14 Giugno 2010, h. 00:00

Dalla Ue, più concorrenza e libertà di scelta nei settori dei ricambi e dell’autoriparazione

Scatta il disco rosso della Commissione europea ai ricambi a prezzi impossibili e alle pratiche abusive delle case automobilistiche che negli ultimi anni hanno frenato la libera concorrenza delle officine indipendenti nella riparazione e assistenza degli autoveicoli. Dal primo giugno, gli automobilisti potranno scegliere liberamente tra il riparatore ufficiale e quello di fiducia senza alcun pericolo, in quest’ultimo caso, di veder cancellata la garanzia. L’obbligo resterà solo per gli interventi gratuiti garantiti dalla casa. Lo prevede il nuovo regolamento europeo, la cosiddetta nuova Ber che assicura maggior tutela agli operatori multimarca puntando a rendere più competitivo il settore del post-vendita. Da oggi per gli operatori sarà più facile accedere alle informazioni tecniche indispensabili per le riparazioni, riparazioni che oltretutto saranno meno onerose. La nuova Ber, infatti, agevola il ricorso a pezzi di ricambi alternativi, equivalenti in tutto per tutto a quelli originali, ma meno costosi. Che la blindatura del mercato dell’assistenza da parte dei colossi dell’automotive abbia determinato un aumento dei costi per i consumatori, lo dicono i numeri: secondo una stima, ogni anno gli italiani spendono in media 750 euro a testa in manutenzione e riparazioni. Una cifra che potrebbe essere più bassa, almeno di 1/3 se gli automobilisti non fossero vincolati a rivolgersi alle officine autorizzate nei primi anni di vita dell’autovettura. “La “nuova Ber” è un altro passo avanti verso l’apertura del mercato delle riparazioni – sottolinea il Presidente di Confartigianato Autoriparazione Roberto Ansaldo. “L’accesso alle informazioni, alle attrezzature e ai ricambi di ogni genere da parte degli autoriparatori indipendenti – prosegue Ansaldo – sono e saranno fondamentali per una migliore formazione professionale, e consentiranno un servizio di qualità certificabile che l’utente potrà apprezzare anche in termini economici”.

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