11 Dicembre 2009, h. 00:00

Fondo centrale di garanzia, semplificazione e nuovi criteri d’accesso

Flessibilità, velocità nella valutazione delle pratiche ed un occhio di riguardo per le imprese in difficoltà. I nuovi criteri di valutazione per l’accesso al Fondo centrale di garanzia per le pmi sembrano confermare le intenzioni espresse dal Ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, per il quale “il fondo di garanzia sarà sempre più un’infrastruttura per il rilancio economico della micro e piccola impresa e sempre meno uno strumento anticrisi”. Intanto, però, la crisi si fa sentire sui bilanci della micro e piccola impresa italiana. “La semplificazione dei criteri d’accesso al Fondo rappresenta un deciso cambiamento di rotta per permettere alle imprese di investire e di aggredire un mercato economico piegato dalle difficoltà economiche”, ha sottolineato Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato Imprese. Nel 2009, il Fondo centrale di garanzia per le pmi, nato con l’obiettivo di offrire garanzie a banche e confidi, mediatori a loro per le micro e piccole imprese, ha rilanciato la propria missione dopo dieci anni di attività. Dopo aver portato a 1,6 miliardi entro il 2012 la dotazione complessiva, il Fondo ha aperto alle imprese artigiane e ha riservato 50 milioni di euro per l’autotrasporto. Oggi, inoltre, le micro e piccole imprese italiane posso contare su criteri più semplici e diretti per accedere alle garanzie offerte dal Fondo centrale ad istituti bancari e Confidi. In particolare, il Comitato di gestione del Fondo ha semplificato le procedure per le richieste di garanzia per lo start up delle imprese, ha portato a 100mila euro l’importo massimo ammissibile per il microcredito, possibile, ora, anche per le imprese in perdita in uno degli ultimi due bilanci, ed ha aggiornato i criteri per la valutazione delle garanzie, anche alla luce della crisi e delle attuali difficoltà economiche. Tutte novità che il Comitato di gestione, formato dai rappresentanti dei Ministeri dello Sviluppo economico, dell’Economia e delle finanze, delle Politiche agricole e delle Infrastrutture e dei trasporti, oltre a quelli della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’ABI, delle Regioni, di Confartigianato e della altre sigle imprenditoriali e commerciali del Paese, ha pensato per snellire e semplificare l’accesso al credito da parte di micro e piccole imprese. Le buone notizie per artigiani ed imprenditori, però, non sembrano essere finite. Per smussare gli angoli di un accesso al credito spesso troppo difficile, si stanno studiando altre iniziative. Su tutte, la rivisitazione “dei modelli matematici di Basilea 2 – ha detto il Presidente Guerrini – che non riescono a comprendere le capacità e l’affidabilità dei piccoli imprenditori”. Parole con cui il Presidente di Confartigianato Imprese ha commentato la mozione firmata dalla Lega Nord per sospendere l’applicazione di Basilea 2. “In banca – ha aggiunto Guerrini – vogliamo trovare gli stessi criteri semplici ma rigorosi applicati dai Consorzi fidi che, grazie all’approfondita conoscenza della realtà produttiva, sanno valutare la reale affidabilità degli imprenditori. Con ottimi risultati sul piano della solvibilità delle imprese”.

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