24 Gennaio 2012, h. 00:00

Strumenti classici o moderni, la liuteria di Cremona fa ancora rima con eccellenza

Ci sono una studiosa francese, un famoso liutaio internazionale ed una camera d’albergo statunitense. No, non è una barzelletta, anche se di risate questa storia ne ha suscitate parecchie. Tutto è cominciato dalla pubblicazione di un test sulla qualità del suono dei violini. Sei strumenti in tutto, due stradivari, un guarneri e tre violini moderni. Per testarli, con gli occhi bendati, 21 musicisti di fama internazionale. A loro è stato chiesto quale strumento preferissero. Il risultato? Una preferenza, netta, per gli strumenti moderni. Ora, se è vero che la liuteria moderna ha raggiunto da anni standard d’eccellenza qualitativa, è anche vero che un violino realizzato nel ‘700 dal più grande interprete della liuteria mondiale meriterebbe un po’ più di rispetto, non certo una camera d’albergo. “La notizia di questo test mi ha lasciato subito perplesso – ha detto Stefano Trabucchi, vicepresidente di Confartigianato Imprese Cremona e presidente del gruppo liutai – questo perché è molto difficile comparare con un singolo test gli strumenti della scuola antica cremonese con quelli della scuola moderna. Qualsiasi confronto tra strumenti è assolutamente soggettivo e, se il test fosse stato realizzato in auditorium e non in una camera d’albergo, il risultato sarebbe stato sicuramente diverso. Il suono, infine, va valutato da chi ascolta e non dall’esecutore”. Capitolo chiuso, quindi. Quel test non può essere considerato attendibile, anche perché, sottoposto ad un esperimento simile, un maestro del calibro di Uto Ughi ha riconosciuto lo Stradivari dopo una manciata di secondi. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la qualità della liuteria moderna. Secondo Claudia Fritz, la studiosa del suono che ha realizzato l’esperimento, il test serve a dimostrare proprio questo, “la liuteria moderna sta facendo un ottimo lavoro, tanto che gli strumenti realizzati oggi riescono a competere anche con quelli più antichi”. La conferma arriva direttamente da Cremona, patria, ieri come oggi, della migliore tradizione liutaria mondiale. “La liuteria cremonese moderna recita un ruolo importantissimo a livello mondiale – ha aggiunto Trabucchi – I nostri strumenti sono conosciuti in tutto il mondo, dal Giappone alla Corea del Sud, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per Singapore, la Germania e l’Inghilterra. La liuteria cremonese è una realtà viva, che comprende più di 100 botteghe artigiane in tutta la città”. Qualità assoluta in ogni fase di lavorazione ed un continuo scambio di conoscenze hanno permesso agli eredi di Stradivari e di Guarneri di mantenere standard d’eccellenza assoluta. Oggi, nonostante una leggera flessione dovuta alla contrazione dei mercati internazionali, questo settore d’eccellenza dell’artigianato italiano ha retto agli scossoni della crisi. Per farlo, ha puntato tutto sull’eccellenza, sull’export e sull’aggregazione tra imprese. “Per portare i nostri prodotti sui mercati di tutto il mondo utilizziamo diversi strumenti. La nostra associazione – ha concluso Trabucchi – ha creato un consorzio, il “consorzio liutai antonio stradivari”, che, anche grazie all’apporto della camera di commercio di Cremona, ci permette di partecipare alle più importanti rassegne fieristiche di settore del mondo”.

rss