4 Maggio 2010, h. 00:00

Resturatori di beni culturali, si apre uno spiraglio

Si placano i venti di bufera che da mesi soffiano sulle oltre 13.000 imprese artigiane del restauro che rischiano di essere spazzate via dal mercato dal bando che dall’autunno 2009 detta le nuove regole per l’accesso alla professione. Il barometro non indica ancora il bel tempo – la questione non è ancora risolta – ma finalmente la lancetta scatta da tempesta a variabile. In altre parole, alcune notizie di segno positivo lasciano ben sperare. Partiamo dalla notizia più attesa perché arrivata sul filo di lana: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, accogliendo una richiesta di Confartigianato ha fatto slittare al 30 giugno il termine per la presentazione delle domande per il conseguimento delle qualifiche professionali di “Restauratore” e di “Collaboratore restauratore” di beni culturali ed al 30 settembre quello per la trasmissione telematica delle attestazioni che certificano le esperienze lavorative maturate nel tempo. Spiragli per la revisione delle parti più contestate dell’articolo 182 del Codice dei beni culturali, quelle che secondo la Confederazione rischiano di cancellare un’intera generazione di restauratori impedendo la formazione di nuovi professionisti, sono arrivati in questi giorni dall’audizione del presidente di Confartigianato Restauro Claudio Macrì presso la VII Commissione del Senato. “Abbiamo registrato il vivo interesse da parte dei parlamentari di maggioranza e opposizione ad approfondire la questione. In molti hanno manifestato la disponibilità a presentare modifiche all’articolo 182 – spiega Claudio Macrì. Siamo speranzosi che all’orizzonte si profili la rivisitazione totale del provvedimento. Alle parti politiche abbiamo chiesto, infatti, un impegno più incisivo rispetto al recente passato”. Un maggiore impegno che Confartigianato ha sollecitato anche ai Governatori delle Regioni, sottolineando, in un documento, lo sconfinamento del legislatore nella sfera di competenza normativa regionale; un invasione di campo particolarmente evidente nel caso della regolamentazione della figura professionale del ‘collaboratore restauratore’. Intanto che il Ministero guidato da Bondi continua a non esprimersi sulla richiesta di Confartigianato di costituire un tavolo tecnico per smussare gli angoli più acuti dell’articolo 182, è attesa a breve la pronuncia del TAR sulla richiesta di annullamento dei provvedimenti del Codice del restauro avanzata dalla Confederazione. “Il Tar si esprimerà l’11 maggio. Confidiamo che i giudici ci diano ragione – sottolinea il Presidente di Confartigianato restauro Macrì – congelando le nuove misure per tutto il tempo che sarà necessario a riformulare quelle parti della norma che non riconoscono le competenze di quanti finora hanno garantito la conservazione del patrimonio artistico nazionale. Continuiamo a pensare, però, che a la questione non debba essere affrontata e risolta nelle aule dei tribunali ma in un tavolo tecnico costituito presso il Ministero dei Beni Culturali. Sul punto, a tutt’oggi, non abbiamo registrato nessuna apertura significativa da parte ministeriale”.

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