26 Novembre 2012, h. 00:00

Imprese e sindacati firmano l’accordo per rilanciare la produttività

mario montiDue mesi di duro confronto tra imprese e sindacati per innovare le regole della contrattazione in nome di una maggiore produttività: la sfida si è conclusa il 21 novembre a Palazzo Chigi con l’accordo che porta la firma di Rete Imprese Italia, Confindustria, Abi, Ania, Alleanza delle Cooperative, e di Cisl, Uil e Ugl. La Cgil, invece, non ha sottoscritto l’intesa. Le parti sociali hanno firmato alla presenza del premier Monti e degli altri esponenti del Governo che sull’accordo si è impegnato ad investire 2 miliardi 150 milioni nel triennio 2013-2015 per detassare il salario di produttività e quindi ridurre il costo del lavoro. La firma del 21 novembre fa fare un passo avanti sulla strada della competitività e di relazioni sindacali più attente alla realtà imprenditoriale del Paese. Una delle novità più importanti dell’accordo è frutto dell’impegno di Confartigianato che, alla guida di Rete Imprese Italia, è riuscita a dare centralità alla contrattazione di secondo livello territoriale, in linea con il modello contrattuale dell’artigianato. In questo modo una quota degli aumenti contrattuali nazionali potrà essere spostata dal salario nazionale a quello derivante dalla contrattazione di secondo livello territoriale e potrà quindi essere detassata. “Abbiamo introdotto – spiega il Presidente di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini – un elemento importantissimo che è stato accettato da tutti e che consiste nel misurare la produttività nei territori. Dato che il tessuto produttivo è fatto per il 98% da imprese sotto i 20 dipendenti, avremmo rischiato, non introducendo questo principio, di escludere la quasi totalità delle imprese italiane dai benefici che questo patto consente di avere”. Maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro, più attenzione alla bilateralità e al welfare contrattuale sono altri aspetti dell’accordo per i quali si è battuto il Presidente di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini. Le risorse messe a disposizione dal Governo sono previste nella Legge di stabilità e, una volta approvata dal Parlamento, un decreto del Presidente del Consiglio, di concerto con il Ministro dell’Economia, stabilirà le modalità per la loro assegnazione. L’accordo apre ora nuove strade in materia di contrattazione. “Il Governo – sottolinea il Presidente Guerrini – aveva chiesto alle parti sociali di fare un buon accordo. E credo che questo sia un buon accordo. Certo, sappiamo bene che è la cornice entro la quale poter inserire gli accordi veri, quelli settoriali, che cominceranno a svilupparsi con il nuovo anno. Tuttavia, si tratta di una cornice positiva perché abbatte alcuni tabù storici, come quello del contratto unico nazionale, in un Paese come il nostro che invece presenta grandi differenze tra le diverse aree geografiche. Anche in Germania hanno contratti territoriali. A maggior ragione in Italia, dove le diversità tra regioni sono così forti, è un passo avanti molto positivo aver accettato di misurare territorialmente la produttività delle aziende”.

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