BENESSERE - Gli Stati generali dell'Acconciatura ospiti della Milano Beauty Week il 1°ottobre 2023

Il mondo dell'acconciatura entra a pieno titolo nella Milano Beauty Week, la prestigiosa iniziativa che animerà il capoluogo lombardo dal 26 settembre al 2 ottobre, con una serie di eventi che coinvolgeranno la cittadinanza, guidandola alla scoperta di una filiera che si colloca tra le eccellenze del made in Italy e che accompagna quotidianamente ciascuno di noi nei gesti legati all’igiene, alla cura di sé, al benessere, alla prevenzione e alla protezione.

In quest'ambito, Camera Italiana dell'Acconciatura testimonierà il suo ruolo e la sua attività a favore della professione con un evento attraverso il quale la Categoria richiamerà l'attenzione su elementi centrali per il settore che spazieranno dalla protezione e sicurezza per il consumatore, alla formazione qualificata, alla cura del servizio, alla lotta all’abusivismo, fino a tematiche sindacali e di rappresentanza.

Non solo enunciazione dei bisogni, ma condivisione di progetti già avviati e di ipotesi progettuali, sintetizzati in un documento che le Associazioni fondatrici (Confartigianato, Cna e Cosmetica Italia) hanno redatto per condividere attività e posizionamenti rispetto ai temi affrontati, che saranno illustrati nel corso dell'evento che si svolgerà domenica 1 ottobre 2023 alle ore 11.00 presso il Parlamentino di Palazzo Giureconsulti, al quale interverrà la Presidente nazionale di Confartigianato Benessere Tiziana Chiorboli e che prevede la partecipazione di interlocutori istituzionali ed eccellenze del mondo dell'acconciatura.

Non appena disponibile sarà condiviso il link per seguire i lavori in streaming.

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STUDI – Frenata degli investimenti (-0,6%) mentre salgono (+1,3%) in Eurozona. Granelli: 'Serve uno sforzo ancora più energico per non perdere l’occasione di rilanciare lo sviluppo'

Per affrontare le tre grandi transizioni - demografica, digitale e ambientale – il sistema delle imprese deve intensificare il flusso degli investimenti. In una economia caratterizzata dalla riduzione della popolazione attiva, la crescita economica va sostenuta da incrementi di produttività, possibili con investimenti in macchinari e in attività di ricerca e sviluppo. Analogamente, l'accumulazione di capitale nelle imprese è essenziale per la digitalizzazione dei processi produttivi, l’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti e il contenimento dell'impatto sull’ambiente dell'attività aziendale.

“Siamo in una fase economica molto delicata – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - che richiede un supplemento di impegno, uno sforzo ancora più energico per non perdere l’occasione di rilanciare lo sviluppo. Noi imprenditori non dobbiamo perdere la fiducia nelle nostre potenzialità che abbiamo faticosamente mantenuto e concretamente dimostrato negli ultimi, difficilissimi anni. Ma abbiamo bisogno che questa fiducia venga alimentata dalle scelte di politica economica. Per questo, nonostante i vincoli di finanza pubblica, chiediamo che la manovra che il Governo si accinge a presentare sia ben orientata ad accompagnare le imprese nelle transizioni green e digitale, anche con strumenti di finanza innovativa, con precisi impegni sul fronte del fisco, del lavoro, della formazione, dell’attuazione del Pnrr, con una strategia strutturale e sostenibile di medio-lungo termine in tema di incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici”.

L'analisi dei conti nazionali pubblicati nei giorni scorsi da Eurostat mette in luce che gli investimenti in Italia segnano pesantemente il passo, dopo la resilienza nella seconda metà del 2022, come aveva evidenziato una nostra precedente analisi. Nel secondo trimestre 2023 gli investimenti fissi lordi in Italia registrano una flessione dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, a fronte della stagnazione (-0,1%) in Francia e l’aumento dello 0,4% in Germania e Ue a 27, mentre si osserva un maggiore dinamismo in Spagna (+4,6%).

Nell'arco di dodici mesi – periodo in cui si è manifestata la stretta monetaria che ha determinato un aumento dei tassi sui prestiti delle imprese di 359 punti base - gli investimenti fissi lordi flettono dello 0,6% in Italia, mentre salgono dell’1,3% in Eurozona, del 2,2% in Francia, del 2,0% in Spagna e dell'1,7% in Germania. Sul calo degli investimenti in Italia hanno influito le difficoltà di  attuazione del PNRR che nel 2022 hanno depotenziato la spinta degli investimenti pubblici, che dovrebbe manifestarsi nel corso del 2023.  E’ in questa direzione che nel primo semestre 2023 si registra un aumento tendenziale del 22,4% della spesa per investimenti dei Comuni.

Infine, va ricordato che grazie al sostegno degli incentivi di politica fiscale per interventi sugli edifici e acquisto di macchinari, l’Italia ha registrato la maggiore crescita degli investimenti rispetto ai livelli pre-pandemia tra i maggiori paesi europei: tra il quarto trimestre 2019 e il secondo trimestre 2023 gli investimenti in Italia sono saliti del 20,0%, a fronte dei calo del 4,2% dell'Eurozona, del 3,0% in Ue a 27 e del 2,0% in Germania, del ristagno (-0,8%) in Spagna e  dell'aumento del 4,7% in Francia.

 

 
Dinamica annua investimenti fissi lordi nei principali paesi Ue
II trimestre 2023, var. % tendenziale, prezzi costanti, dati destagionalizzati e corretti per il calendario - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 
Accumulazione capitale tra pandemia e crisi energetica (2019-2023) nei principali paesi Ue
IV trim. 2019- II trim. 2023, var. % tendenziale, prezzi costanti, dati destagionalizzati e corretti per il calendario - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


IMPRESE DEL VERDE - Innovazione e Tradizione Verde: Confartigianato Imprese a Flormart 2023

Nell'ambito della Fiera Flormart - The Green Italy 2023, un importante evento nel settore florovivaistico che si terrà presso Padova Fiere dal 20 al 22 settembre, Confartigianato Imprese sarà presente con uno stand istituzionale all'interno di un'area collettiva, coordinata da Confartigianato Imprese Padova. Questa partecipazione non solo celebra l'abilità e la maestria degli artigiani nel settore della creazione e della manutenzione del verde, ma si allinea con la missione dell'evento.

La fiera è focalizzata sulla creazione e la valorizzazione delle sinergie tra aziende produttrici e retailer, sia nazionali che internazionali, con l'obiettivo di promuovere il Made in Italy sui mercati globali. L'evento si svolgerà presso il quartiere fieristico di Padova e accoglierà buyers internazionali. Saranno presenti una vasta gamma di esposizioni, workshop e seminari dedicati all'arte dei fiori, alle piante ornamentali, alle nuove tecnologie e alle tendenze di settore, offrendo stimoli interessanti per tutti i visitatori.

La partecipazione di Confartigianato Imprese alla Fiera Flormart - The Green Italy 2023 si inserisce in questa visione, con l'obiettivo di mettere in luce l'abilità artigiana e la creatività distintiva che caratterizzano il settore della creazione e della manutenzione del verde. L'area collettiva, curata da Confartigianato Imprese Padova, sarà un punto di incontro per artigiani e visitatori, offrendo l'opportunità di stabilire contatti diretti con professionisti del settore, scoprire le tendenze più recenti e creare connessioni che potrebbero facilmente tradursi in nuove collaborazioni e sviluppi all’interno della filiera del verde.

Inoltre, il 21 settembre alle 11:30, Confartigianato Imprese del Verde organizzerà un convegno dal titolo "Gestione degli alberi di grandi dimensioni e monumentali: best practice dell’Ente di gestione dei Sacri Monti". L'evento si svolgerà nell'area istituzionale situata nel padiglione 7, stand A026, e vedrà la partecipazione della presidente nazionale di Confartigianato Imprese del Verde, Stefania Dal Maistro, e di Antonio Aschieri, Responsabile del settore gestione del territorio dell'Ente di Gestione dei Sacri Monti. Sarà un'occasione unica per approfondire le migliori pratiche nella gestione degli alberi di grandi dimensioni e monumentali.

