20 Marzo 2017, h. 12:50

RASSEGNA STAMPA – Innovazione e tradizione, carte vincenti delle piccole imprese. Intervista del Presidente Giorgio Merletti

Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato e di Rete Imprese Italia, è tra i protagonisti del numero di marzo di “Platinum – Aziende & Protagonisti”, rivista quadrimestrale del Gruppo 24Ore e da oggi in edicola con il quotidiano Il Sole 24 Ore.

In un ampio intervento, Merletti analizza a tutto campo le caratteristiche delle piccole imprese e le sfide del futuro.

Clicca QUI per leggerlo su ‘Platinum’

Ecco il testo dell’intervento del Presidente Merletti pubblicato su ‘Platinum’.

Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Imprese, dal 1° gennaio è il presidente portavoce di R.ETE. Imprese Italia, l’organismo che riunisce le cinque principali organizzazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese e dell’impresa diffusa (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) che raccolgono insieme oltre 2,5 milioni di aziende.

Merletti guiderà R.ETE. Imprese Italia fino a giugno “un semestre – sottolinea il presidente – particolarmente impegnativo nel corso del quale concentreremo la nostra attenzione e la nostra attività di rappresentanza su alcuni obiettivi prioritari per le nostre imprese sui fronti del fisco, dell’innovazione e del credito: l’attuazione della riforma degli studi di settore prevista nella Legge di Bilancio, la realizzazione del piano Industria 4.0, l’applicazione della riforma del Fondo Centrale di Garanzia”.

Quello italiano, ci spiega Merletti, è un sistema imprenditoriale unico al mondo, in cui il 99,4% delle imprese sono micro e piccole, con meno di 50 addetti, estremamente articolato, ricco di antica tradizione produttiva, ma al tempo stesso fortemente pervaso di creatività e di spinta alla continua innovazione.

“Siamo il Paese Ocse – dice – con la più alta quota di lavoratori indipendenti: 5 milioni e mezzo. Da noi l’incidenza del lavoro autonomo è superiore di 8 punti rispetto alla media dell’Eurozona. E nelle micro e piccole imprese si concentrano più di due terzi dell’occupazione privata italiana, esattamente 10.463.797 addetti.

La crisi ha colpito duro, ma ci ha costretto anche a rinnovarci e a innovare il nostro modo di produrre beni e servizi. Ciò non significa rinunciare ai valori della nostra tradizione manifatturiera. Anzi. Utilizzando le nuove tecnologie, sfruttando le opportunità del mondo digitale e le aggregazioni in rete, molti imprenditori hanno superato i problemi delle distanze, portano nel mondo l’eccellenza del made in Italy”.

A questo proposito, occorre sfatare uno dei tanti pregiudizi che incombono sulle piccole imprese. Ovvero il confronto internazionale, basato su dati Eurostat, che mostra come le nostre piccole imprese sono più orientate all’innovazione rispetto alla media dei competitor europei. E i prodotti realizzati dalle piccole imprese italiane sono quelli che registrano la maggiore crescita di esportazioni sui mercati esteri.

“L’Italia – commenta il presidente – è fatta da questi coraggiosi eroi normali che combattono ogni giorno per mostrare quanto valgono. E che spesso finiscono vittime della battaglia contro un Paese ancora poco ospitale verso le imprese”.

Confartigianato e Rete Imprese Italia sono al fianco degli imprenditori per aiutarli a trovare nuove opportunità di mercato in Italia e all’estero, accompagnandoli nella rivoluzione digitale che sta profondamente modificando il modo di fare impresa. L’innovazione tecnologica apre spazi infiniti per tutte le imprese, manifatturiere e di servizio, anche quelle che operano sul mercato interno.

Oggi se i giovani realizzano un prodotto o un servizio e si propongono bene sul web, hanno il mercato mondiale che li guarda e li sceglie.

“Noi – conclude – aiutiamo gli imprenditori a capire che le parole d’ordine per essere competitivi sono: mercato globale, anche se si svolge all’interno dei confini nazionali; digitale in tutte le sue accezioni e versioni; rete come necessaria forma di collaborazione per rompere l’isolamento non più possibile per le imprese.

Tutto questo impegno deve, però, essere assecondato da una politica attenta al contributo che i piccoli imprenditori offrono al Paese. C’è ancora molto da fare.

Meno fisco, meno burocrazia, più credito, minor costo del lavoro sono quattro leve sulle quali agire per rimettere in moto il sistema produttivo.

E, soprattutto, bisogna pensare al futuro dei giovani e alle imprese che hanno bisogno di manodopera qualificata, riducendo la distanza che separa la scuola dal mondo del lavoro. Il tempo della formazione e il tempo del lavoro non solo possono, ma devono essere in parallelo, e non in serie.

In una battuta, “bisogna far fare all’Italia l’Italia”. Questo significa valorizzare la nostra straordinaria capacità manifatturiera integrata con le nuove tecnologie 4.0, significa valorizzare la nostra cultura e il turismo. Settori nei quali i giovani possono applicare le loro capacità, lavorando duro, ma con la prospettiva, anche ravvicinata, di grandi soddisfazioni. Questo avviene per i tanti giovani che ogni giorno scelgono di avviare un’attività, e che scrivono così il futuro delle piccole imprese italiane”.

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