STUDI – PNRR, le debolezze da eccessiva burocrazia e criticità nella gestione dei processi della PA

 

L'Italia gestisce la quarta spesa pubblica dell'Ue ma si colloca al quart'ultimo posto per qualità dei servizi pubblici, per scendere al penultimo posto per fiducia nella Pubblica amministrazione (Pa). Le imprese italiane sono quelle più gravate dalla burocrazia in tutta Europa, come ha evidenziato un recente report dell’Ufficio Studi di Confartigianato.  I nodi della scarsa efficacia nella gestione dei processi nella Pubblica amministrazione sono venuti al pettine nell'attuazione – caratterizzata da una rigorosa tempistica - degli interventi del PNRR, come emerge dall’esame di alcune evidenze contenute nella terza relazione del Ministro agli Affari Europei, Politiche di Coesione Sud e PNRR.

La spesa sostenuta - A fine 2022 è stato sostenuto il 12,8% della spesa prevista, ma dove la Pa è decisiva per la realizzazione, con l'acquisto di beni, servizi e realizzazione di lavori pubblici, la quota si dimezza (6,1%).

Gli interventi con almeno due elementi di debolezza - Nella relazione sono sintetizzate le criticità segnalate dalle Amministrazioni titolari degli interventi del Piano che determinano rischi di ritardo o di mancato raggiungimento di milestone e target. Una analisi incrociata degli elementi di debolezza con i dati del quadro finanziario del Piano evidenzia come l’eccessiva burocrazia e una inefficace organizzazione dei processi della PA stanno pesano in modo decisivo sulla realizzazione del Piano. Nel dettaglio vi sono 62 misure che presentano almeno due criticità, che nel complesso sommano interventi per 72.980 milioni di euro,  pari ad oltre un terzo (38,1%) dei 191.499 milioni di importo totale previsto dal Piano. Sono diffuse le debolezze conseguenti a circostanze oggettive  - che comprendono aumento di costi e/o scarsità materiale, squilibrio tra domanda e offerta, investimenti non attrattivi, carenza di manodopera e ritardo nello sviluppo di alcuni segmenti di offerta - le quali, però, sono quasi sempre associate a criticità normative e nella gestione dal parte delle Amministrazioni pubbliche. Infatti, vi sono 59 misure, per complessivi 68.341 milioni di euro pari al 35,7% del Piano, che presentano almeno una criticità normativa e nella gestione della PA: si tratta di difficoltà normative, amministrative e gestionali  e/o una ridefinizione delle decisione di esecuzione del Consiglio (CID, Council Implementing Decision) o delle istruzioni operative (OA, Operational Arrangements) che stabiliscono milestone e target del Piano, a seguito di errori, rimodulazione target, indicatori per rendicontazione, ecc.. La Relazione riporta che nel complesso sono 101 le misure totali con almeno un elemento critico, tra difficoltà normative, amministrative e ridefinizione CID e OA.

Per 93,3% dell'importo in esame, pari a 63.762 milioni di euro di misure, la presenza di almeno una criticità in ambito PA si associa ad almeno una difficoltà oggettiva.

Il ritardo dell’implementazione del Piano mette a rischio il sentiero di crescita dell’economia italiana e, di conseguenza, la sostenibilità degli indicatori di finanza pubblica. Secondo le valutazioni del DEF 2023, dal PNRR è previsto per il 2023 un punto di maggiore PIL rispetto allo scenario base che non considera le spesa del Piano; l’impulso di maggiore crescita dal Piano nel 2024 è di 1,8 punti, nel 2025 di 2,7 punti e nel 2026 sale a 3,4 punti di PIL.

L’anticipazione dell’analisi nella rubrica ‘Imprese ed energia’ di questa settimana su QE-Quotidiano Energia.