Per ulteriori dettagli sulla Fiera Flormart 2023 e per organizzare la propria visita, vi invitiamo a esplorare il sito ufficiale dell'evento: https://flormart.it/

Scarica la locandina del Convegno sulla gestione degli alberi di grandi dimensioni e monumentali

 

 


STUDI – La frenata degli investimenti e della domanda tedesca pesano sul quadro della congiuntura. L’analisi su IlSussidiario.net

Nel corso dell’estate si sono infittiti i segnali statistici di rallentamento dell’attività economica, mentre la politica monetaria restrittiva e una politica di bilancio prudente affidano all’attuazione del PNRR il sostegno anticiclico dell’economia.

L’analisi degli indicatori della congiuntura estiva e le prospettive delle politiche economiche è proposta nell’articolo Fiducia imprese e fattore-Germania pesano sull'autunno incerto, a firma di Enrico Quintavalle pubblicato oggi su IlSussidiario.net.

Nel secondo trimestre del 2023 la crescita dell'economia italiana segna una battuta di arresto, con un calo del PIL dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, mentre in Eurozona sale dello 0,3%; su base annua il PIL in Italia sale dello 0,4% (+0,6% in Eurozona). È ‘crescita zero’ per la Germania, dopo due trimestri consecutivi in negativo (recessione tecnica). In forte calo (-1,8%) gli investimenti mentre ristagna la spesa delle famiglie.

Sul trend degli investimenti influisce il clima di fiducia delle imprese, che ad agosto registra una flessione. A giugno il volume delle vendite al dettaglio segna un calo congiunturale dello 0,7% e nei primi sei mesi dell'anno registra una flessione tendenziale del 3,7%. Il gettito IVA cresce del 3,0% nei primi sei mesi del 2023, ampiamente inferiore all’aumento dei prezzi al consumo dell'8,5% registrato nello stesso arco temporale.

Il calo dell’inflazione e l’aumento dell’occupazione sono fattori di sostegno della crescita del PIL che secondo le stime pubblicate lo scorso 2 agosto dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), nel 2023 aumenterebbe dell’1,0%.

Ad agosto l’inflazione scende al +5,5% (era +5,9% a luglio). In attenuazione anche la dinamica tendenziale del “carrello della spesa” - beni alimentari, per la cura della casa e della persona – che scende al di sotto della soglia della doppia cifra (+9,6%, era +10,2% a luglio).

Rallenta anche il mercato del lavoro, dopo un prolungato ciclo espansivo. A luglio 2023 si registra una flessione dell’occupazione dello 0,3% (-73 mila unità) rispetto al mese precedente, un calo dopo sette aumenti consecutivi degli occupati. Rispetto a luglio 2022, gli occupati sono 362 mila in più, per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti (+447 mila, pari al +3,0%) e degli indipendenti (+68 mila, pari al +1,4%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-153 mila, pari al -5,0%). Le  previsioni di assunzione delle imprese monitorate da Unioncamere-Anpal per il trimestre settembre-novembre 2023 indicano un aumento dell’1,9% rispetto all’anno scorso, in miglioramento rispetto al -0,7% delle previsioni di agosto-ottobre.

L’indebolimento della domanda mondiale e il crescente impatto della stretta monetaria gravano sull’attività delle imprese. Nonostante il recupero della produzione manufatturiera a maggio e giugno, nei primi sei mesi la produzione in Italia cumula un calo dell'1,9%, a fronte della tenuta (+0,2%) in Eurozona e un aumento dell'1,2% in Francia e Germania. La differente evoluzione dei costi energetici nella crisi esplosa un anno fa penalizza la competitività della produzione del made in Italy.

Si indebolisce l’export, su cui pesa la domanda calante della Germania in recessione. In volume l'export scende dell'1,1% a giugno e del 2,9% nei primi sei mesi del 2023. Nel secondo trimestre dell’anno le esportazioni di beni e servizi segnano un calo congiunturale dello 0,4%, contribuendo alla flessione del PIL.

Dopo una prolungata ondata espansiva, si riduce l’attività edilizia: nel secondo trimestre 2023 si osserva un calo congiunturale del 3,1% del valore aggiunto delle costruzioni.

