2 Novembre 2011, h. 00:00

L’Unione europea promuove il piano economico del Governo italiano. Ma ora le imprese attendono i fatti

Sono 17 pagine fitte di buone intenzioni quelle che il Presidente del Consiglio Berlusconi ha portato nei giorni scorsi al giudizio dei vertici delle istituzioni europee. Bruxelles ha dato fiducia agli impegni italiani che, però, ora devono essere attuati. La posta in gioco è decisiva. Si tratta di rimettere in sesto i nostri conti pubblici e ridare speranze al sistema produttivo. La lista degli impegni è lunga e per molti di essi esiste una tabella di marcia con scadenze precise: alcuni interventi sono già scritti nelle bozze del decreto sviluppo, in altri casi ci si sta lavorando, come per la delega al governo sulla riforma fiscale. Sul fronte previdenziale, si prevede l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni per uomini e donne nel 2026. In materia di lavoro, l’intenzione è di intervenire entro maggio 2012 per favorire le assunzioni di giovani e donne e per incentivare l’apprendistato, ma anche per rendere più flessibile il mercato. Si parla di possibili licenziamenti anche per ‘motivi di crisi’. Ma su questo punto, al momento non esiste una proposta scritta. Molto vicina, invece, la scadenza del prossimo 31 gennaio per esercitare la delega fiscale-assistenziale. Se ciò non avverrà, scatterà la clausola prevista dalle manovre estive con tagli lineari alle oltre 400 voci dell’assistenza fiscale. Ampio il pacchetto delle liberalizzazioni: dagli orari dei negozi ai carburanti fino alle assicurazioni. Il governo si impegna a rimettere mano a queste iniziative entro marzo 2012. E’ invece fissato al 30 novembre il termine per definire un piano di dismissioni e valorizzazione del patrimonio pubblico. Il sostegno all’imprenditoria dovrebbe concretizzarsi con la costituzione di ‘zone a burocrazia zero’. E si pensa a rafforzare le imprese con interventi fiscali, soprattutto quelle che investono al Sud. Non manca il capitolo delle semplificazioni e della modernizzazione della pubblica amministrazione con la promessa di proseguire nella riforma gia’ avviata dal ministro Renato Brunetta. E si richiama il Disegno di legge, già all’esame del Parlamento, per modificare l’articolo 41 della Costituzione e favorire così la libera iniziativa imprenditoriale. La lettera del Governo alla Ue contiene anche un rinnovato impegno ad attuare il ‘piano casa’ già varato ma stoppato da molte regioni. Resta l’ipotesi di consentire i piccoli ampliamenti e per le infrastrutture si attende a breve un nuovo elenco di opere ‘prioritarie’ e il varo della ‘ Tremonti-Infrastrutture’. Si inserirà poi attraverso un Disegno di legge il principio del pareggio di bilancio nella Costituzione: presentato il 15 settembre è all’esame delle Commissioni della Camera dal 5 ottobre. E ancora, entro il 31 dicembre una commissione di super-esperti elaborerà un piano organico per l’abbattimento del debito pubblico. Insomma tanti impegni ambizioni, tante promesse, che attendono di trasformarsi in realtà. E che non escludono un’eventualità: se ci saranno problemi a breve il Governo sarà costretto a varare altre manovre correttive.

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