24 Marzo 2016, h. 10:47

STUDI – Nel Mezzogiorno più di 8 addetti su 10 in MPI. Occupazione in salita anche con maggiore utilizzo decontribuzione: 9,9% dipendenti vs. 8,4% Italia. I vincoli: prelievo del fisco locale su micro impresa +6,4% rispetto al Centro Nord

Nel Mezzogiorno sono fallite le politiche dei grandi insediamenti industriali che al mancato sviluppo, in molti casi, hanno associato pesante impatto ambientale che danneggia il patrimonio naturale del territorio e lo sviluppo del turismo. Di conseguenza le nuove politiche per lo sviluppo delle regioni meridionali devono far perno sulla maggiore presenza della micro e piccola impresa diffusa: nel Mezzogiorno, infatti, l’81,7% degli addetti è occupato nelle piccole imprese, quota di gran lunga superiore al 62,2% rilevato nel Centro-Nord.

La centralità della piccola impresa e i principali dati dell’economia delle regioni meridionali sono stati esaminati nel report “Trend Mezzogiorno a inizio 2016” predisposto nei giorni scorsi per l’incontro dell’Osservatorio del Mezzogiorno di Confartigianato con il Presidente della Fondazione CON IL SUD, Carlo Borgomeo. Clicca qui per scaricarlo.

Il report analizza i dati sulla crescita economica evidenziando il persistente ritardo nel Mezzogiorno: nel 2014 il PIL delle regioni meridionali diminuisce dell’1,1% e più intensamente rispetto al -0,4% registrato a livello nazionale. Il ritardo è ancora più evidente nel lungo periodo: rispetto al 2007, anno pre crisi, il PIL nel Mezzogiorno è più che decimato (-12,7%) mentre l’Italia si registra un -9,0%.

Nel corso del 2015 si intravedono alcuni segnali positivi provenire dal mercato del lavoro: al IV trimestre 2015 il Mezzogiorno conta 5.964.400 occupati, pari ad un quarto (26,4%) del totale, che crescono dell’1,2% su base annua, più del +0,7% osservano per il Centro-Nord. Va considerato che nel lungo periodo (2008-2015), l’occupazione scende nel Mezzogiorno del 6,4%, performance peggiore rispetto al -0,3% del Centro-Nord, e che si traduce in 409.300 occupati in meno, pari all’88,6% della diminuzione assoluta totale.

Un più intenso utilizzo della riduzione del costo del lavoro ha sostenuto la crescita dell’occupazione: nel 2015 nel Mezzogiorno hanno fruito della decontribuzione sui contratti a tempo indeterminato (l. 190/2014) 383.678 assunzioni, il 60,5% delle assunzioni a tempo indeterminato, e 58.744 trasformazioni, il 64,2% delle trasformazioni a tempo indeterminato. A fronte di 8,4 contratti con decontribuzione ogni 100 dipendenti in media nazionale, nel Mezzogiorno si arriva al massimo di 9,9 contratti ogni 100 dipendenti; a livello regionale la maggiore propensione all’utilizzo della decontribuzione è quella di Campania (12,2 utilizzi ogni 100 dipendenti), Puglia (10,2 utilizzi ogni 100 dipendenti), Lazio e Molise (9,6 utilizzi ogni 100 dipendenti) e Basilicata (9,5 utilizzi ogni 100 dipendenti).

Nel 2015 le esportazioni delle imprese del Mezzogiorno operanti nei settori a maggiore concentrazione di Micro e Piccole imprese con meno di 20 addetti valgono 8,5 miliardi di euro e rappresentano un quinto (21,3%) dell’export manifatturiero della ripartizione; l’export di MPI cresce del 5,4% su base annua, più del +3,9% del Manifatturiero della ripartizione.

L’analisi della produzione di energia da fonti rinnovabili al netto dell’idrico – da fonte eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica e biomasse e dai rifiuti non biodegradabili – evidenzia per il 2014 nel Mezzogiorno una potenza efficiente per abitante doppia (+99,5%) rispetto a quella del Centro-Nord; lo sviluppo delle energie rinnovabili è sostenuto dall’attività di 29.800 imprese nella filiera delle rinnovabili che danno lavoro a 91.300 addetti.

Altro comparto chiave per l’economia del Mezzogiorno è rappresentato dall’artigianato a vocazione turistica: come evidenziato nel quadro presentato ieri, l’incidenza dell’artigianato nei settori a vocazione turistica nel Mezzogiorno è del 18,9%, superiore di oltre quattro punti al 15,7% medio nazionale e l’incidenza più elevata si riscontra in due regioni meridionali, la Campania con il 21,3% e la Sicilia con il 21,1%.

Importante anche la filiera dell’Alimentare che conta nella ripartizione 36.475 imprese artigiane, pari al 40,1% del totale nazionale.

L’analisi della distribuzione per territorio dell’impatto della Legge di stabilità 2016 su Micro e piccole imprese fino a 20 addetti indica per il Mezzogiorno un impatto pari a 771 milioni di euro, pari al 22,3% del totale nazionale.

Per liberare le potenzialità del Mezzogiorno vanno spezzati alcuni vincoli che ritardano lo sviluppo. Va adeguata la dotazione infrastrutturale della ripartizione che vede tutte le regioni – ad eccezione della Campania – al di sotto della media nazionale.

Tra 2005 e 2013 gli investimenti nel Mezzogiorno si riducono di un terzo (-33,7%) contro la riduzione di un quinto (-21,3%) osservata per il Centro-Nord, ed in particolare si assiste ad un crollo del 41,6% per le Isole. A settembre 2015 il costo del credito alle imprese continua a diminuire sia nel Mezzogiorno (-71 punti base in un anno) che nel Centro-Nord (-94 punti base), ma nel Mezzogiorno si paga stabilmente un tasso di interesse maggiore, pari precisamente al 7,13%, e superiore di 215 punti base rispetto al 4,98% pagato nel Centro-Nord.

Le disparità territoriali si evidenziano anche nella fiscalità locale: una impresa-tipo con 5 addetti del Mezzogiorno paga in un anno 10.774 euro per i 5 principali tributi locali (Irap, Addizionale comunale e regionale Irpef, Imu e Tasi), ben 647 euro in più (+6,4%) rispetto all’importo osservato nel Centro-Nord.

Uno dei temi maggiormente esaminati dall’Osservatorio è quello della maggiore presenza sommerso: il Mezzogiorno, infatti, mostra il più alto tasso di irregolarità del lavoro, pari al 18,9% contro una media del 12,8% e sono 212.371 le imprese artigiane esposte alla concorrenza sleale del sommerso, rappresentando un quarto (23,6%) del totale delle imprese esposte ed il 62,4% dell’artigianato della ripartizione.

 

 

Composizione dell’occupazione delle imprese per classe di addetti nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord

(Anno 2013-Valori %. Imprese attive – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)
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Assunzioni e trasformazioni di rapporto lavoro dipendente a tempo indeterminato con esonero contributivo l. 190/2014 per regione

(Anno 2015-Numero per ogni 100 occupati dipendenti al IV trimestre 2015 – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Inps e Istat)

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Tassi di irregolarità del lavoro per regione e ripartizione

(Anno 2013 – % occupati irregolari sul totale occupazione – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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