ENERGIA - Caro-energia prima emergenza per prossimo Governo. A Tg1 e Tg3 le proposte di Confartigianato
Oggi, in due servizi trasmessi da Tg1 e da Tg3 Rai, Confartigianato ha rilanciato l’allarme per i pesanti rincari dell’energia che schiacciano artigiani e piccole imprese. Il Presidente Marco Granelli, intervistato dal Tg3, Leggere di più
STUDI – Politiche espansive trainano gli investimenti: +14% in Italia in 5 anni, quasi doppio vs. +7,8% Eurozona
Interventi di politica fiscale espansiva hanno sostenuto i processi di accumulazione di capitale, con ricadute positive su produttività, occupazione, efficienza energetica e riduzione delle emissioni climalteranti: nell’arco della legislatura appena conclusa, nel 2022, ultimi dodici mesi a marzo, gli investimenti in Italia sono saliti in termini reali del 14% rispetto al 2017, un ritmo quasi doppio del +7,8% dell’Eurozona, ampiamente superiore al +3,5% della Germania e al +10,3% della Francia. Grazie al sostegno dei bonus edilizi e del credito di imposta sui beni strumentali, l’Italia quest’anno registra investimenti fissi lordi superiori del 9,5% rispetto ai livelli pre-pandemia, mentre l’Eurozona presenta ancora un ritardo del 2,1%, con la Francia che segna un recupero del 2,6% e la Germania un ritardo dell’1,8%.
Inoltre, la spesa pubblica per gli investimenti è caratterizzata da un più elevato moltiplicatore fiscale, generando una maggiore crescita e favorendo una riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL.
L'accumulazione di capitale sostiene un rilevante segmento di offerta di beni di investimento, a cavallo tra manifattura e costruzioni: nei settori di produzione e installazione di macchinari, produzione di computer, elettronica e automezzi e nelle costruzioni operano complessivamente 565mila micro e piccole imprese - di cui 389mila sono imprese artigiane, pari al 68,2% - che danno lavoro a 1 milione 597mila addetti, circa i due terzi (64,2%) dell'occupazione dei settori in esame.
Crescita investimenti 2022-2017
+14,0% Italia
+10,3% Francia
+7,7% Eurozona
+3,5% Germania
MPI nei sette settori chiave* di offerta di beni di investimento
565.000 micro e piccole imprese, pari al 99,1% del totale imprese
389.000 imprese artigiane, pari al 68,2% del totale imprese
1.597.000 addetti in MPI, pari al 64,2% dell’occupazione totale
389.000 addetti in imprese artigiane, pari al 33,0% dell’occupazione totale
*Ateco 2007: C26, C27, C28, C29,C30, C33, F
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia, Eurostat e Istat
STUDI – Incertezze e criticità per le imprese nell’estate 2022
Tra la recessione causata dalla pandemia, la successiva ripresa e gli effetti del guerra in Ucraina, persistono pesanti criticità per il sistema delle imprese. Il rallentamento del commercio internazionale e la frenata senza precedenti dell’economia cinese rallentano le vendite del made in Italy. Sono deragliati i costi dell’energia, spinti dall’escalation del prezzo del gas, generando una maggiore pressione sui costi delle imprese italiane rispetto ai competitor europei, alla quale contribuisce una tassazione dell’energia superiore del 51,1% alla media dell’Ue a 27. Le strozzature delle filiere globali determinano scarsità di materie prime, allungamento dei tempi di consegna e aumento dei costi della logistica; le tensioni si accentuano nei settori dei macchinari, delle apparecchiature elettriche e dell’elettronica dove vi è una maggiore dipendenza dai semiconduttori, comparto colpito da una grave crisi di offerta mondiale. Ostacoli all’attività derivano dalla scarsità di manodopera, con il 49,8% delle assunzioni di operai specializzati previste ad agosto 2022 risultano di difficile reperimento, dieci punti in più del 39,8% di un anno prima.
Incertezze e criticità: key data
47,9% elettricità prodotta con il gas in Italia, 15,1% Germania, 5,7% Francia
+330,2% prezzi ingrosso energia elettrica in Italia a luglio rispetto un anno prima
+27% prezzi commodities no energy a giugno 2022
-2,0% Made in Italy in Cina nei primi 6 mesi del 2022, vs +20,3% paesi extra Ue
22,7% Imprese manifatturiere ostacolate da scarsità materie prime
Difficoltà di reperimento di operai specializzati
49,8% delle entrate ad agosto 2022
+10,0 punti rispetto al 39,8% di agosto 2021
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca Mondiale, Bce, Eurostat, Istat e Unioncamere-Anpal
STUDI – Tra pandemia, ripresa e guerra, la migliore reazione delle imprese italiane
Nel contesto di forte turbolenza degli ultimi due anni il sistema delle imprese italiane ha mostrato una straordinaria capacità di reazione, in particolare nei settori con una più elevata incidenza di imprese artigiane, manifattura ed edilizia. Nel 2022, ultimi dodici mesi a maggio, l'Italia ha completamente recuperato il livello della produzione manifatturiera del 2019 (+0,7%) rispetto al forte ritardo di Francia (-5,9%) e Germania (-6,2%).
Le vendite del made in Italy tra il 2019 e il 2022, ultimi dodici mesi a maggio, salgono del 17,1% a fronte di un aumento dell’export del 9,0% in Germania e del 4,7% in Francia.
La produzione nelle costruzioni del 2022, ultimi dodici mesi a maggio, supera del 23% quella del 2019, a fronte del +2,0% in Germania, del -4,8% in Francia e del +1,8% della media Ue. Le buone performances registrate in Italia in questi settori, caratterizzati da una maggiore presenza di micro e piccole imprese rispetto ai paesi competitor, sono state accompagnate da una crescente efficienza dei processi aziendali. Nel 2021 la produttività del lavoro delle imprese manifatturiere italiane è salita del 2,5% rispetto al 2019, a fronte del calo dello 0,8% di quelle tedesche e alla flessione del 5,8% delle imprese francesi; nelle costruzioni la crescita della produttività in Italia arriva al +4,2%, a fronte del +1,2% in Germania e al -7,0% in Francia. Grazie al maggiore dinamismo di manifattura e costruzioni e le prospettive di recupero del turismo, secondo le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale, nel biennio 2022-2023 l'Italia cumula una crescita del 3,7%, superiore al +3,3% della Francia e al +2,0% della Germania.
La resilienza delle imprese italiane nei settori a maggiore presenza di artigianato
Manifattura
Produzione 2019-2022* +0,7% Italia, -5,9% Francia e -6,2% Germania
Peso delle MPI sull’occupazione manifatturiera: 49,9% Italia, 23,5% Francia e 19,6% Germania
Peso dell’artigianato: 62,5% delle imprese manifatturiere
Produttività manifattura 2019-2021: +2,5% Italia, -0,8% Germania e -5,8% Francia
Made in Italy
Export 2019-2022*: +17,1% Italia, +9,0% Germania e +4,7% Francia
141,2 miliardi di euro export 2021 in settori a maggiore presenza di MPI**, al massimo storico del 7,9% del PIL
Costruzioni
Produzione 2019-2022* +23% Italia, +2,0% Germania, -4,8% Francia
Peso delle MPI sull’occupazione delle costruzioni: 87,0% Italia, 75,7% Germania e 63,8% Francia
Peso dell’artigianato: 70,4% delle imprese delle costruzioni
Produttività costruzioni 2019-2021: +4,2% Italia, +1,2% Germania e -7,0% Francia
Crescita PIL 2022-2023***
+3,7% Italia, +3,3% Francia e +2,0% Germania
*ultimi 12 mesi a maggio 2022 **divisioni Ateco 2007 manifatturiere dove occupazione MPI supera il 60%: moda, alimentare, prodotti in metallo, legno e arredo, gioielleria e occhialeria *** crescita cumulata nel biennio su previsioni Fmi del 26 luglio 2022
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat, Fondo monetario internazionale e Istat
STUDI - Crisi pesa su occupazione indipendente, ma piccola imprese protagonista del recupero domanda di lavoro
La diffusa presenza di imprese colloca il nostro Paese al primo posto nell’Unione europea per numero di occupati indipendenti, imprenditori e lavoratori autonomi, una leadership europea confermata sia per le donne imprenditrici che per i giovani lavoratori indipendenti under 35; il 6% degli occupati indipendenti sono stranieri. Il rilevante segmento della società italiana rappresentato dagli indipendenti ha subito il peso integrale delle ricadute della pandemia sul mercato del lavoro: a giugno 2022 l’occupazione totale segna un completo recupero (+44mila, pari al +0,2%) rispetto a febbraio 2020, mentre segna un pesante ritardo l’occupazione indipendente, che registra 228 mila occupati in meno (-4,4%) rispetto ai livelli pre-Covid-19, a fronte dell’aumento dell’occupazione dipendente (+272mila occupati, pari al +1,5%), di cui +80mila permanenti (+0,5%) e +193mila a termine (+6,5%).
Le micro e piccole imprese forniscono il contributo maggiore alla domanda di lavoro, in particolare quello più stabile: a fronte del 49,2% dei dipendenti in forza, le MPI determinano il 68,8% dei posti di lavoro creati negli ultimi dodici mesi a marzo 2022, e addirittura il 75,5% delle posizioni dipendenti a tempo indeterminato.
Le costruzioni hanno tenuto a galla l’intero mercato del lavoro, con 176mila occupati in più (+13,3%) tra il primo trimestre 2022 e il primo trimestre 2020, a fronte del calo di 198mila occupati nel resto dell’economia. L’apprendistato rappresenta un canale di ingresso dei giovani nel mercato dei lavoro di grande rilevanza: le assunzioni di apprendisti rappresentano il 18,7% delle assunzioni di giovani under 30, una quota che quasi raddoppia, salendo al 33,4%, nelle imprese artigiane.
Dinamica occupazione per posizione: giugno 2022 rispetto febbraio 2020
+272.000 (+1,5%) dipendenti
+80.000 (+0,5%) dipendenti permanenti
+193.000 (+6,5%) dipendenti a termine
228.000 (-4,4%) indipendenti
+44.000 (+0,2%) totale occupati
Contributo alla domanda di lavoro in 12 mesi a marzo 2022 delle MPI
49% dello stock dei dipendenti
69% posizioni di lavoro create
76% delle posizioni a tempo indeterminato
Apprendistato e artigianato
Apprendisti: 545.488, di cui circa un quarto nell'artigianato
Assunzione di apprendisti nell’artigianato: 33,4% assunzioni giovani under 30, quota quasi doppia rispetto al 18,7% della media delle imprese
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat, Inps, Inapp, Istat, Unioncamere-Anpal
STUDI – Italia leader europea della piccola impresa diffusa
In Italia il 99% della struttura imprenditoriale è composta da micro e piccole imprese (MPI) che, nel confronto europeo su dati Eurostat, determinano il 62,8% dell’occupazione delle imprese, superiore al 48,5% della media dell’Unione europea a 27 e al 40,8% della Germania e al 38,4% della Francia. L’Italia è il primo paese europeo per occupazione nelle MPI del manifatturiero con 1 milione 902mila addetti, il 17,5% in più rispetto ad 1 milione 618mila della Germania. Le imprese artigiane sono 1.284.198, il 21,2% delle imprese e con 2.613.608 addetti contribuiscono per il 15,0% degli occupati nelle imprese.
I numeri chiave delle Piccole Imprese e dell'Artigianato italiano
Microimprese (fino a 10 addetti): 4.211.615, il 95,1% delle imprese attive
Occupati nelle microimprese: 7.489.913, il 43,7% degli occupati delle imprese attive
Micro e Piccole imprese (MPI, fino a 49 addetti): 4.399.289, il 99,4% delle imprese attive
Occupati nelle MPI: 10.863.105, il 63,4% degli occupati delle imprese attive*
Imprese artigiane registrate: 1.284.198, il 21,2% delle imprese
Imprese artigiane nate ogni giorno del 2021: 321
Imprese artigiane attive con dipendenti: 405.291
Occupati indipendenti nell'artigianato: 1.303.080
Dipendenti nell'artigianato: 1.310.528
Occupati nelle imprese artigiane attive: 2.613.608, il 15,0% degli occupati nelle imprese attive
Valore aggiunto nell’artigianato: 154.081 milioni di euro, il 9,7% del totale
*Elaborazione su dati Istat, non confrontabile con dato di fonte Eurostat; Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su ultimi dati disponibili di fonte Eurostat, Inps, Inapp, Istat, Unioncamere-Infocamere e Unioncamere-Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne