4 Novembre 2008, h. 00:00

CRISI FINANZIARIA: LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO AL GOVERNO

Presentata al Governo la “terapia d’urto” di Confartigianato per difendere le micro e piccole imprese dai danni prodotti dal propagarsi della crisi finanziaria all’economia reale. Il pacchetto di proposte confederali, illustrato a Palazzo Chigi lo scorso 30 ottobre, presenti il premier Silvio Berlusconi e i ministri Giulio Tremonti, Altero Matteoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, prevede un piano di interventi organici a sostegno delle MPI che si sviluppa su più fronti. In primis gli interventi in materia di credito che mirano a garantire la necessaria liquidità alle micro e piccole imprese attraverso il rafforzamento del sistema dei Confidi. Seguono le misure in ambito fiscale, tra queste la proposta di ridurre i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione (mediante la compensazione tra debito tributario e credito di qualsiasi natura vantato nei confronti della PA) e la richiesta di effettuare il versamento dell’Iva solo al momento dell’effettivo pagamento della fattura da parte del debitore. Sollecitata anche l’introduzione di misure di tutela per le imprese soggette agli studi di settore e la revisione delle tariffe dei premi assicurativi INAIL. “Il Governo ha mostrato attenzione alle nostre sollecitazioni – ha dichiarato il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli all’uscita dell’incontro – Ci auguriamo che a breve vengano adottate le misure indispensabili per consentire alle piccole imprese di fronteggiare la crisi finanziaria”. Analoghe proposte Confartigianato le aveva già illustrate al Parlamento durante l’audizione presso la Commissione Finanze della Camera del 23 ottobre. In quella sede la Confederazione aveva dato un giudizio sostanzialmente positivo ai provvedimenti assunti dal Governo per garantire la stabilità del sistema creditizio nazionale. Nel documento presentato alla Commissione Finanze, che contiene le misure sollecitate da Confartigianato a favore del mondo delle imprese, si mette in evidenza un nodo che ora spetta al Governo sciogliere: le azioni contenute nei due decreti legge sono giudicate “significative per rassicurare i risparmiatori e le istituzioni finanziarie circa la capacità di tenuta del sistema creditizio, scongiurando, almeno per il momento, il diffondersi di pericolosi fenomeni di sfiducia”, ma allo stesso tempo la Confederazione sottolinea che “gli stessi provvedimenti non recano misure direttamente efficaci a sostenere le imprese, in particolare quelle artigiane e di piccola dimensione, nelle relazioni con le banche nell’accesso al credito”. In sintesi, i due decreti centrano l’obiettivo di garantire la tenuta delle banche e i risparmi dei piccoli risparmiatori dimenticando, però, i provvedimenti a favore delle imprese. Il primo correttivo che Confartigianato ha sollecitato al Governo per ridurre la distanza tra le imprese e le banche prevede l’attivazione di un Fondo di riassicurazione delle operazioni di credito attraverso l’assistenza della garanzia dei Confidi. In sostanza la richiesta è di creare un fondo dedicato alle imprese artigiane, affidato a un gestore specializzato quale Artigiancassa, dotato di “risorse congrue a rispondere alle esigenze del mondo dell’artigianato”. “Un’opzione” – scrive la Confederazione – “perseguibile a condizione che ne venga garantita l’operatività in tempi molto rapidi”. Nel caso in cui tale opzione non fosse percorribile, Confartigianato propone una misura alternativa: “l’allargamento alle imprese artigiane del Fondo centrale di garanzia da integrare con una apposita assegnazione di risorse dedicata alle operazioni presentate dai Confidi”. In tema di fisco una delle proposte confederali mira a un intervento che consenta agli imprenditori di compensare i crediti di qualsiasi natura vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione con i debiti verso la PA, a qualunque titolo dovuti. In questo modo si verrebbe a creare una condizione di reciprocità tra le imprese e il pubblico, e si conterrebbero, almeno in parte, i danni prodotti dai continui ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Una situazione, quella dei ritardi di pagamento della PA, sulla quale si è espresso anche il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini: “Le lunghe attese incidono non poco sull’attività delle aziende. I problemi diventano drammatici per le piccole imprese che si trovano strette in una morsa fatta di oneri finanziari, costi amministrativi per disincagliare i crediti in sofferenza, perdite di tempo, oneri legali per ottenere la riscossione del credito agendo per via giudiziaria”. Sempre in materia di fisco, la Confederazione ha sollecitato l’emanazione di un provvedimento per permettere alle imprese di versare l’IVA solo al momento dell’incasso della fattura di vendita. In una fase di scarsa liquidità, la misura appare indispensabile: l’impresa, infatti, evita l’esborso anticipato di somme prima che si siano verificati i corrispettivi flussi finanziari. Anche gli studi di settore sono oggetto di una specifica proposta confederale. Il pericolo paventato da Confartigianato è che le imprese nel 2008 corrano il rischio di risultare ‘non congrue’, visti i bilanci sconvolti dalla grave crisi economica. La richiesta è quella di prevedere elementi di tutela per le imprese al fine di evitare l’utilizzo, in sede di accertamento, di studi che non stimano correttamente i ricavi delle imprese. Tra gli interventi che possono ridurre i costi delle MPI, Confartigianato indica anche la revisione delle tariffe dei premi assicurativi dovuti dalle imprese all’INAIL. Di fatto si tratta di dare seguito a quanto già stabilito dal D.Lgs 23 febbraio 200 n.38 che ha previsto, entro il triennio successivo alla sua entrata in vigore, la revisione degli importi versati dalle imprese artigiane all’Inail. Importi estremamente elevati in rapporto alle prestazioni, che hanno generato un avanzo di gestione ripetuto negli anni (circa 1 miliardo di euro l’anno). Oltre alle misure contenute nel documento presentato a Governo e Parlamento, Confartigianato nei giorni scorsi ha avanzato anche un’ulteriore proposta che potrebbe contribuire ad attenuare l’impatto della grave crisi finanziaria sulle MPI. In vista della prossima scadenza del versamento della seconda rata degli acconti d’imposta che le imprese sono tenute a versare entro il prossimo 30 novembre, la confederazione ha chiesto all’Esecutivo di rimodulare la percentuale di tale acconto, o, in alternativa, di rateizzare l’importo.

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