24 Giugno 2009, h. 00:00

Orologiai, dalle case produttrici un attacco alla concorrenza nel mercato

“Il 98% dei marchi produttori di orologi vende i ricambi esclusivamente ai concessionari, eludendo e negando la distribuzione dei pezzi di ricambio ai riparatori indipendenti”. E’ Luciano Bigazzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Orafi di Confartigianato Imprese, a denunciare una situazione non più sostenibile per gli artigiani del settore. “Quello dei produttori è un comportamento che limita gravemente la concorrenza – ha ripreso Bigazzi – che determina un danno economico senza pari alla categoria artigiana dei riparatori, negando ai consumatori la libertà di scegliere a chi affidare la manutenzione dei propri orologi”. Non usa mezzi termini il Presidente degli orafi associati a Confartigianato Imprese, che ha preso carta e penna e scritto ad Antonio Catricalà, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Nella missiva indirizzata ai vertici dell’Antitrust, Luciano Bigazzi ha chiesto “un’azione quanto più pronta nei confronti delle grandi marche produttrici di orologi”, necessaria per “arginare il crescente fenomeno della chiusura delle botteghe artigiane del settore”. “Da alcuni anni i fabbricanti hanno bloccato la fornitura dei ricambi e della documentazione tecnica ai riparatori indipendenti, che offrono spesso un servizio di qualità a prezzi più contenuti del concessionario e che rappresentano, quindi, un reale concorrente per i concessionari ed una grande risorsa per i consumatori”. Le tendenze monopolistiche ed egemoniche delle grandi compagnie produttrici sono storia vecchia come il mercato, potrebbe dire qualcuno. Gli ultimi a vedersi negare l’accesso alle informazioni tecniche e ai pezzi di ricambio sono stati i carrozzieri, che ancora attendono il rinnovo del BER, il regolamento comunitario che difende il libero mercato delle officine indipendenti. “I riparatori indipendenti vengono riforniti di un numero del tutto insufficiente di materiali di sostituzione rispetto alla richiesta dei consumatori – ha ripreso il Presidente degli orafi – che si vedono costretti a rivolgersi a centri autorizzati o direttamente alla casa produttrice, cancellando quel rapporto di fiducia che si instaura tra l’artigiano ed il cliente”. Il fenomeno denunciato da Confartigianato Imprese all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato riguarda la quasi totalità delle case produttrici, “il 98% del mercato”. Tanto, troppo per pensare che si tratti soltanto di una scelta aziendale o di un semplice caso. “Per questo – ha aggiunto Bigazzi – chiediamo la rapida apertura di un fascicolo di indagine per verificare l’eventuale sussistenza di un indebito accordo tra produttori”. La risposta di Catricalà non si è fatta attendere. Intervenendo ad una nota trasmissione radiofonica, infatti, il Presidente ha dichiarato che l’Antitrust terrà “conto della situazione” e “cercherà di capire se c’è un accordo per restringere la concorrenza nel settore. In quel caso, interverremo”.

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