 

 
Importo delle misure del PNRR con almeno un elemento di debolezza
31 dicembre 2022 milioni di euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministro agli Affari Europei, Politiche di Coesione Sud e Pnrr

 
Attuazione PNRR e importo per categoria di spesa
31 dicembre 2022 - % spesa sostenuta importo spesa ReGiS - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministro agli Affari Europei, Politiche di Coesione Sud e Pnrr 

 


APPALTI - Il nuovo codice degli appalti, PNRR e opportunità per le MPMI nel seminario di Confartigianato il 19 luglio a Roma

Confartigianato Imprese, in collaborazione con Confartigianato ANAEPA, ha promosso un importante seminario dal titolo "Il nuovo codice degli appalti, PNRR e opportunità per le MPMI". L'evento si terrà presso la sede nazionale di Confartigianato a Roma il prossimo mercoledì 19 luglio a partire dalle ore 10.30. Il seminario sarà incentrato sulle recenti novità introdotte dal nuovo codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 36/2023), le cui prime disposizioni sono entrate in vigore lo scorso 1° luglio. Tale codice mira a semplificare ed accelerare le procedure di appalto, rispondendo alle richieste del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

L'evento si concentrerà sulle molteplici opportunità di lavoro per le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) derivanti dall'attuazione del PNRR e dalle risorse previste per la manutenzione delle opere pubbliche, la prevenzione del dissesto idrogeologico, gli interventi di prossimità nei comuni e la messa in sicurezza del territorio. Sarà anche l'occasione per presentare ufficialmente 4CNetWork, la prima rete nazionale di consorzi e reti di Confartigianato, che coinvolge oltre 360 imprese nei comparti dell'edilizia, dei servizi, dell'impiantistica, delle pulizie e della manutenzione.

Il seminario sarà aperto al pubblico e saranno invitati a partecipare funzionari territoriali competenti per la materia, nonché le aziende associate dei comparti interessati. Durante l'evento, avranno luogo interventi dei massimi esperti del settore, che aiuteranno a fare chiarezza su un provvedimento complesso ma di grande importanza per le imprese della filiera delle costruzioni.

Il programma dell'evento, introdotto dal Presidente di Confartigianato Imprese Marco Granelli, include una serie di interventi di rilievo moderati da Daniela Scaccia, Segretario Nazionale ANAEPA Confartigianato. Tra gli oratori, si segnalano Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che parlerà del Testo Unico dell'edilizia alle ore 12:00, e Edoardo Rixi, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che illustrerà le opportunità del nuovo Codice dei Contratti Pubblici alle ore 12:30.

Dopo la pausa pranzo, alle 14:30, avverrà la presentazione ufficiale di 4CNetWork, con l'intervento di Lorenzo Carretti, Presidente della rete. Alle 15:00, si terranno gli interventi di importanti rappresentanti di committenti e grandi stazioni appaltanti, tra cui Aldo Isi, Amministratore Delegato di ANAS, e rappresentanti di CONSIP, ENI PLENITUDE SPA e ENEL. Seguirà la relazione di Maurizio Gentile, Presidente del Comitato Ingegneri Ferroviari Italiani. Le conclusioni sono affidate a Stefano Crestini, Presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia.

(Per informazioni: anaepa@confartigianato.it)
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STUDI – Il caso Germania: recessione e con politica fiscale restrittiva. L’esposizione dei territori sul mercato tedesco

Nel primo trimestre del 2023 si conclama la recessione tecnica in Eurozona, su cui agisce la pesante flessione dell’economia della Germania, il cui PIL nel primo quarto del 2023 segna il secondo arretramento consecutivo, pari al -0,3% dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022.

Avversione all’inflazione e politica fiscale restrittiva - La storica avversione della Germania all'inflazione, a circa un secolo dell'iperinflazione della Repubblica di Weimar (sulla tragedia dell’iperinflazione si veda l'intervento di L. Federico Signorini), sta orientando la politica fiscale tedesca verso l’austerity.

L’inflazione in Germania a giugno 2023 è al 6,8%, in linea con il 6,7% dell’Italia ma superiore al 5,5% della media Eurozona. Mentre l’elevata inflazione sta guidando una pesante stretta monetaria, con i tassi di riferimento della Bce aumentati di 400 punti base in un anno, la scorsa settimana il Governo tedesco ha varato il budget federale per il 2024, delineando la fine della finanza pubblica espansiva. La spesa pubblica scende del 6,1% in termini nominali e il deficit di bilancio sarà significativamente ridotto. La politica fiscale restrittiva ha lo scopo di frenare l’inflazione e di garantire il margine di manovra di bilancio del governo federale.

