9 Giugno 2009, h. 00:00

Sistema Moda: Firmato il protocollo europeo anticrisi

I problemi del settore Moda cercano una risposta a Strasburgo. A pochi giorni dall’appuntamento elettorale europeo, Confartigianato, le altre organizzazioni imprenditoriali della filiera TAC (Tessile, Abbigliamento, Calzaturiero) e i sindacati del settore, hanno tracciato la rotta che dovranno seguire i futuri europarlamentari italiani per aiutare il comparto ad uscire dall’attuale crisi. Le proposte ai candidati della legislatura Ue 2009-2014 sono contenute in un protocollo presentato a Milano lo scorso 3 giugno. Anche se la parte centrale del documento è occupata dalle azioni necessarie per rimettere in moto il settore, i firmatari tuttavia vanno oltre. E rivendicano un ruolo attivo nella “partecipazione alla definizione sia di misure di intervento di impatto immediato che di politiche di più ampio respiro, che sostengano e orientino l’attività della Commissione Ue nella direzione di uno sviluppo sostenibile e coerente con lo scenario competitivo mondiale”. Una condivisione di responsabilità giustificata dal peso che esercita il settore sull’economia del Paese (“70 miliardi di euro di fatturato, oltre 38 in esportazioni, 18 di contributo all’attivo della bilancia commerciale, 757mila addetti nella sola componente manifatturiera”) e dalle previsioni per il 2009, tutt’altro che rosee: “un anno particolarmente critico” a causa “della debolezza del mercato nazionale e del forte rallentamento delle esportazioni in tutti i mercati di sbocco”, che già hanno caratterizzato il 2008”. Dal punto di vista pratico il punto di incontro e di scambio tra le associazioni che rappresentano le imprese del comparto e gli eurodeputati italiani potrebbe avvenire attraverso la creazione di un intergruppo per il settore Moda “che diventi – si legge nel documento – uno spazio di confronto costante”, “una officina delle idee e delle proposte che vadano a concretizzarsi in misure rispondenti alle esigenze della filiera tessile”. Nel protocollo vengono condivise le priorità d’azione espresse da tempo da Confartigianato: assicurare e rendere più fluido il credito alle aziende; rafforzare la politica industriale UE nei confronti delle piccole imprese; potenziare gli ammortizzatori sociali. La parte più articolata del documento è quella in cui le associazioni firmatarie riassumono le iniziative per il sostegno diretto della filiera. Tra le proposte, trovano spazio anche progetti fermi da tempo sui tavoli di Bruxelles. Tra questi c’è il dossier relativo al Made In, l’indicazione obbligatoria in etichetta dei paesi d’origine per tutti i prodotti della moda importati nell’Unione Europea da Paesi Terzi che per Confartigianato e le altre organizzazioni va rimesso al più presto sui binari. Tra le altre proposte sollecitate: la reciprocità delle regole del commercio internazionale; il rafforzamento delle misure antidumping e antisovvenzioni; la creazione di un patto sociale europeo come motore di una maggiore occupazione qualitativa e quantitativa; la lotta alla contraffazione e una vigorosa difesa del marchio d’origine.

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