante la pausa della stretta monetaria, il caro tassi sui prestiti alle imprese, arrivato ad un aumento di 403 punti base a novembre 2023 rispetto a giugno 2022, mese precedente all’avvio della stretta monetaria, contribuisce a frenare gli investimenti in macchinari, che segnano una flessione dell’1,9% nel terzo trimestre 2023. La spinta al rialzo del costo del credito in Italia è di 63 punti base superiore alla media dell’Eurozona.
Il rialzo dei tassi di interesse concorre alla flessione dei prestiti alle imprese: in particolare i prestiti alle società non finanziarie - corretti soprattutto per le cartolarizzazioni - sono stabilmente in calo da febbraio dello scorso anno ma il -4,8% di novembre 2023 è in miglioramento rispetto al picco negativo di -6,6% registrato lo scorso settembre.
Gli ultimi dati disponibili sulla dinamica del credito per dimensione d’impresa indicano a settembre 2023 per i prestiti alle piccole imprese fino a 20 addetti una flessione del 7,6% che approfondisce il già pesante -6,3% della precedente rilevazione di giugno 2023 ed è peggiore rispetto al -6,7% del totale imprese.
"Il prolungarsi della stretta sui tassi e la conseguente flessione dei prestiti alle imprese, soprattutto di piccole dimensioni - sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - stanno mettendo a dura prova la propensione agli investimenti delle aziende che spesso dipendono dai finanziamenti per sostenere progetti innovativi o per affrontare le sfide del mercato. Auspichiamo che si possa trovare al più presto un giusto equilibrio tra la ricerca della stabilità monetaria e la promozione di un ambiente favorevole agli investimenti imprenditoriali, in modo da favorire una ripresa economica sostenibile".
A livello territoriale si evidenzia una diminuzione diffusa dei prestiti alle piccole imprese che inoltre mostrano in più casi una flessione più marcata rispetto al totale imprese. Nelle Isole il calo è del 5,4% (vs. -3,4% totale imprese), seguite dal Sud a -6,0% (vs. -1,5% totale imprese), dal Centro a -6,6% (vs. -9,6% totale imprese), dal Nord-Ovest a -8,6% (vs. -6,6% totale imprese) e dal Nord-Est a -8,7% (vs. -6,8% totale imprese).
Focalizzando l'attenzione sulle principali regioni per ammontare di prestiti alle piccole imprese, si rilevano flessioni inferiori alla media per Lazio con -4,7% (vs. -13,6% totale imprese, unico caso tra queste regioni in cui le piccole imprese segnano un calo più contenuto del totale imprese ed anche nettamente), Provincia Autonoma di Bolzano con -4,9% (vs. -3,5% totale imprese), Campania con -5,5% (vs. -0,5% totale imprese), Sicilia con -5,6% (vs. -2,4% totale imprese), Puglia con -6,2% (vs. -2,3% totale imprese) e Toscana con -7,0% (vs. -4,0% totale imprese). Il calo dei prestiti alle piccole imprese è più deciso in Veneto con il -9,7% (vs. -5,9% totale imprese), seguito dalle Marche con il -9,4% (vs. -7,4% totale imprese), dalla Lombardia con il -9,0% (vs. -6,1% totale imprese), dall'Emilia-Romagna con il -8,9% (vs. -5,8% totale imprese) e dal Piemonte con il -7,7% (vs. -7,7% totale imprese).
Infine, va segnalato che nel Mezzogiorno il calo più contenuto dei prestiti si associa ad un più elevato costo del credito: a settembre 2023 il tasso di interesse annuo pagato dalle imprese del Mezzogiorno si conferma il più alto tra le ripartizioni, arrivando al 7,23%, superiore di 125 punti base al tasso minimo rilevato nel Nord-Est, pari al 5,98%.
Dinamica costo del credito bancario delle imprese in Italia ed Eurozona
novembre 2023-giugno 2022, nuove operazioni, variazione in punti base e livello % a novembre 2023 e giugno - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Bce
Dinamica tendenziale dei prestiti bancari: piccole imprese e totale imprese per regione
Settembre 2023. Variazioni% tendenziali corrette, piccole imprese decrescenti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia
IoreSME - NEWSLETTER 4 - Green Deal europeo e futuro del lavoro tramite piattaforme digitali
L’edizione di gennaio della newsletter del progetto europeo IoreSME, partecipato da Confartigianato Imprese, prosegue nell'approfondimento dei contenuti del Green Deal Europeo, presentando in questo numero lo strumento finanziario European Green Bond, e propone un focus sul futuro del lavoro tramite piattaforme digitali.
L'UE sta lavorando per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, implementando strumenti finanziari come il Regolamento sugli European Green Bond (EuGB). Questo regolamento stabilisce standard minimi per gli emittenti di obbligazioni per l'uso del marchio "European Green Bond". Le caratteristiche principali includono l'uso dei proventi secondo la Tassonomia UE, un regime di divulgazione chiaro e l'introduzione di poteri per le Autorità nazionali competenti. La Tassonomia UE, un elemento fondamentale di questo quadro, aiuta ad indirizzare gli investimenti verso attività sostenibili. Il regolamento EuGB prevede anche obblighi di rendicontazione e verifica da parte di revisori esterni registrati presso l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA).
Passando al secondo tema approfondito nella newsletter, una nuova direttiva dell'UE mira a garantire diritti lavorativi e benefici sociali ai milioni di lavoratori impiegati attraverso piattaforme digitali, tutelando contemporaneamente la crescita sostenibile di queste piattaforme nell'UE. La direttiva si concentra sulla determinazione dello status di lavoratore basato su un elenco di criteri, garantendo diritti specifici legati alla gestione algoritmica e all'assegnazione del lavoro. Questa iniziativa fa parte del piano d'azione del Pilastro europeo dei diritti sociali e stabilisce regole comuni in tutta l'UE, offrendo protezione ai lavoratori e garantendo condizioni di lavoro eque.
Nelle ultime notizie, si discute degli accordi presi durante la COP28 per accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra e la transizione verso l'energia rinnovabile. È stato inoltre annunciato un significativo fondo di finanziamento per il 2024 destinato a sostenere innovazioni nelle PMI e nelle start-up. La newsletter IoreSME evidenzia anche la sfida delle PMI europee nel reperire lavoratori qualificati e conclude con un aggiornamento sul Rapporto sui progressi dell'azione per il clima 2023, che segnala una riduzione delle emissioni di gas serra ma sottolinea la necessità di un'azione più rapida per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030.
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