24 Novembre 2005, h. 11:28

Il Presidente di Confartigianato Guerrini al Ministro dell’Economia Tremonti: “Le piccole imprese chiedono ‘via libera’ alla competitività Per rimettere in moto il Paese, stop a vincoli e costi”

“Le piccole imprese chiedono ‘via libera’ alla competitività. Basta con i vincoli e i costi che bloccano le potenzialità delle nostre aziende. Bisogna restituire agli imprenditori il bene oggi più scarso sul mercato: la fiducia”.

Questo, in sintesi, il messaggio che il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini ha rivolto al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, intervenuto oggi a Roma all’apertura della Conferenza Organizzativa delle Categorie di Confartigianato che si concluderà sabato 26 novembre con l’intervento del Ministro delle Politiche Agricole Giovanni Alemanno.

“Confartigianato – ha detto Guerrini – è impegnata a fare la sua parte per accendere il ‘semaforo verde’ alla competitività delle imprese. Ma il Governo deve contribuire a ridare fiducia agli imprenditori e ad immagine per loro il futuro possibile”.

“Per rilanciare la competitività – secondo il Presidente di Confartigianato – bisogna eliminare ostacoli e costi che minacciano gli imprenditori più della concorrenza della Cina”.
GLI OSTACOLI ALLA COMPETITIVITÀ DELLE PICCOLE IMPRESE

Tariffe Inail: una tassa occulta. Gli artigiani pagano 3 e ricevono 1
Per gli artigiani l’assicurazione degli infortuni sul lavoro presso l’Inail si è trasformata in una vera e propria “tassa occulta”. Con un primato davvero poco invidiabile: le imprese artigiane pagano 3 e ricevono 1.
Nonostante la continua diminuzione degli infortuni, agli artigiani vengono imposti tassi medi del 74% più elevati di quelli dell’industria, 3 volte e mezzo superiori a quelli del commercio, oltre 5 volte quelli del credito e delle assicurazioni.

Il risultato è che quasi la metà dell’intero avanzo economico dell’INAIL nel 2003 proviene dal settore artigiano.

Da tempo, Confartigianato ha chiesto la revisione delle tariffe dei premi corrisposti all’Inail per ridurre il costo del lavoro soprattutto alle imprese manifatturiere più esposte alla concorrenza internazionale.

Nella Legge Finanziaria 2006 c’è l’impegno del Governo a rideterminare le aliquote dei premi assicurativi Inail. Ma Confartigianato non si accontenta di generiche indicazioni.

Sulle risposte precise che saranno date su questo punto, la Confederazione misurerà l’attenzione del Governo nei confronti degli artigiani che non possono più sopportare una situazione così iniqua.

Energia troppo cara

Il gas costa alle piccole e medie imprese italiane il 32,5% in più rispetto alla media europea, con un aumento di circa il 50% negli ultimi anni.
L’energia elettrica costa alle imprese italiane dal 16,4% al 51,7% in più rispetto alla media europea. Colpa anche del peso del fisco che nel nostro Paese incide per circa il 29% sul prezzo finale dell’elettricità. Rispetto alla media europea, le tasse sul chilowattora in Italia sono infatti superiori di una percentuale che oscilla tra il 5,4% e il 7,3%.
Una piccola impresa italiana paga per il gasolio per autotrazione l’11,22% in più rispetto ad una azienda tedesca, l’elettricità il 55,5% in più di un concorrente francese e il gas il 93,8% in più rispetto alla Gran Bretagna.
Burocrazia eterno nemico

I costi in adempimenti amministrativi per avviare una nuova impresa in Italia sono superiori del 65,4% rispetto alla media europea. Il gap con l’Europa sale all’80% se si tratta di aprire una società in nome collettivo, mentre è del 62% per società di capitali e ditte individuali.
Le 425.000 nuove imprese nate in Italia nel corso del 2004 hanno ‘bruciato’ in burocrazia 171 milioni di euro in più rispetto alla media degli altri Paesi europei, pari ad un aggravio di circa 402 euro per ogni nuova impresa.

Direttiva Servizi – Sì alla liberalizzazione. No alla distorsione del mercato

La proposta di Direttiva ‘Servizi’ la cosiddetta Direttiva ‘Bolkestein’ (dal nome dall’ex commissario olandese al Mercato interno) che prevede la liberalizzazione dei servizi alle imprese e ai consumatori nel mercato europeo, secondo Confartigianato rischia di creare gravi distorsioni del mercato del lavoro e della libera concorrenza, con disparità di trattamento negli Stati membri dell’Ue.

Confartigianato ritiene quindi indispensabili alcuni correttivi per un’armonizzazione delle regole nei Paesi dell’Ue al fine di tutelare sia i diritti dei consumatori sia le condizioni di lavoro dei prestatori di servizio.
No a ipotesi di cancellare le identità dei produttori nazionali

In sede europea si sta discutendo se cancellare la distinzione – per ora solo a fini statistici – tra l’artigiano che realizza prodotto ed il venditore di quel prodotto.

Per fare un esempio, i nostri gelatieri artigiani rischia di essere tutti tristemente classificati come “venditori di gelati”; è come se considerassimo Leonardo un “venditore di tele” o Michelangelo un “venditore di marmo”!

Confartigianato, pur convinta dei vantaggi dell’apertura delle frontiere, non vuole rischiare di perdere, nell’economia globale, i tratti distintivi delle produzioni italiane, quelle caratteristiche che, ad esempio, consentono di cogliere le differenze tra le 1059 produzioni alimentari tradizionali registrate negli elenchi del Ministero delle Politiche Agricole.

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