BENESSERE - La sfida della formazione nell'estetica: il punto di vista di Confartigianato sulla rivista Mabella
La Presidente di Confartigianato Estetisti, Stefania Baiolini, è intervenuta sul numero di ottobre della rivista di settore Mabella per raccontare il paradosso che sta vivendo il settore estetico: nostante la crescente domanda di professionisti qualificati, trovare candidati con le giuste competenze è diventato complicato.
Una delle principali cause identificate in uno studio di Confartigianto, che segnala che questa carenza di manodopera qualificata non è un problema isolato dell'estetica, ma si estende a tutti i settori artigianali, è la formazione.
La formazione dell’estetista è regolamentata nella Legge 1/90, ma l'autonomia regionale ha portato a percorsi formativi diversi in ogni regione. Questa variazione può influenzare non solo la qualità dell'insegnamento, ma anche l'approccio dei giovani alla professione. Ad esempio, l'età in cui un allievo inizia la formazione può determinare la sua esperienza e la sua preparazione.
Un altro punto critico è l'emergere di corsi online o formati "accelerati", che spesso compromettono la profondità e la qualità dell'apprendimento. Questi corsi, pur essendo numerosi, sollevano dubbi sulla loro efficacia nel preparare veramente gli studenti per il mondo del lavoro.
In risposta a queste sfide, Confartigianato, spiega la Presidente Baiolini nell'articolo dal titolo 'RIPENSARE LA FORMAZIONE - Un passaggio necessario', sta lavorando attivamente per proporre modifiche alla normativa di settore, ormai inadeguata alle mutate esigenze della clientela, e per uniformare i percorsi formativi. L'obiettivo è fornire linee guida chiare, eliminare ambiguità e assicurare che la formazione nell'estetica sia di alta qualità, mettendo al centro la passione per la professione e l'importanza del benessere del cliente.
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STUDI – A metà 2023 occupazione a +1,8% meglio del +1,4% Ue, ma la difficoltà di reperimento sale al 47,6%, +4,3 punti in un anno
Nella fase di ripresa del mercato del lavoro, al secondo trimestre 2023 l'occupazione non agricola, in media annuale, segna una crescita dell'1,8%, facendo meglio del +1,4% della media Ue a 27. In chiave settoriale la crescita è diffusa, con un aumento del +1,8% in manifattura e servizi e del +2,0% nelle costruzioni, mentre cala (-3,2%) l’agricoltura. Si evidenzia un ampio recupero dei livelli dell’occupazione pre pandemia anche se persiste il forte ritardo del lavoro indipendente che registra un livello inferiore del 4,9% a quello del 2019.
Le tendenze del mercato del lavoro, con un focus sulla Marche, sono contenute nel rapporto ‘Trend del lavoro nell’era delle transizioni’ predisposto dagli Uffici Studi di Confartigianato e di Confartigianato Marche e presentato lunedì scorso nel convegno “Il futuro del lavoro, imprese, competenze, valori” organizzato da Confartigianato Marche. Nelle conclusioni dei lavori il Segretario generale di Confartigianato Imprese Vincenzo Mamoli, ha sottolineato il ruolo chiave nel Paese svolto dalle piccole imprese nella fase delle transizioni – demografica, digitale e green – e caratterizzato dal contributo di imprenditorialità, competenze e valori. Qui il servizio del TGRMarche sul convegno.
Nonostante il rallentamento del ciclo economico e la stretta monetaria in corso, nella prospettiva autunnale tiene la domanda di lavoro delle imprese, con un aumento tendenziale dello 1,9% delle previsioni di assunzioni nel trimestre settembre-novembre 2023. La crescita delle assunzioni previste in autunno è trainata dalle micro e piccole imprese fino a 49 dipendenti: a fronte del 48,9% dei dipendenti in forza, le MPI determinano il 60,5% entrate di lavoratori previste nel trimestre autunnale.
Fattore critico è rappresentato dalla difficoltà di reperimento del personale che a settembre 2023 si attesta al 47,6% Italia, in salita di 4,3 punti rispetto al 43,3% di un anno prima. Le Marche sono la terza regione italiana per gravità del fenomeno, dietro a Friuli Venezia Giulia e Umbria. In forte crescita le imprese che registrano ricadute negative sull’attività a causa della scarsità di manodopera.
Le sfide delle transizioni Demografica, Digitale, Ambientale - Pesa la crisi demografica: tra 2019 e 2023 la popolazione dei giovani tra 15 e 34 anni scende del 2,5%. E’ esposto oltre la media all'impatto dell'intelligenza artificiale il 25,4% delle entrate di lavoratori. Inoltre, il 26,4% dell’occupazione nelle imprese è in settori a rischio automazione, quota che sale al 36,1% nell’artigianato.
Nel corso dell’estate Confartigianato è intervenuta sui temi chiave del lavoro, scarsità di personale e gli effetti dell’automazione.
Investimenti per le transizioni - Nel 2022 il 69,6% delle imprese ha investito nei vari ambiti della trasformazione digitale, quota in calo di 1,2 punti percentuali rispetto al 2021. Sempre nel 2022 il 23,5% delle imprese ha investito in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, quota in calo di 0,8 punti rispetto al 2021. Sul calo della propensione ad investire nel corso del 2022 hanno pesato le incertezza della guerra in Ucraina, la crisi energetica e la stretta monetaria.
Le tendenze territoriali del mercato del lavoro saranno delineate nel corso del webinar di lunedì prossimo, 2 ottobre 2023 alle 11.45, all’interno della presentazione 26° report dell’Ufficio Studi di Confartigianato ‘Prospettive dell’autunno 2023, tra incertezze e manovra di bilancio’. Qui per programma e info sul webinar.
Imprese manifatturiere con effetti negativi sull’attività dovuti a scarsità di manodopera
I trimestre 2000-II trimestre 2023. % frequenza di risposta delle imprese esportatrici - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI – Si apre un autunno incerto per congiuntura e politica fiscale. Le tendenze nel webinar del 2 ottobre
La BCE prosegue la stretta monetaria per riportare l’inflazione al 2%, mentre si registrano segnali di rallentamento della congiuntura, sia interna che internazionale. In autunno si delinea un intervento di politica fiscale ‘prudente’, mentre dal PNRR è atteso un impulso alla crescita decisivo per evitare una recessione dell’economia italiana.
Prosegue la stretta monetaria
Nell’ultima seduta il Consiglio direttivo della BCE ha deciso un aumento dei tassi di 25 punti base, il decimo rialzo consecutivo da luglio 2022. Ci si poteva attendere una possibile pausa nella stretta, ma dietro a questa scelta vi è una revisione al rialzo dell’inflazione prevista per il 2023 (5,6% era 5,4% nelle previsioni di giugno) e per il 2024 (3,2%, era 3,0% a giugno). La BCE precisa che “la correzione al rialzo riflette principalmente l’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia.”
Con il rialzo dei tassi, in Italia frenano gli investimenti, mentre per le imprese sale ulteriormente il costo del credito – a luglio è salito di 358 punti base in dodici mesi - e si intensifica il calo dei prestiti, che a luglio sono diminuiti del 4,0% (-3,2% nel mese precedente), mentre in Eurozona risultano in crescita dell’1,7% (era +2,4% a luglio).
Cala l’inflazione, ma non è completato il rientro dei prezzi dell’energia
Ad agosto prosegue la fase di rallentamento dell’inflazione (scesa a +5,4%) e della sua componente di fondo (+4,8%), mentre entrano in territorio negativo (-0,1%) i prezzi dei beni energetici, dopo oltre due anni di crescita. Nel confronto internazionale, l’indice dei prezzi dell’energia in Italia rimane superiore del 46,7% a quello di due anni prima, un gap di oltre dodici punti percentuali più ampio del +34,6% registrato in Eurozona.
La debolezza di Germania e Cina
La recessione in Germania, la bassa crescita della Cina contribuiscono ad un rallentamento delle esportazioni. Nel secondo trimestre del 2023 il PIL segna ‘crescita zero’ in Germania mentre in Cina registra un limitato aumento (+0,8%), in decelerazione rispetto al primo trimestre dell’anno (+2,2%). Sul fronte dei prezzi, ad agosto la Cina è prossima alla deflazione. Nei primi sette mesi del 2023 l’export del made in Italy verso la Germania cala dell’1,6% e quello verso la Cina, al netto del farmaceutico (che presenta un outlier, con una crescita del 501%), scende dell’1,8%.
Frenata della manifattura in Italia
Dopo due mesi di crescita congiunturale, a luglio la produzione manifatturiera registra una diminuzione dell’1,1%. Nei primi sette mesi del 2023 la produzione manifatturiera cumula una flessione dell’1,9%, con una maggiore accentuazione per i settori energivori, mentre tiene (crescita zero) in Eurozona e aumenta in Francia (+1,4%) e Germania (+0,8%).
