23 Gennaio 2009, h. 00:00

Raggiunto l’accordo sulla riforma contrattuale

Intesa raggiunta tra Governo e parti sociali sul modello contrattuale unico per i settori pubblico e privato. Dopo 16 anni cambiano le regole in base alle quali si rinnovano i contratti di lavoro e si calcolano gli aumenti delle retribuzioni. Regole nuove per il mercato del lavoro in generale, ma non nuove per l’artigianato. L’accordo, infatti, ad eccezione dei capitoli inseriti dal Governo con riferimento al pubblico impiego, recupera nei principi generali buona parte delle linee guida stabilite con Cisl e Uil nell’accordo interconfederale sulla revisione del modello contrattuale dell’artigianato del 21 novembre 2008. Il documento è stato sottoscritto a Palazzo Chigi nel tardo pomeriggio del 22 gennaio dalle principali Confederazioni imprenditoriali, tra le quali Confartigianato; dai sindacati dei lavoratori Cisl, Uil, Ugl; dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e dai Ministri del Lavoro Maurizio Sacconi e della Funzione Pubblica Renato Brunetta. Sull’intesa manca solo la firma della Cgil, mentre banche (ABI) e assicurazioni (Ania), pur condividendo il testo, si riservano di firmare nei prossimi giorni. Per il Ministro Sacconi, l’accordo “ha una portata storica, non solo perché sostituisce le intese sottoscritte il 23 luglio 1993, dopo una lunga e defatigante negoziazione, ma soprattutto perché sostituisce per la prima volta il tradizionale approccio conflittuale nel sistema di relazioni industriali con quello cooperativo”. Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini esprime soddisfazione per il risultato e sottolinea l’importante esempio lanciato dall’artigianato con la firma dell’intesa contrattuale del settore avvenuta lo scorso novembre. Che oggi può essere considerata l’apripista della riforma. “Nell’accordo, spiega Guerrini, ci sono tutti gli aspetti innovativi già contenuti nell’intesa sul nuovo modello contrattuale dell’artigianato firmato dalle Confederazioni artigiane e da Cisl e Uil il 21 novembre 2008. A questo proposto, mi auguro che la condivisione dell’accordo espressa formalmente anche da Cgil al nostro tavolo negoziale si traduca al più presto nella firma dell’intesa”. “Le nuove regole, prosegue Guerrini, consentono di avvicinare la contrattazione ai luoghi di lavoro e forniscono utili risposte in termini di recupero di produttività e di competitività per le imprese, di maggiori tutele e più salario per i lavoratori, di maggiore sviluppo per le economie locali. In tal senso, la riforma rappresenta un utile strumento per reagire alla crisi ed offre le condizioni per il rilancio tanto necessario per il Paese”. Tra gli altri aspetti rilevanti segnalati dal Presidente di Confartigianato vi sono anche “lo sviluppo delle relazioni sindacali basate sulla valorizzazione del modello partecipativo ed il potenziamento degli strumenti della bilateralità in materia di Welfare”. L’obiettivo di fondo dell’accordo quadro sottoscritto nel vertice di Palazzo Chigi – già insito negli accordi interconfederali dell’artigianato del 2004 e del 2006, oltre che nel recente accordo del 21 novembre 2008 – è quello di creare le condizioni per un sistema di assetti contrattuali e di relazioni sindacali non conflittuale che, attraverso la contrattazione di secondo livello, permetta di conseguire recuperi di produttività favorendo lo sviluppo ed il rilancio della crescita economia del Paese in un clima di maggiore coesione sociale.

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