15 Giugno 2015, h. 14:56

STUDI – Come cambia la geopolitica dell’import di energia; la dipendenza energetica scende al minimo storico del 76,9%, -7,1 punti in dieci anni

Le crisi internazionali che hanno coinvolto la Russia e la Libia hanno influenzato la geografia degli approvvigionamenti energetici dell’Unione Europea e dell’Italia. Nel confronto internazionale si evidenzia che l’Unione europea è il primo importatore di energia al mondo, con una dipendenza energetica del 53,2%; per il nostro Paese la dipendenza energetica è più elevata, anche se in sensibile diminuzione negli ultimi anni. La percentuale delle importazioni nette sul consumo interno lordo in Italia è del 76,9%, più elevata del 70,5% della Spagna, del 62,7% della Germania, del 47,9% della Francia e del 46,4% del Regno Unito. Il maggiore peso dalle rinnovabili nel mix energetico ha contribuito alla diminuzione della dipendenza energetica che, nel 2013, raggiunge il valore più basso dal 1990: nell’arco di dieci anni l’Italia riduce la dipendenza energetica di 7,1 punti, la Spagna di 6,2 punti, la Francia di 2,7 punti, mentre cresce di 2,2 punti in Germania e addirittura di 52,8 punti nel Regno Unito, Paese che fino al 2003 era un esportatore netto.

Le crisi russo-ucraina e libica hanno influenzato le modifiche nella distribuzione degli approvvigionamenti energetici dell’Italia e in questo articolo esaminiamo i cambiamenti più recenti.

Per l’Italia nell’ultimo anno l’import di energia è sceso del 21,2%, combinazione di una riduzione dei valori medi unitari del 14,6% e di un calo dei volumi del 7,7%. Negli ultimi dodici mesi la quota di import di energia per Paese registra un calo della Libia di 2,0 punti, della Russia di 1,9 punti, della Nigeria di 1,4 punti, dell’Algeria di 1,3 punti, di Azerbaijan e Kazakhstan di 1,1 punti, del Qatar e dell’Arabia Saudita di 0,8 punti. All’opposto cresce di 1,6 punti la quota di import dell’Iraq, di 1,2 punti il Canada, di 0,8 punti l’Egitto e l’Angola, di 0,7 punti il Congo e la Colombia, di 0,6 punti la Francia e di 0,5 punti gli Stati Uniti e l’Olanda.

L’analisi della distribuzione dell’import per aree geografiche evidenzia un calo di 2,0 punti della quota relativa ai paesi extra Ue; la riduzione più accentuata si osserva per l’Africa settentrionale (-2,5 punti), più che compensata dall’aumento di 2,8 punti della quota di importazioni energetiche dalle Americhe (+1,7 punti per America settentrionale e 1,1 punti America centro-meridionale); in aumento di 2,0 punti la quota Ue a 28 mentre si riduce quella dell’Asia (-1,5%, di cui -0,8 da Medio oriente e -0,7 da Asia centrale) e quella dei Paesi europei non Ue (-1,3 punti).

Come è noto, la politica dell’Unione europea per la sicurezza degli approvvigionamenti auspica e favorisce una diversificazione dei fornitori. In questa prospettiva si osserva una diminuzione della concentrazione della quota di import energetico dell’Italia: negli ultimi dodici mesi i primi tre fornitori di energia del nostro Paese – Russia, Azerbaijan e Libia –  concentrano il 39,5% del totale delle forniture estere di energia, pari a 5,1 punti in meno rispetto ai dodici mesi precedenti. Infine va ricordato che la diversificazione dei Paesi fornitori di gas è possibile anche con un maggiore utilizzo del gas naturale liquefatto: negli ultimi dodici mesi la quota di importazioni veicolata sui terminali di rigassificazione GNL (Panigaglia, Cavarzere e Livorno) torna a crescere arrivando al 9,5% dell’import totale, di 1,1 punti superiore all’8,4% dei dodici mesi precedenti, pur rimanendo di 2,3 punti al di sotto del massimo di 12,8% del 2011.

 

L’analisi dell’Ufficio Studi in QE-Quotidiano Energia

 

 

Dipendenza energetica: Italia e Ue 28

(1990-2013 – % importazioni nette su consumi interni lordi e bunkeraggi, sulla base di tonnellate equivalenti di petrolio – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

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Variazioni quote importazione di Energia per Paese

(Variazione in p.p. tra quote % mar.2013-feb.2014 e mar. 2014-feb.2015 -Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

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Quota dell’import di gas verso terminali di rigassificazione GNL: Panigaglia, Cavarzere e Livorno

(2005-2013; per ultimi due anni: mag.2013-apr.2014 e mag. 2014-apr.2015 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mise-Dgerm)

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