Con la stretta monetaria in corso, sale il costo del denaro e scende la domanda di credito. A giugno i prestiti alle imprese scendono del 3,2%, intensificando il calo del 2,8% di maggio, mentre il tasso di interesse sui nuovi prestiti alle imprese è salito al 5,04%, con un aumento di 359 punti base in un anno. La dinamica del costo del credito per le imprese in Italia è più marcata rispetto quella dell'Eurozona, mentre con il rientro dell'inflazione diventa possibile una pausa del caro tassi da parte delle autorità monetarie europee. In attenuazione anche gli investimenti in attività imprenditoriali: nel secondo trimestre 2023 il saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese scende a 28.286 unità: il risultato, con l'eccezione dell'anno della pandemia, è il più basso dell'ultimo decennio. Le prospettive del mercato immobiliare sono in marcato peggioramento, con riferimento sia al terzo trimestre 2023, nel quale prevalgono aspettative di riduzione dei prezzi di vendita, sia su un orizzonte biennale.

L'inflazione, generalmente dannosa, favorisce i debitori, Stato compreso. A giugno 2023 il debito pubblico ammonta a 2.843 miliardi di euro, salendo del 2,6% in dodici mesi mentre, nello stesso arco temporale, il PIL nominale sale del 7,7%, mantenendo in un sentiero di discesa il rapporto debito/PIL.

Sul fronte della finanza pubblica la prossima manovra avrà limitati effetti espansivi. Le raccomandazioni della Commissione europea di maggio indicano la necessità di una politica fiscale prudente, in particolare limitando l'aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024 a non più dell'1,3%. A fronte di una debole leva fiscale, associata ad una vigorosa stretta monetaria, il maggiore sostegno espansivo arriva dall’attuazione del PNRR. Sempre secondo l’Upb, nel 2024 la dinamica del PIL sarebbe dell'1,1%, “sospinta dalle componenti interne di domanda, in particolare dagli investimenti finanziati con i fondi europei”.

L’autunno dell'economia italiana appare incerto, caratterizzato "dalla prevalenza di rischi al ribasso".


STUDI - Gioielleria italiana leader in Ue. L’analisi a VicenzaOro

 

Alla fine del secondo trimestre del 2022 il comparto orafo conta 10.987 imprese registrate e mostra una alta vocazione artigiana: le 8.441 imprese artigiane rappresentano, infatti, oltre i tre quarti (76,8%) delle imprese del settore, quota ben 3,6 volte il 21,2% osservato nel totale economia.

In ottica occupazionale gli addetti del comparto orafo sono 36mila, di cui 18mila, quindi la metà (49,4%), in imprese artigiane. In particolare, le imprese artigiane delle tre province leader di Arezzo, Alessandria - con il distretto di Valenza Po - e Vicenza contano 8mila addetti concentrando poco meno della metà (45,0%) dell'occupazione dell'artigianato orafo italiano.

Allargando l'analisi alle micro e piccole imprese, si evidenzia che esprimono oltre tre quarti (74,4%) del totale addetti della gioielleria superando la quota di 63,2% rilevata per il totale economia.

L’analisi del settore è stata predisposta a supporto delle attività di Confartigianato Orafi che sarà presente a VicenzaOro lunedì 11 settembre per la riunione del Consiglio Direttivo e per visitare le imprese associate che esporranno alla manifestazione fieristica.

L'Italia è leader europea nella gioielleria - Nel 2021 il fatturato ammonta a 7,1 miliardi di euro, pari a ben il 39,8% di quello dell'Unione Europea e superiore a quello complessivo dei paesi che ci seguono, cioè Austria (3,1 miliardi) e Francia (2,9 miliardi).

Il nostro Paese primeggia anche per numero di addetti del settore della gioielleria: sono 29mila e 600, pari ad oltre un quarto (27%) del settore nell'Ue, e superano i 23mila e 700 addetti della Francia e i 12mila e 600 della Germania mentre seguono a distanza la Polonia con 6mila e 800 addetti e la Spagna con 6mila e 200 addetti.

Difficile reperire il personale - Per le 5.400 assunzioni previste nel 2022 per Orafi e gioiellieri, 3.460, pari al 64,1%, sono di difficile reperimento. Nelle tre regioni specializzate nel settore - Toscana, Veneto e Piemonte - si concentra l'88,5% delle entrate, con la difficoltà di reperimento più elevata in Toscana con il 66,4%, davanti a Veneto (61,9%) e Piemonte (60,4%).

La produzione - A giugno 2023 l'indice medio annuale della produzione orafa cresce del 2,2% in controtendenza rispetto al -2,0% del Manifatturiero e, in un clima di rallentamento dell'economia, nel primo semestre del 2023 si rileva un calo tendenziale sia per Manifatturiero, che è a -1,9%, sia per il comparto orafo, la cui flessione è però modesta e pari al -0,3%. Nonostante le imprese dell’oreficeria italiana stiano subendo nell'ultimo decennio una selezione più marcata di quella delle imprese della manifattura, il settore ha registrato un'ottima performance nella crisi: la produzione media annuale a giugno del 2023 supera, infatti, di ben il 26,9% quella della media del 2019 mentre il Manifatturiero è indietro dello 0,9%. Gli ultimi dati di confronto europeo, relativi all'anno di crisi del 2020, indicano che l'Italia è anche in questo caso prima in Ue per valore della produzione che ammonta a 5,1 miliardi di euro e doppia i 2,4 miliardi di euro rilevati per ognuno dei paesi che ci seguono, cioè Austria e Francia: la leadership nel nostro paese è netta e si conferma dal 2008, anno dell'inizio della Grande crisi.

Il made in Italy - Nell'anno terminante a maggio 2023 il made in Italy dell’oreficeria vale 10,7 miliardi di euro e le più recenti evidenze a livello territoriale relative ai dati annualizzati a marzo 2023 evidenziano che le tre principali province esportatrici di Arezzo, Vicenza e Alessandria rappresentano complessivamente il 67,4% delle vendite italiane all’estero.

In termini di dinamica il valore annualizzato dell'export del comparto orafo a maggio 2023 cresce del 10,0% a fronte del +12,1% dell'intero made in Italy, ma come suggerito dall'analisi contenuta nel report dell’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza - clicca qui per scaricarlo - predisposto in occasione di VicenzaOro, è opportuno analizzare i risultati dei volumi in modo da valutare l'impatto della crescita che sta interessando i prezzi alla produzione sul mercato estero. Nel dettaglio la crescita di tali prezzi comporta per il volume dell'export del comparto orafo una crescita quasi dimezzata e pari al 5,7%, ma che in questo caso è in controtendenza rispetto al -2,2% del volume del made in Italy.

I mercati - Il made in Italy dell’oreficeria italiana viene venduto prevalentemente nei mercati extra europei, che rappresentano il 75,0% del valore delle esportazioni del settore nell'anno terminante a maggio 2023, mostrando una netta maggior esposizione verso questi mercati che nel caso dell'intero made in Italy rappresentano, infatti, il 47,9%. Oltre la metà delle esportazioni orafe italiane (53,3%) sono destinate a cinque mercati: Stati Uniti con il 14,3%, Svizzera con il 13,0%, Emirati Arabi Uniti con il 10,5%, Francia con il 9,5% e Turchia con il 5,9%.

I prezzi alla produzione - Il valore della produzione e le esportazioni orafe sono influenzati dall’andamento dei prezzi e quello alla produzione sul mercato estero sono molto vivaci dal 2019. Il dato annualizzato a luglio 2023 registra per il comparto orafo un aumento del 5,0% su base annua, meno intenso rispetto al +6,7% del Manifatturiero. I dati più recenti relativi ai primi sette mesi del 2023 vedono invece una maggior pressione sul comparto orafo che cresce del 6,0% su base annua mentre il Manifatturiero è fermo a +3,8%.

 
Occupazione nelle imprese della gioielleria nei paesi Ue a 27
Anno 2021. Migliaia di addetti delle imprese. Dati non disponibili per Irlanda e Lussemburgo. Ue a 27: 109mila addetti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Indice della produzione industriale: comparto Orafo e Manifatturiero
Anni 2013-2022 e dato annualizzato a giugno 2023. Indice, gruppo 32.1 e sezione C Ateco 2007 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 
 
I 20 principali mercati del made in Italy della gioielleria
Dato annualizzato di maggio 2023. Incidenza percentuale sul valore del totale esportazioni del comparto - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat