25 Febbraio 2008, h. 00:00

Pensionati, l’inflazione è una tassa da 305 euro

L’inflazione di gennaio è salita del 2,89% rispetto ad un anno fa, dello 0,9% rispetto a dicembre 2007. La comunicazione dell’Istat suona come una sirena d’allarme per gli italiani, soprattutto per chi, conti alla mano, ne paga un prezzo ancora maggiore. Sono i pensionati, i cui assegni previdenziali continuano a perdere potere d’acquisto. Lo dimostra un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato, che ha sottolineato come il tasso d’inflazione dei beni acquistati dai pensionati (prodotti alimentari, bevande, spese per l’abitazione, acqua ed energia) è cresciuto del 3,13%, lo 0,32% in più dell’inflazione media. “L’aumento dei prezzi nel 2007 – ha denunciato Fabio Menicacci, segretario di Anap Confartigianato – si è ripercosso sui pensionati italiani con una perdita del potere d’acquisto di 305 euro a famiglia, per un totale di 3,7 miliardi in più rispetto al 2006”. “Sulle oltre 8.800.000 famiglie di pensionati del nostro Paese – sottolinea il Presidente di Anap Confartigianato Enzo Ciccarelli – si abbatte una vera e propria ‘tassa da inflazione’ determinata dal fatto che la loro spesa è più orientata a beni e servizi che hanno fatto registrare forti tensioni inflazionistiche”. L’Anap, in particolare, ha puntato il dito contro l’aumento registrato nell’ultimo anno dei costi per la fornitura dell’acqua e per il condominio (+11,4%), del costo dell’energia, del pane e dei cereali (+9,1%) e della carne (+8,1%). Sono proprio i beni alimentari a segnare l’aumento più pericoloso per i pensionati italiani. Infatti, latte, uova e formaggi sono aumentati del 6,7%, mentre patate, frutta ed ortaggi del 5,5%. Infine, secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato, anche i servizi sanitari, a cui anziani e pensionati devono ricorrere con una certa frequenza, hanno registrato aumenti importanti. Un esempio viene dai costi per le visite mediche specialistiche, aumentate del 5,3%. L’unica nota positiva arriva dal costo dei farmaci, diminuito in media dell’1,6%. L’Anap, dopo aver denunciato un’inflazione insostenibile per le tasche dei pensionati, ha anche proposto diverse soluzioni. “Per recuperare il potere d’acquisto delle pensioni, come già richiesto con la petizione popolare presentata lo scorso 27 giugno al passato Governo, si dovrebbe pensare ad un meccanismo di calcolo per la rivalutazione delle pensioni rispetto al costo della vita degli anziani. Oppure, anche per rimediare ad un evidente squilibrio della Legge Finanziaria 2007, si dovrebbero aumentare le pensioni dei cosiddetti incapienti, stabilendo per tutti una misura del trattamento minimo pari alla soglia del minimo vitale”, ha poi concluso Ceccarelli.

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