STUDI – Inflazione all'8,4% ma solo +3,4% prezzi di servizi a vocazione artigiana, -1,8 punti vs +5,2% Eurozona
Con le guerre l’inflazione sale sempre in doppia cifra e il rischio si sta concretizzando anche a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come è stato delineato nell’articolo ‘Nell’era dei prezzi di guerra è bassa l’inflazione dei servizi a vocazione artigiana’ pubblicato a firma di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi, nell’ultima uscita di ‘Spirito Artigiano’, la piattaforma digitale promossa dalla Fondazione Germozzi insieme alla Confartigianato.
Secondo i dati pubblicati da Eurostat venerdì scorso, a luglio 2022, a cinque mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’inflazione in Italia si colloca all’8,4%, non distante dal +8,9% dell'Eurozona. Per oltre metà (10 su 19) dei paesi dell'Eurozona il tasso di crescita dei prezzi al consumo è già in doppia cifra.
Le forti tensioni sui prezzi delle commodities energetiche sui mercati internazionali e all’ingrosso si ripercuotono sull’inflazione dei beni energetici che in Italia è del 43,3%, superiore di 3,6 punti rispetto al 39,7% dell’Eurozona, e sulla quale influisce, come evidenzia una nostra recente analisi, una maggiore crescita dei prezzi dell'elettricità, che a giugno segnano un aumento dell’81% in Italia, del 22% in Germania e del 8% in Francia.
Una zona di quiete nella tempesta dei prezzi in corso è rappresentata dai servizi a vocazione artigiana, dove la dinamica dei prezzi è lenta, asincrona rispetto ai roboanti tassi di crescita di commodities e beni che abbiamo sopra descritto. In particolare l’analisi si concentra su un paniere di diciassette servizi composto, in ordine decrescente di peso, da manutenzione e riparazione mezzi di trasporto privati, parrucchiere e trattamenti di bellezza, lavanderia abiti, servizi di trasloco, manutenzione dei sistemi di riscaldamento, pittori, idraulici e carpentieri, servizi di trasloco, trasporto passeggeri su taxi, riparazione abiti, elettricisti, riparazione calzature, servizi per la fotografia, riparazione di mobili, arredi e rivestimenti per pavimenti e riparazione di apparecchi per la casa.
Nell’estate del 2022, caratterizzata da tassi di inflazione record sia in Italia che in Eurozona, nei servizi a maggiore vocazione artigiana a giugno i prezzi segnano un modesto aumento del 3,4%, ben 1,8 punti in meno del +5,2% dell’Eurozona. Nel confronto con gli altri maggiori paesi europei, si osserva che nonostante in Francia, grazie al nucleare, vi sia una minore pressione dei costi energetici, i prezzi dei servizi artigiani salgono del 5,2%; in Germania addirittura crescono del 6,8%, un ritmo doppio rispetto a quello registrato in Italia. Il prezzo del paniere dei diciassette servizi artigiani nel nostro Paese sale meno della media dei servizi (0,3 punti in meno rispetto a +3,7%), mentre nell’Eurozona segna una dinamica superiore di 1,8 punti al trend medio dei prezzi dei servizi (3,4%).
In questi settori labour intensive sotto esame, le prestazioni degli artigiani coniugano i valori della economicità, della personalizzazione, del riciclo e del riuso, intersecando la creazione di valore per il consumatore con le direttici della transizione green. L’offerta dei servizi, quasi miracolosamente, sterilizza i meccanismi di trasmissione sul mercato interno della tempesta in atto sui mercati internazionali delle commodities e dell’energia. Pensiamo ad un servizio di un trasloco: a giugno 2022 le imprese artigiane specializzate fanno pagare ai clienti un prezzo del 4,6% superiore a quello di un anno prima mentre acquistano il gasolio per il camion ad un prezzo superiore del 33,9% rispetto all’anno precedente. Il minore dinamismo dei prezzi rispetto al trend medio dell’Eurozona ha un risvolto concreto, generando per le famiglie italiane un risparmio annuo di 418 milioni di euro per l’acquisto di questi diciassette servizi a vocazione artigiana.
