5 Aprile 2017, h. 15:27

Il 15,2% delle imprese connesse a banda larga veloce, la metà del 31,7% della media europea. Con connettività più efficacia agli investimenti in tecnologie digitali

La digitalizzazione del sistema delle imprese, lo sviluppo della manifattura digitale e di Internet delle cose determina un crescente fabbisogno di connettività ad alta velocità. L’accesso alla banda larga veloce diventa un fattore competitivo decisivo per le imprese, influenzandone lo sviluppo e la produttività.

Il recente aggiornamento dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società pubblicato dalla Commissione europea (DESI 2017, Digital Economy and Society Index) colloca l’Italia al 25° posto tra i 28 paesi dell’Unione europea. Si tratta di indice composito che misura lo stato di avanzamento del digitale attraverso cinque componenti: connettività, capitale umano, uso di Interne, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

In particolare sulla connettività la posizione dell’Italia è ancora più precaria per quanto riguarda l’accesso delle imprese alla banda larga ad alta velocità dove l’Italia scende al 27° posto: la quota di imprese italiane connesse ad una velocità almeno di 30 Mbps è del 15,2%, dimezzata rispetto al 31,7% della media UE, superiore solo al 14,4% di Cipro e distante dai maggiori competitor dell’Euro zona: la quota di imprese connesse a banda larga veloce in Spagna è del 38,4%, in Germania del 35,4% e in Francia del 21,7%.

Il divario con la media europea si è ampliato nell’ultimo anno: nel 2016 la quota italiana sale di 2,7 punti rispetto al 2015 mentre la media dell’Unione europea sale di 5,0 punti; in Spagna la quota delle imprese connesse ad alta velocità nel 2016 è salita di 9,9 punti, in Germania di 6,1 punti, nel Regno Unito di 5,5 punti; minore dinamismo (+0,7 punti) per la Francia.

L’Italia è il primo paese manifatturiero europeo per occupati nelle piccole imprese e sta registrando un recupero nell’accumulazione di capitale dopo anni di trend negativo: secondo i conti delle imprese pubblicati ieri dall’Istat nel quarto trimestre 2016 il tasso di investimento delle società non finanziarie è salito al 20,5%, in salita di 1,2 punti rispetto al 19,3% del corrispondente trimestre 2015. L’acquisizione di macchinari ad elevato contenuto digitale potrebbe, però, non manifestare a pieno i suoi effetti sull’efficienza dei processi di produzione se l’impresa non dispone di una adeguata connettività.

Le direttrici di accompagnamento del piano nazionale Industria 4.0 prevedono una riduzione del gap infrastrutturale, indicando per il 2020 almeno il 50% delle aziende coperte a 100 Mbps, obiettivo raggiungibile mediante investimenti cumulati nel periodo 2017-2020 per 12,7 miliardi di euro di cui 6,7 miliardi pubblici e 6,0 miliardi privati.

La migliore qualità della connettività determina effetti rilevanti sulla produttività delle imprese: nelle “aree bianche” – zone in cui le infrastrutture per la banda larga sono ancora inesistenti e non sono previsti investimenti privati nei prossimi tre anni – la copertura totale di banda larga delle micro imprese 3-9 addetti presenti in questi territori genera un aumento del valore aggiunto medio del 13%.

Per approfondire la dinamica dei processi di accumulazione di capitale delle imprese è disponibile il report dell’Ufficio Studi “Tendenze degli investimenti“. Clicca qui per scaricarlo.

 

 

Imprese con connessione a banda larga veloce

Anno 2016 – % imprese – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

  

 

 

Tasso di investimento delle imprese negli ultimi quattro anni

I trimestre 2013 – IV trimestre 2016; dati destagionalizzati – % Investimenti fissi lordi sul Valore aggiunto società non finanziarie – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Imprese con connessione a banda larga veloce nei principali paesi Ue

Anno 2016 e 2015 – % imprese – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea 

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