16 Luglio 2011, h. 12:53

Credito alle Pmi – Tra giugno 2010 e aprile 2011 cresce gap Nord-Sud. Classifica di Confartigianato sul trend dei finanziamenti bancari

Ad aprile 2011, lo stock di credito erogato dalle banche alle imprese con meno di 20 addetti è pari a 172.451 milioni di euro, che equivale al 19% del totale dei finanziamenti concessi alle aziende italiane. Rispetto a giugno 2010 si è registrato un aumento medio nazionale dell’1,8%.

Ma si aggrava il divario Nord-Sud nei finanziamenti bancari alle piccole imprese. A livello regionale, i più penalizzati sono gli imprenditori della Calabria che, tra giugno 2010 e aprile 2011, hanno ricevuto l’1,5% in meno di credito. A livello provinciale, maglia nera per Avellino, dove il volume dei prestiti alle piccole imprese è diminuito del 7,2%. Sul versante opposto la Liguria è la regione in cui gli istituti di credito sono stati più generosi: i finanziamenti alle piccole aziende sono infatti aumentati del 4%.

La classifica regionale e provinciale del credito alle imprese è stilata dall’Ufficio studi di Confartigianato che ha misurato l’andamento dei prestiti al sistema imprenditoriale negli ultimi 10 mesi e ha fotografato anche le differenze territoriali nella quantità di credito ricevuta dalle piccole imprese. A fronte di una quota media nazionale del 19% del credito per le aziende con meno di 20 addetti sul totale dei finanziamenti alle imprese, si stacca nettamente il Trentino Alto Adige con una quota del 35,8%. All’altro capo della classifica, la regione e le province dove le piccole imprese hanno ricevuto una quota minore di finanziamenti rispetto al totale del credito erogato a livello provinciale sono il Lazio (8,6%) e Milano (5,5%) e Roma (6,3%).

Secondo lo studio di Confartigianato, i rubinetti del credito non sono uguali per tutti i settori. Il comparto delle costruzioni è quello che ha registrato la maggiore crescita del volume di finanziamenti: +4,3% tra giugno 2010 e aprile 2011, con punte del +37,5% per le imprese di costruzione di Teramo, del +25,8% a Genova e del +24,8% a Verbano-Cusio-Ossola. Tra i motivi di questo aumento dei finanziamenti vi è anche la necessità delle imprese di costruzione di reperire maggiori risorse per far fronte ai sempre più gravi ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione e delle aziende appaltanti.
Segno positivo anche per il settore dei servizi che ha visto un aumento medio nazionale dello 0,8% dello stock di finanziamenti, con un picco positivo del +33,7% a Reggio Emilia e un primato negativo del –11,9% a Siena.
Per il comparto manifatturiero la crescita media nazionale dei finanziamenti è contenuta allo 0,3%, ma la forbice tra nord e sud del Paese è molto ampia: si va dall’aumento del 21,4% a Monza e Brianza al calo del 62,5% del credito per le imprese manifatturiere di Siracusa.

“Il credito – sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato, commentando i dati del rapporto – è l’ossigeno indispensabile alla vita delle imprese. Soprattutto in questa delicata fase in cui occorre sostenere la ripresa, sono essenziali quantità e qualità dei finanziamenti. Chi chiede risorse per realizzare un’idea imprenditoriale, per investire, produrre e dare lavoro deve poter trovare allo sportello bancario la necessaria fiducia, gli stessi criteri semplici ma rigorosi applicati dai Consorzi fidi, non rigidi automatismi e modelli matematici che aumentano i costi e le difficoltà di accesso al credito. Proprio con questo obiettivo, Confartigianato e Rete Imprese Italia negli ultimi mesi hanno siglato accordi con i principali gruppi bancari per valorizzare informazioni di natura qualitativa che derivano da una conoscenza diretta e quotidiana delle imprese. Sempre con questo spirito, nei giorni scorsi abbiamo presentato alle istituzioni europee, il Commissario europeo Tajani e il Commissario al mercato interno e servizi finanziari Barnier, una proposta per chiedere che le nuove regole di Basilea 3 tengano conto della specificità del modello produttivo italiano. Non vogliamo che l’applicazione di ratios meccanici e burocratici finiscano per provocare l’ennesima restrizione di credito a danno dei piccoli imprenditori”.
L’Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato anche la situazione creditizia e il livello di indebitamento delle famiglie italiane. Ad aprile 2011 lo stock di finanziamenti a loro concesso è pari a 481.739 milioni di euro, con una crescita del 3,4% rispetto a giugno 2010. Cinque regioni assorbono oltre la metà (59,4%) dei finanziamenti totali alle famiglie: al primo posto troviamo la Lombardia (22,2%), seguita dal Lazio (12,1%), dal Veneto (9,0%), dall’Emilia-Romagna (8,6%) e dal Piemonte (7,5%). Tutte le regioni mostrano degli aumenti, in testa abbiamo il Lazio con il 5,4%, la Basilicata con il 5,2% e il Friuli-Venezia Giulia con il 4,4%. Le dinamiche meno intense sono quelle di Trentino-Alto Adige dove lo stock sale dell’1,4%, Marche a +2,3% e Abruzzo a +2,5%.
Sul fronte dell’indebitamento, le famiglie italiane fanno registrare un’incidenza media nazionale del debito sul reddito pari al 45,9%. Valori superiori a quello medio in Lombardia (54,3%), seguita dal Lazio (53,5%), Trentino-Alto Adige (49,0%), Toscana (47,1%) e Veneto (46,2%). All’opposto troviamo, con valori del debito inferiori ad un terzo del reddito disponibile, la Basilicata (26,1%), il Molise (28,7%), la Valle d’Aosta (28,9%) e la Calabria (31,0%).
In pratica, ogni famiglia italiana è esposta per 18.712 euro e 7 regioni registrano valori superiori alla media nazionale: in testa la Lombardia (24.493 euro), seguita dal Lazio (23.884 euro) e Trentino- Alto Adige (23.060 euro). Agli ultimi posti, troviamo le regioni del Mezzogiorno: Basilicata (9.127 euro), Calabria (10.100 euro) e Molise (10.238 euro).

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