Frena la domanda tedesca e le vendite del made in Italy - La Germania è il primo mercato del made in Italy, con esportazioni che negli ultimi dodici mesi ad aprile 2023 sono pari a 77.537 milioni di euro, e la frenata dell’economia tedesca sta riducendo la domanda di prodotti importati, tra qui quelli italiani. Secondo le previsioni dello scorso maggio della Commissione europea, nel 2023 le importazioni tedesche di beni e servizi sono previste in salita di un limitato +0,6% a fonte del +3,1% dell’Eurozona.

Trend export in Germania entra in territorio negativo - Ad aprile 2023 il valore dell’export verso la Germania scende dell’8,7% rispetto un anno prima, entrando in territorio negativo dopo quasi tre anni di crescita.

Nei primi quattro mesi del 2023 il valore dell’export sul mercato tedesco è a crescita zero, nonostante l’aumento dei prezzi all’esportazioni, spinto dal caro commodity e dalla crisi energetica. Il volume delle esportazioni verso la Germania, nei primi tre mesi del 2023, scende del 4,8%, risultando più pesante del calo dell’1% dell’export verso l’Eurozona. La flessione dell’export verso la Germania manifesta conseguenze diffuse, seppur differenziate, sulla manifattura dei territori italiani.

L'export in Germania del territorio – L’analisi dei dati territoriali evidenzia che il grado di esposizione sul mercato tedesco è più elevato in Veneto dove l’export degli ultimi dodici mesi a marzo 2023 è pari all'8,1% del valore aggiunto regionale (seconda regione per valore assoluto export in Germania, pari a 11.156 milioni di euro). Seguono, con valori superiori rispetto alla media nazionale del 4,9%, Friuli-Venezia Giulia con l’8,0%, Emilia-Romagna (terza regione per valore assoluto con 10.344 milioni di euro) con 7,5%, Piemonte (quarta regione per valore assoluto con 8.578 milioni di euro) con 7,5%, Trentino-Alto Adige con 6,6%, Lombardia con 6,2% (prima regione per valore assoluto con 20.868 milioni), Marche con 6,1%, Umbria con 5,9%, Abruzzo con 5,7% e Basilicata con 5,2%.

In chiave provinciale l’esposizione sul mercato tedesco più elevata si registra ad Ascoli Piceno dove le esportazioni in Germania valgono il 18,0% del valore aggiunto provinciale (prima provincia italiana per export farmaceutico sul mercato tedesco); seguono con un incidenza in doppia cifra, Terni con 14,4%, Chieti con 13,0%, Mantova con 12,8%, Lecco con 12,0%, Brescia con 11,9%, Reggio nell'Emilia con 11,2%, Vicenza con 11,1%, Bergamo con 10,9%, Cremona con 10,8%, Arezzo con 10,7%, Novara con 10,2%. L’incidenza è elevata anche a Verona con 9,9%, Piacenza con 9,8%, Vercelli con 9,6%, Treviso con 9,5%, Modena, Pordenone e Udine con 9,3% e Frosinone con 8,8%.

Per valore assoluto, le maggiori province esportatrici di prodotti manifatturieri in Germania sono Brescia con 4.380 milioni di euro negli ultimi dodici mesi a marzo 2023, Torino con 4.207 milioni, Milano con 4.189 milioni, Bergamo con 3.509 milioni, Vicenza con 2.862 milioni, Verona con 2.667 milioni, Treviso con 2.412 milioni, Bologna con 2.320 milioni, Roma con 2.227 milioni, Modena con 2.136 milioni, Reggio nell'Emilia con 1.879 milioni, Bolzano con 1.822 milioni, Padova con 1.784 milioni, Monza e della Brianza con 1.626 milioni, Varese con 1.560 milioni, Mantova con 1.429 milioni, Cuneo con 1.350 milioni, Udine con 1.318 milioni, Parma con 1.298 milioni e Firenze con 1.291 milioni.