Dinamica prezzi di un paniere di 17 servizi a vocazione artigiana nei maggiori paesi dell’Eurozona
Giugno 2022, var. % tendenziale indice prezzi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Dinamica prezzi di un paniere di 17 servizi a vocazione artigiana in Italia ed Eurozona per servizio
Giugno 2022, var. % tendenziale indice prezzi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
STUDI – Ad agosto 24,5% delle presenze turistiche. Segnali di recupero della domanda turistica, interessate 200mila imprese artigiane
Nell'estate 2022 il comparto turistico prosegue il recupero delle perdite senza precedenti causate dalla pandemia, nonostante il persistere di rischi per l'economia causati dal protrarsi della guerra in Ucraina, dall’inflazione e delle tensione sui prezzi delle materie prime e dell'energia. Nel 2021 la spesa dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese ammonta a 21,3 miliardi di euro e cresce del 22,7% in un anno mentre nei primi quattro mesi del 2022 persiste un divario del -22,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. La spesa degli italiani all’estero ammonta nel 2021 a 12,6 miliardi di euro ed aumenta del 32,0% rispetto all’anno precedente, mentre nei primi quattro mesi del 2022 persiste un divario del 31,4% rispetto allo stesso periodo del 2019.
In termini di fatturato il dato annualizzato al primo trimestre 2022 nei servizi supera del 4,6% il livello del 2019, con un ancora marcato ritardo per servizi turistici, alloggio e ristorazione che nel complesso mostrano una riduzione dei ricavi del 23,3% rispetto a quelli pre-pandemia; nel dettaglio agenzie di viaggio e tour operator sono più colpiti, registrando un calo 65,1%, mentre si registrano flessioni del 23,7% per alloggio e del 14,1% per i servizi di ristorazione.
Le più recenti rilevazioni dell’Enit evidenziano inoltre che la saturazione delle strutture prenotate attraverso il canale online relativa ad agosto è pari in Italia al 24,6%, e tra i principali competitor è seconda solo al 26,3% della Grecia, la Spagna si attesta sul 19,4% e si ferma al 12,7% la Francia, il paese con cui in Ue ci contendiamo il primato di presenze estive. Le prenotazioni di voli aerei internazionali per venire in Italia ad agosto sono 472 mila (+161% in un anno) e sono seconde solo alle 597mila con destinazione Spagna (+92% in un anno). Inoltre, l'analisi delle ricerche effettuate online a giugno in tema di viaggi evidenzia che Italia e Francia sono i paesi europei maggiormente ricercati: nel dettaglio l'Italia è oggetto di maggiore interesse da parte di Germania, Regno Unito e USA e le città più ricercate sono Roma, Milano, Venezia, Firenze e Catania.
E’ noto che agosto è il mese con il maggiore numero di presenze turistiche: nel triennio 2019-2021 in Italia le presenze ad agosto sono il 24,5% del totale, superiore al 20,4% della media Ue. Il nostro Paese è secondo nell’Unione per numero di presenze turistiche ad agosto con 229 milioni dietro alle 246 della Francia; la classifica si replica per il periodo estivo giugno-settembre, con 620 milioni di presenze, dietro ai 641 milioni della Francia.
L’artigianato nei settori interessati dalla domanda turistica - La spesa dei viaggiatori stranieri in Italia si concentra per il 41,0% in alloggio mentre il restante 59,0%, pari a 12,5 miliardi di euro, comprende trasporti passeggeri - fornito da residenti sul territorio nazionale -, ristorazione e acquisti di prodotti artigianali e del made in Italy. Nel complesso si tratta di un paniere di beni e servizi per i quali la qualità fa la differenza, consolidando l’elevata reputazione dell’offerta turistica italiana.
Le imprese artigiane sono attori primari in questo segmento di attività: alla fine del primo trimestre 2022 le imprese artigiane attive in attività interessate dalla domanda turistica sono 198.912, pari al 15,6% dell'artigianato nazionale. In chiave settoriale il comparto più rilevante è l’abbigliamento e calzature che conta 41.459 imprese (20,8% del totale), seguito da altre attività manifatturiere e dei servizi con 38.743 imprese (19,5%), comparto che comprende importanti attività dell'artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benessere e palestre. Seguono agroalimentare con 37.561 imprese (18,9% del totale), trasporti con 33.935 imprese (17,1%), ristoranti e pizzerie con 31.203 imprese (15,7%), bar, caffè, pasticcerie con 14.510 imprese (7,3%) ed il restante 0,8% è rappresentato da 1.501 imprese operanti in attività ricreative, culturali, intrattenimento, strutture ricettive e giornali, guide ed editoria.
L’analisi territoriale evidenzia nel Mezzogiorno la maggior incidenza dell’artigianato nei settori a vocazione turistica sul totale dell'artigianato, pari al 18,6%, mentre il minimo è il 10,3% del Nord-Ovest. Tra le regioni primeggia la Sicilia con una peso del 21,9%, seguita da Toscana con il 20,0%, Campania con il 19,6%, Sardegna con il 18,8%, Marche con il 18,5%, Calabria con il 18,3%, Lazio con il 17,3%, Puglia con il 16,2% e Basilicata con il 15,7%.
A livello provinciale l’artigianato a vocazione turistica rappresenta circa un terzo del totale dell’artigianato del territorio a Prato (37,9%) e Fermo (31,2%), seguite, con un peso superiore ad un quinto, da Palermo (24,5%), Agrigento (23,4%), Firenze (23,2%), Catania e Reggio Calabria (entrambe con il 22,1%), Arezzo (22,0%), Caltanissetta (21,7%), Messina (21,6%), Napoli (21,4%), Siracusa (21,3%), Trapani (20,7%) e Enna (20,1%).
I dati completi nell’Appendice statistica ‘Le imprese artigiane nei settori interessati da domanda turistica per regione e provincia nel 2022’.
Ripartizione della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia per categoria e ripartizione
Anno 2021. Composizione percentuale e milioni di euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia
Composizione delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica per comparto
I trimestre 2022. Composizione percentuale delle 198.912 imprese artigiane attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche
Peso delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica per regione
I trimestre 2022. % su totale imprese artigiane attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche
Le 42 province con peso delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica maggiore della media
I trimestre 2022. % su totale imprese artigiane attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche
STUDI – Le tensioni del gas spingono il prezzo del kWh a +81% in Italia vs +33% in Eurozona
La nostra recente analisi sulla crescita ha esaminato le ultime previsioni della Commissione europea, mettendo in luce gli effetti negativi della guerra di invasione dell'Ucraina da parte della Russia e l’escalation della bolletta energetica, salita al 3,8% del PIL e in avvicinamento al massimo storico del 4% registrato dieci anni fa.
La pressione del gas sulla bolletta energetica – L’escalation del prezzo di riferimento del gas sul mercato europeo, che secondo l’ultima elaborazione dei dati su base mensile, a giugno segna un aumento del 280,2%, ampiamente superiore al +87,4% del prezzo del Brent, determina una maggiore dipendenza da questa commodity del peggioramento del saldo del commercio estero di energia. Sulla base dei dati disaggregati per prodotto, il gas, che un anno fa rappresentava il 28,8% delle importazioni di energia, ha determinato il 55,2% del peggioramento della bolletta energetica; un ulteriore 38,8% arriva dal petrolio greggio (a fronte del peso del 45% sulle importazioni energetiche), un 12,3% dell'energia elettrica, mentre il petrolio raffinato, con le esportazioni che superano l’import, controbilancia con un miglioramento di circa dieci punti percentuali (9,5%).
La trasmissione sui prezzi dell’elettricità – L’aumento del costo di approvvigionamento del gas naturale, fonte dominante nel mix di generazione elettrica - come emerge da nostre precedenti analisi - determina forti ripercussioni sul mercato elettrico: nella media dei primi venti giorni di luglio il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (PUN) tocca un nuovo massimo, segnando un aumento del 305,5% rispetto a luglio 2021.
Sono evidenti le ripercussioni sui prezzi dell’energia elettrica pagati dai consumatori italiani, caratterizzati da una più alta velocità di crescita rispetto agli altri maggiori paesi europei. L’esame degli indici dei prezzi al consumo pubblicati giovedì scorso da Eurostat conferma che la maggiore inflazione energetica in Italia è trainata dall’energia elettrica, il cui prezzo a giugno 2022 sale dell’81,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +22,1% della Germania e il +7,6% della Francia. L’andamento dei prezzi dell’elettricità in Italia presenta un ritmo quasi triplo del +32,8% della media dell’Eurozona. Anche il prezzo del gas al consumo cresce di più in Italia (+63,1%), con un differenziale, seppur più contenuto rispetto a quello dell’energia elettrica, di oltre undici punti percentuali rispetto alla media del +51,6% dell’Eurozona. La dinamica appare meno marcata negli altri maggiori paesi europei, con il prezzo del gas che sale del 42,9% in Germania e del 44,4% in Francia.
Dinamica prezzi al consumo di energia elettrica e gas nei principali paesi Ue
Giugno 2022, var. % annua - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Peso su importazioni e su crescita della bolletta energia per commodity
% su import degli ultimi 12 mesi ad aprile 2021 e % su aumento saldo import-export cumulato ultimi dodici mesi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
STUDI – Turbo-globalizzazione in quarantena? Le ripercussioni sulle imprese nell’analisi di Confartigianato su IlSussidiario.net
La pandemia ha innescato, lungo le catene produttive mondiali, tensioni causate dallo squilibrio tra domanda e offerta di alcuni beni condizionando il ritmo della ripresa post Covid-19. Le interruzioni nelle filiere di approvvigionamento sono determinate da restrizioni all’attività produttiva dovute alla pandemia, da difficoltà nella logistica e nel trasporto delle merci e dalla carenza di semiconduttori. La manifestazione più evidente della crisi del network manifatturiero globale consiste nell'allungamento dei tempi di consegna dei fornitori di beni, a cui si associa un razionamento e un incremento del costo per le materie prime e i semilavorati. A metà 2022 il 17% delle imprese manifatturiere è ostacolata dall’allungamento dei tempi di consegna mentre il 23% registra effetti negativi sull'attività dall'insufficienza dei materiali, una quota che quasi raddoppia nei settori dei macchinari (43%) e delle apparecchiature elettriche (40%).
L’analisi dei cambiamenti che la pandemia ha indotto sulle catene globali del valore è proposta nell’articolo "I numeri post Covid - L’Italia delle piccole imprese produce più di Francia e Germania" a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato su IlSussidiario.net.
Il contraccolpo dell’epidemia da Covid-19 ha amplificato una strisciante riduzione dell’apporto del commercio internazionale ai processi di crescita: se dal 2000 al 2008 il volume del commercio mondiale era salito del 49,8%, 10,5 punti in più della crescita cumulata del PIL, negli undici anni successivi (2008-2019) le velocità si invertono, vedendo il PIL mondiale crescere del 43,8%, 20,3 punti in più rispetto all’aumento del commercio internazionale.
La globalizzazione, fin dalle sue manifestazioni di fine Ottocento, è associata ad una riduzione dei costi di trasporto. Ma oggi vediamo manifestarsi il fenomeno opposto: dalla metà del 2020 il costo del trasporto marittimo delle merci ha registrato una crescita esponenziale che lo ha portato a triplicarsi nell'arco di due anni. Su questa crescita dei costi hanno agito i fattori della ripresa economica e la carenza di container nei porti asiatici causata dai ritardi nelle restituzioni, conseguenza delle congestioni provocate dalla pandemia in Europa e Stati Uniti.
Il perseguimento di una politica di 'zero Covid', la successione di lockdown in aree chiave per la produzione e la logistica delle merci e la crisi immobiliare, stanno determinando una frenata senza precedenti dell'economia cinese, il cui tasso di crescita passa dal +8,1% del 2021 al +4,4% del 2022. Se escludiamo l’anno della pandemia (+2,2%), per trovare un altro anno in cui l’economia cinese è cresciuta meno che nel 2022 bisogna tornare al 1990. A maggio le esportazioni italiane verso la Cina cedono del 9,1% (dopo il calo del 15,9% di aprile), con una perdita complessiva del 4,3% nei primi cinque mesi del 2022 a fronte di un aumento medio del 22,6% delle vendite del made in Italy nel mondo.
Con la turbo-globalizzazione del XXI secolo è aumentata a dismisura l’incertezza. In un ventennio si sono susseguite undici gravi crisi: dalla crisi terroristica (2001), alla grande recessione nata dalla finanza e diffusa all'economia reale (2008-2009), alla crisi del debito sovrano (2011-2013), seguita dalla prima fase della crisi russo-ucraina (2014), dalla pandemia globale (2020), dalle strozzature lungo le filiere globali e dall'escalation dei prezzi delle commodities (2020-2021), dallo scoppio della crisi energetica (2021) per arrivare all'attuale invasione dell’Ucraina (2022), eventi peraltro attraversati da una progressiva crisi climatica e idrica e da un ritorno dell'inverno demografico. Siamo passati, si potrebbe dire, dal 'secolo breve' al 'secolo dell'incertezza'. In Italia, negli ultimi quattordici anni (2008-2021) si sono registrati sei anni di recessione, mentre dei precedenti quarantasette anni (1961-2007) solo due furono caratterizzati da una caduta del PIL.
In Italia si è assistito ad una rarefazione delle opportunità per i giovani: dal 2004 al 2008 il tasso di occupazione dei giovani tra 25 e 34 anni ha oscillato attorno al 70%, per poi cadere di quasi dodici punti in sei anni, fino al minimo del 58,3% di aprile del 2014, cumulando gli effetti di due crisi della finanza, quella privata del 2008 e quella pubblica del 2011. Sulla base di queste tendenze, sono 765 mila i giovani che nell’arco di quattordici anni rimangono esclusi dal mercato del lavoro. La crisi innescata dalla pandemia, rispetto alle precedenti recessioni, è stata più clemente con i giovani italiani: a maggio 2022 il tasso di occupazione tra 25 e 34 anni è risalito al 65,0%, 6,7 punti superiore al minimo di aprile 2020, in corrispondenza dello scoppio dell’epidemia.
La rarefazione delle opportunità, nel nostro paese, ha accentuato il fenomeno della “fuga di giovani cervelli”: in cinque anni (2016-2020) tra i giovani italiani under 40 laureati gli espatri superano i rimpatri di 65 mila unità.
In Italia rimane maggioritario un favorevole orientamento alla globalizzazione che, nell’ultima rilevazione di Eurobarometro di febbraio 2022, è rilevato nel 55% della popolazione, ma rimane inferiore al 59% della media Ue e al 68% della Germania, principale competitor manifatturiero. La quota di pro-global sale al 67% per i giovani e al 64% per i laureati, mentre scende al 41% per gli anziani di 65 anni ed oltre, per crollare al 30% per i disoccupati e al 28% per le persone con titolo di studio medio-basso.
Anche la crisi degli approvvigionamenti di gas e petrolio, deflagrata con la guerra in Ucraina, apre prospettive di una meno intensa globalizzazione energetica, con una riduzione degli acquisti dall’estero sostituiti da una maggiore offerta di energia da fonti rinnovabili. Con la riduzione della produzione idroelettrica causata dalla siccità, aumentano gli apporti di eolico e fotovoltaico: nei primi cinque mesi del 2022 al calo del 39,7% della produzione di elettricità da fonte idrica, fa fronte un aumento del 10,5% della produzione da fotovoltaico e del 6,7% da eolico.
L’economia italiana, caratterizzata da un’alta vocazione manifatturiera e da una diffusa presenza di micro e piccole imprese, flessibili e resilienti, sembra meglio compensare le falle aperte dalla pandemia nelle filiere globali del valore e meglio affrontare la ‘quarantena della globalizzazione’. Qualche segnale è già evidente: nel 2022 l'Italia ha completamente recuperato il livello della produzione manifatturiera del 2019 rispetto al maggiore ritardo dei più importanti paesi competitor. La migliore performance è stata resa possibile grazie anche ad un sistema manifatturiero meno dipendente dai semiconduttori: in Italia, infatti, la quota di produzione dei settori a maggiore utilizzo di dispositivi elettronici – macchinari, apparecchiature elettriche ed elettronica – è del 12,1%, a fronte del 17,9% della Francia e il 29,4% della Germania.
L’Italia, primo paese europeo per occupazione nelle micro e piccole imprese manifatturiere, ha associato la creazione di valore ad una maggiore efficienza dei processi aziendali: nel 2022, ultimi dodici mesi a marzo, la produttività del lavoro delle imprese manifatturiere italiane è salita dello 0,9% rispetto al 2019, a fronte del calo dell’1,2% di quelle tedesche e alla flessione del 4,7% delle imprese francesi, smentendo quel mainstream che individua la bassa dimensione media aziendale come la causa principale di una insufficiente dinamica della produttività.
STUDI – E’ on line il nuovo sito Studi e Ricerche: oltre 1300 pubblicazioni, otto su dieci con dati territoriali
E’ on line il nuovo sito ‘Studi e Ricerche’ di Confartigianato, con le analisi e i dati elaborati dall'Ufficio Studi supportate dalle funzionalità della nuova piattaforma che è stata presentata oggi ai Segretari delle Associazioni provinciali e Federazioni regionali.
Il Rapporto annuale - Dal sito è scaricabile free l’ultimo rapporto annuale ‘NOI R-ESISTIAMO. Dalla parte delle piccole imprese’, con la presentazione di Vincenzo Mamoli, Segretario Generale e l’introduzione di Giulio Sapelli, diffuso in occasione dell’Assemblea di Confartigianato.
La ricerca e i TAG - Mediante il motore di ricerca è possibile selezionare tra le oltre 1300 pubblicazioni e il set di dati prodotti dal 2005 ad oggi. Una ulteriore selezione è possibile utilizzando gli oltre cento TAG attribuiti a tutte la pubblicazioni del 2021 e 2022. Qui, ad esempio, il TAG per richiamare tutti i lavori dell’Ufficio Studi con dati provinciali e quelli con dati regionali, oppure reperire i dati rielaborabili forniti in Appendici statistiche in formato .xls.
Un punto di riferimento per l’economia d’impresa - Le analisi dell’Ufficio Studi costituiscono un esclusivo strumento di lavoro per le Organizzazioni del Sistema Confartigianato e un punto di riferimento per lo studio dell’economia dell’impresa. I lavori realizzati dedicano una particolare attenzione alla presenza delle micro e piccole imprese e delle imprese artigiane. Nel percorso di ricerca, fondato sulla cooperazione con le Direzioni confederali per le specifiche aree di competenza, sono esaminati i mercati di sbocco, la produzione e i mercati dei fattori di produzione, approfondisce le condizioni di contesto, mettendo a disposizione elementi di valutazione degli effetti delle politiche pubbliche sul sistema delle imprese: su questo ambito sul sito gli ultimi lavori dedicati alla qualità ed efficienza dei servizi della Pubblica amministrazione.
Le pubblicazioni, che come abbiamo anticipato, presentano un ampio set di dati su scala regionale e provinciale, propongono in modo diffuso chiavi di lettura settoriali dei fenomeni economici.
Dallo scoppio della pandemia i 20 report su congiuntura e imprese - Dalla primavera del 2020 l’Ufficio Studi ha costantemente monitorato le tendenze dell'economia, congiuntura e finanza pubblica e gli effetti del ciclo economico sul sistema delle MPI presentando, in un webinar dedicato, un report periodico arrivato alla 20° edizione, con approfondite focalizzazioni per settore e per territorio.
Gli Osservatori in rete - L’analisi territoriale viene focalizzata, personalizzata e approfondita grazie agli Osservatori in rete, qui le pubblicazioni con la loro collaborazione - un network che coopera con la Direzione scientifica del Responsabile dell’Ufficio Studi, costituito dagli Osservatori MPI di Confartigianato Lombardia, Confartigianato Calabria, Confartigianato Emilia Romagna, Confartigianato Piemonte, Confartigianato Sicilia e Confartigianato Sardegna e gli Uffici Studi di Confartigianato Veneto, Confartigianato Marche e Confartigianato Vicenza. Il network, che produce annualmente circa duecento pubblicazioni, produce economie di rete grazie all’interazione del capitale umano e delle competenze di ricercatori statistici ed economisti.
I key data dell’Ufficio Studi nel 2021, dal Bilancio Sociale di Confartigianato
73 pubblicazioni e 18 Appendici statistiche in formato xls
135 News Studi sul portale confartigianato.it
1.022 evidenze statistiche esaminate nelle 7 edizioni del 2021 del report periodico
16° edizione del Rapporto annuale
8 pubblicazioni su 10 contengono analisi di dati territoriali, regionali e provinciali e settoriali
27 presentazioni a webinar, eventi, convegni
45 articoli rubrica ‘Imprese ed Energia’ su QE-Quotidiano Energia
199 pubblicazioni nell’ambito degli Osservatori in rete, network in cui collaborano 8 ricercatori, 3 statistici e 5 economisti.