31 Ottobre 2011, h. 00:00

Presentato il nuovo redditometro: nel mirino del fisco le spese di oltre 22 milioni di famiglie

Uno strumento di prevenzione più che di repressione che aiuterà il contribuente a migliorare la propria fedeltà fiscale. E’ così che l’Agenzia delle Entrate ha presentato il nuovo redditometro ad associazioni di categoria e ordini professionali. Uno strumento di <i>compliance</i>, è stato sottolineato a più riprese dalle Entrate, che dà la possibilità ai contribuenti-persone fisiche di verificare da soli, attraverso una procedura online, la coerenza tra quanto dichiarato, o in via di dichiarazione, e le spese effettivamente sostenute. I margini di impiego del redditometro sono stati precisati dal Direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera «Noi – spiega – andremo anzitutto sugli scostamenti molto ampi fra il livello di spesa e reddito dichiarato. Non usiamo il redditometro per fare l’accertamento, ma sarà la base dell’accertamento, come analisi del rischio e quindi dei soggetti poi da controllare. Ovviamente, per quanto riguarda eventuali scostamenti non particolarmente alti – conclude Befera – useremo delle ulteriori presunzioni per capire se c’è o no evasione, mentre tutto ciò che è scostamento modesto non sarà assolutamente preso in considerazione». Cinque aree geografiche, undici tipi di nuclei familiari e 100 voci di spesa raggruppate in sette macro-categorie. Dalle spese per l’abitazione a tutto tondo ( mutuo, bollette di luce, gas, telefono, e colf) agli immancabili mezzi di trasporto, di proprietà o in affitto, fino ad includere le uscite per la pay tv, la bellezza e il tempo libero, i gioielli o i pezzi di antiquariato e le spese veterinarie. La potenziale platea dello strumento che mira a bloccare l’evasione e a indirizzare i controlli è composta da 22 milioni di famiglie per complessivi 50 milioni di soggetti, che da febbraio 2012 potranno verificare la propria posizione, via internet, sul sito dell’Agenzia. «E’ uno strumento che non c’era assolutamente – sottolinea il Direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle entrate Luigi Magistro -. Questo strumento va a sostituire il vecchio redditometro che obiettivamente aveva qualche problema, uno strumento fortemente innovativo anche dal punto di vista ingegneristico. Si basa su oltre 100 voci di spesa e poi elabora una possibile proiezione del reddito familiare da cui si parte come un segnale di eventuale non correttezza dichiarativa». Il software, come già avvenuto per gli studi di settore, avrà bisogno di un lungo apprendistato per diventare efficace, una sperimentazione che verrà realizzata con la collaborazione delle associazioni imprenditoriali e delle categorie professionali. Andrea Trevisani, direttore delle politiche fiscali di Confartigianato:«La nostra confederazione come le altre organizzazioni della piccola impresa si dovranno attrezzare per fornire casi concreti e per sperimentare concretamente il nuovo strumento. Il giudizio, se dovessi fare una prima affermazione – prosegue Trevisani – è sostanzialmente positivo, coglie una lacuna che c’era nel vecchio redditometro che non considerava la famiglia fiscale, considera il nucleo familiare e quindi le utilità che si creano all’interno dello stesso possono eventualmente servire per coprire situazioni in cui il reddito familiare sarebbe insufficiente». Il nuovo sistema di controllo non scalza e non si sovrappone agli studi di settore. Lo ha ribadito il Direttore delle Entrate Befera, in risposta ai timori espressi in questi giorni da associazioni di categoria e professionisti. «Sono due strumenti che vanno verso categorie diverse, soggetti diversi e redditi diversi. Quindi – precisa Befera – non c’è assolutamente sovrapposizione né uno scavalcamento dell’uno a favore dell’atro. Anche qui ci vorrà un minimo di coerenza, specialmente per gli imprenditori che come impresa sono soggetti allo studio di settore e che invece come persone fisiche sono soggetti al redditometro o comunque a fare una dichiarazione».

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