I casi con trend export in territorio negativo - Tra le dieci regioni esposte sopra alle media, l’export al I trimestre 2023 rimane in crescita su base annua in 7 regioni mentre in 3 casi segna una flessione. Tra le 46 province esposte sopra alla media, in 30 casi il trend dell'export nel primo quarto del 2023 rimane positivo mentre è in negativo in 16 province.

I dati delle esportazioni in Germania per territorio e comparto nell’appendice statistica ‘Made in Italy in Germania per regione e provincia e settore’. Qui per scaricarla.

 
Trend export verso la Germania
Gennaio 2019-aprile 2023, var. % tendenziale export totale in valore - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Grado di esposizione sul mercato tedesco per regione
export manifatturiero I trim. 2023, ultimi quattro trimestri, in % del valore aggiunto 2020 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Grado di esposizione sul mercato tedesco: le prime 40 province
export manifatturiero I trim. 2023, ultimi quattro trimestri, in % del valore aggiunto 2020 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 


LOMBARDIA - Il Ministro Giorgetti incontra il sistema economico lombardo

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha incontrato, venerdì 7 giugno, a Palazzo Lombardia tutti i Presidenti e i vertici delle Associazioni di categoria e i rappresentanti delle imprese lombarde.
Un incontro che vede presenti il Governatore Attilio Fontana e dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi; per Confartigianato Lombardia il vice Presidente, Giovanni Barzaghi, ad interloquire sulle istanze delle MPI.
Le Associazioni e i rappresentanti delle imprese hanno risposto con “soddisfazione” alla proposta di incontro del ministro presentandosi al gran completo; un momento di confronto in cui sono stati toccati tanti temi di primaria importanza affinché le imprese lombarde possano continuare a primeggiare in Europa.
Tra le istanze presentate dal sistema imprenditoriale, l’urgenza di sostenere l’accesso al credito in un contesto caratterizzato da una politica rialzista della BCE in materia di tassi di interesse; la politica monetaria e i crediti di imposta; la riforma fiscale che porti ad un sistema semplificato e orientato alla crescita economica e alla stabilità sociale; le politiche di sviluppo dell’industria, del commercio, dell’artigianato e della cooperazione che tengano conto delle specifiche caratteristiche del nostro sistema imprenditoriale e la valorizzazione degli ecosistemi/filiere; l’autonomia differenziata come opportunità di ottimizzazione delle chances della Lombardia di competere meglio con gli altri ‘motori d’Europa’ e il costante supporto ad investimenti capillari nell’economia circolare.
Confartigianato Lombardia con le altre Associazioni e i rappresentanti del sistema lombardo hanno così dichiarato: “apprezziamo la disponibilità del ministro Giorgetti che, con la sua presenza, ha confermato il ruolo strategico che riveste il ‘sistema lombardo’ nel contesto europeo e lo ringraziamo per l’impegno a portare avanti le istanze presentate; altresì ringraziamo Regione Lombardia, nelle persone del Presidente Fontana e dell’assessore Guidesi che, anche con questa iniziativa, dimostrano la vicinanza al mondo economico e produttivo lombardo. Confermiamo inoltre la disponibilità a proseguire il dialogo costruttivo con tutte le istituzioni in quanto crediamo fondamentale il rapporto pubblico-privato, modello vincente per continuare a sostenere la competitività delle imprese e del tessuto sociale lombardo”.
Presenti per il sistema economico lombardo:
Confartigianato Lombardia, Confindustria Lombardia, Confapindustria Lombardia, Confimi Industria Lombardia, CNA Lombardia, CLAAI Lombardia, Casartigiani Lombardia, Confcommercio Lombardia, Confesercenti Lombardia, Federdistribuzione, Sistema Impresa, Legacoop Lombardia, Confcooperative Lombardia, AGCI Lombardia, ABI Lombardia, Confprofessioni Lombardia, Unioncamere Lombardia, ANCE Lombardia.