12 Settembre 2016, h. 16:20

SUMMER SCHOOL 2016 – Il Ministro Calenda annuncia incentivi automatici alle imprese e rilancio del made in Italy

E’ un orizzonte carico di nubi quello che attende gli imprenditori alla ripresa autunnale. A indagare il futuro della nostra economia è stata la Summer School di Confartigianato, svoltasi il 5 e 6 settembre a Roma. Esponenti del Governo e della politica, economisti, docenti universitari, giornalisti si sono confrontati con i dirigenti del sistema Confederale sulle prossime scelte di politica economica e sugli scenari mondiali in cui gli imprenditori dovranno lavorare.
Al centro del dibattito le prospettive dell’Europa e del commercio internazionale, con l’occhio puntato sulle incognite aperte dalla Brexit e i rischi e le opportunità dei trattati di libero scambio con gli Stati Uniti ed il Canada. E poi l’appuntamento con la riforma costituzionale e le ragioni del sì e del no al referendum.
E ancora, la Summer School di Confartigianato ha fatto il punto su due aspetti fondamentali per gli artigiani e i piccoli imprenditori: le difficoltà dell’accesso al credito e i ritardi della macchina burocratica.
Su tutto hanno dominato gli impegni nell’agenda di politica economica del Governo sui quali si gioca il futuro degli imprenditori.
Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda non ha nascosto i timori per la situazione mondiale difficile e incerta. Tuttavia si è detto convinto che nella manovra allo studio del Governo bisogna puntare su misure che favoriscano l’internazionalizzazione e l’innovazione delle nostre imprese. “Gli strumenti da mettere in campo – ha sottolineato il Ministro Calenda – sono automatismi, in particolare di natura fiscale, penso ad esempio a super ammortamenti e crediti d’imposta. Sono automatici, non hanno bisogno di intermediazioni politiche e sono utili alle piccole e alle grandi imprese. E soprattutto, prevedono la fiducia dello Stato nelle scelte dell’imprenditore. Lo Stato premia e deve premiare chi in questo momento fa una cosa essenziale per il nostro futuro, cioè un investimento”.
Per consolidare la presenza sui mercati esteri, secondo Calenda le imprese devono presentarsi con un unico marchio made in Italy. E lancia la proposta: “Un prodotto che è davvero made in Italy deve poter avere riconoscibilità immediata in tutto il mondo con lo stellone della Repubblica italiana impresso sull’etichetta, sul packaging. Sarebbe una grande soddisfazione per me e per tutti quelli, come voi, impegnati nella difesa del made in Italy, vedere che, per la prima volta, su questo tema si riconosce l’identità nazionale e il simbolo nazionale associato al made in Italy”.
Agli impegni del Ministro Calenda ha replicato Stefano Parisi, esponente del centro destra, che ha puntato il dito contro i tanti ritardi accumulati dal nostro Paese e ha insistito sul peso della burocrazia. “Serve uno Stato non ostile alle imprese – ha detto. Bisogna liberare le imprese dalla burocrazia e dal peso delle tasse. Oggi troppe piccole e medie imprese chiudono non perché non c’è mercato ma perché sono soffocate da fisco e burocrazia”.

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