Livello dei prezzi al consumo beni energetici energia rispetto pre-crisi energetica nei maggiori paesi Uem
agosto 2023, var. % cumulata rispetto media 2021 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Stato di salute dell’economia e politiche economiche nel webinar del 2 ottobre - Le ultime tendenze della congiuntura e delle politiche economiche, in vista della prossima manovra 2024 saranno al centro del webinar che si terrà lunedì 2 ottobre 2023, ore 11.45-13.15 per la presentazione del 26° report ‘Prospettive dell’autunno 2023, tra incertezze e manovra di bilancio’ organizzato dall’Ufficio Studi in collaborazione con la Direzione Politiche Economiche e la Direzione Politiche Fiscali.
PROGRAMMA WEBINAR LUNEDÌ 2 OTTOBRE 2023, ORE 11.45-13.15
Introduzione di Vincenzo Mamoli, Segretario Generale
Segnali della congiuntura e le incertezze dell’autunno 2023, di Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi
Alcune evidenze territoriali, di Licia Redolfi, Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia
Contributi di Andrea Trevisani, Direttore Politiche Fiscali
Conclusioni di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche
Info per iscrizioni al webinar
STUDI – Prodotti e servizi per lo sport: 56 mila addetti in MPI. Il report Confartigianato per la Settimana europea dello sport
Ieri la Camera dei deputati ha approvato in seconda deliberazione, la modifica all’articolo 33 della Costituzione, a cui è stato aggiunto il seguente comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme».
La diffusione dell’attività sportiva si coniuga con l’offerta di beni e servizi che nel tempo hanno assunto una rilevanza crescente. In occasione della Settimana europea dello sport (European Week Of Sport, EWOS), che si svolge ogni anno dal 23 al 30 settembre, l’Ufficio Studi di Confartigianato pubblica l’Elaborazione Flash ‘Imprese, MPI e made in Italy dello sport’ – qui per scaricarla – nella quale si esamina una prima perimetrazione della struttura imprenditoriale delle attività economiche collegate allo sport, la diffusione delle imprese artigiane nella produzione di beni per l’attività sportiva, il confronto europeo nella fabbricazione di articoli sportivi, le vendite del made in Italy di articoli sportivi secondo la tassonomia proposta da Eurostat.
Inoltre, il report di Confartigianato propone una analisi dell’occupazione e della spesa pubblica per lo sport, della presenza dell'associazionismo sportivo non profit, della pratica sportiva e della partecipazione a spettacoli sportivi. Il lavoro contiene su focus sui cluster della bicicletta e della nautica da diporto, in cui è integrato il box tematico sull’economia del mare.
Imprese, MPI e vocazione artigiana nelle attività dello sport - Nei 14 settori dei prodotti e servizi per l’attività sportiva - di cui 4 nella manifattura e 10 nei servizi – operano 25.252 unità locali delle imprese, di cui 25.118 sono micro e piccole con meno di 50 addetti (MPI). In termini occupazionali, nei settori dei prodotti e servizi per l’attività sportiva lavorano 70.715 addetti, di cui otto su dieci (79,2%) in micro e piccole imprese, in cui si contano 56.002 addetti.
Per valutare la specializzazione dei territori nel settore dei prodotti e servizi per l’attività sportiva abbiamo esaminato Il peso degli addetti delle unità locali nel perimetro in Italia vale lo 0,4% del totale economia. Sul territorio si evidenzia una maggior vocazione alla produzione di beni e servizi per lo sport in Valle d’Aosta dove il comparto pesa, in termini di addetti, il 2,1% degli addetti del totale economia; seguono Provincia Autonoma di Trento con l'1,3%, Provincia Autonoma di Bolzano con l’1,2%, Veneto con lo 0,6% e Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria, tutte con lo 0,5%.
Sono otto gli ambiti provinciali in cui il peso degli addetti nei settori di prodotti e servizi per l’attività sportiva sugli addetti del totale economia è uguale o superiore del doppio della media nazionale: Valle d’Aosta (2,1%), Sondrio (1,3%), Provincia Autonoma di Trento (1,3%), Provincia Autonoma di Bolzano (1,2%), Belluno (1,1%), Forlì-Cesena (1,0%), Vicenza (0,9%) e Treviso (0,8%).
Peso addetti nei settori di prodotti e servizi per l’attività sportiva per regione
Anno 2020. % su tot. addetti territorio. In unità locali di imprese attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Province con peso addetti nei settori di prodotti e servizi per l’attività sportiva superiore alla media
Anno 2020. % su tot. addetti territorio. In unità locali di imprese attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat