23 Novembre 2007, h. 00:00

Gli autotrasportatori spengono i motori

Gli autotrasportatori italiani hanno proclamato un fermo dei servizi di cinque giorni, dal 10 al 14 dicembre prossimi. Dal carburante alle merci, resterà tutto fermo durante la protesta indetta dalle oltre 35.000 imprese iscritte a Confartigianato Trasporti, una decisione sostenuta anche da altre Associazioni di rappresentanza. Un’iniziativa limite, presa da una categoria che ogni giorno vive tra mille difficoltà, costretta a mandare giù anche le promesse non rispettate del Governo. Su tutte, la mancata riforma del settore annunciata in tempi non sospetti. “L’alto costo del gasolio, la concorrenza sleale dei vettori stranieri e di quelli che non hanno l’abilitazione all’esercizio non hanno fatto altro che aumentare le difficoltà delle piccole e medie imprese artigiane rappresentate dalla nostra Confederazione”. Così esordisce Francesco Del Boca, presidente di Confartigianato Trasporti. La risposta del Governo è arrivata attraverso le parole del Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi: “A febbraio scorso abbiamo stretto un accordo con la categoria che scadrà il prossimo febbraio. Dobbiamo rilanciare l’attività con gli autotrasportatori – ha poi concluso il Ministro – stiamo cercando i fondi, sono ottimista”. Intanto gli autotrasportatori hanno annunciato che diserteranno la riunione tecnica sulla Finanziaria 2008 fissata per il 23 novembre presso il Ministero dei Trasporti. Non è la manovra economica la priorità del trasporto merci, quanto piuttosto la regolamentazione del settore stesso. Cinque i punti già fissati in un documento unitario, altrettanti quelli che verranno studiati per essere presentati al Governo. “In primo luogo chiediamo che venga pienamente attuata la riforma organica del settore, a cominciare dalla liberalizzazione. Non per rivedere le tariffe, quanto piuttosto per regolamentare il nostro mondo”, ci dice ancora Del Boca. Che continua sottolineando le problematiche economiche del comparto. “Il gasolio, soltanto negli ultimi quattro mesi, ha subìto un aumento del 15%. Un incremento che grava soltanto su di noi e non sulle industrie committenti, che così fanno perno su di noi per non aumentare i propri prezzi A tal proposito si potrebbe pensare – continua Del Boca – di inserire il costo del carburante nella fattura, come avviene in Francia. Questo in Italia non è possibile e gli aumenti del carburante gravano soltanto su di noi”. Oltre a questo, il numero uno degli autotrasportatori di Confartigianato sottolinea l’improprietà dei ferrei studi di settore proposti alla categoria. “Il nero, nel mondo dei trasporti, non esiste. O quantomeno non nel nostro, e cioè in quello regolare. Gli autotrasportatori, per poter incassare dai committenti – continua Del Boca – sono obbligati a rilasciare una regolare fattura”. Ma un problema tira l’altro. “Sono gli stessi soggetti che noi attacchiamo ad evadere: i vettori che operano senza l’abilitazione professionale e quelli stranieri. Il controllo del settore, come prevenzione della concorrenza sleale, è un altro dei nodi da sciogliere per risolvere i nostri problemi”. In più, bisogna decidere come utilizzare i 116 milioni di euro che la Finanziaria del 2007 aveva riservato agli autotrasportatori e che ancora oggi non sono stati destinati. In conclusione, il presidente Del Boca segnala come possa essere recepita la cosiddetta “de minimis”, una regola dell’Unione Europea che permette agli Stati membri di riservare fino a 100.000 euro in tre anni, l’equivalente di 33.000 annui, alle imprese. La “de minimis” non è un aiuto di Stato, ed in quanto tale non c’è il rischio di un blocco da parte della commissione europea”. Il presidente ha poi concluso confermando “il fermo dei servizi di autotrasporto merci dal 10 al 14 dicembre. La nostra protesta è inevitabile a fronte della mancata attuazione degli impegni di carattere normativo e finanziario assunti dall’Esecutivo nei nostri confronti”.

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