19 Luglio 2017, h. 15:18

STUDI – Verso la Brexit: made in Italy nel Regno Unito per 22,7 miliardi €, in salita dello 0,9%. La Cina dopo Brexit nel 2020 supererà l’UE a 28-1 e nel 2031 supererà gli Usa

A distanza di un anno dal referendum sulla Brexit lo scorso 19 giugno si è svolto il primo ciclo di negoziati tra la Commissione europea e il Regno Unito dopo che il 29 marzo 2017 il Regno Unito ha notificato al Consiglio europeo la sua intenzione di lasciare l’Unione europea, conformemente all’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea e il 22 maggio 2017 il Consiglio europeo. Mancano 618 giorni al 29 marzo 2019 quando il Regno Unito cesserà di essere membro dell’Unione europea, a meno che il Consiglio europeo non decida all’unanimità di prorogare il periodo di negoziato biennale. Il Regno Unito diventerà un paese terzo a partire dalla data di recesso.

Il Regno unito è un importante mercato del made in Italy: negli ultimi 12 mesi l’export ammonta a 22.710 milioni di euro. Le importazioni ammontano a 11.176 milioni, con un saldo positivo del commercio estero per 11.535 milioni. Nel 2017 il made in Italy verso il Regno unito vale l’1,33% del PIL, recuperando i livelli del 2005. A maggio 2017 il made in Italy annualizzato sale dello 0,9%, in miglioramento rispetto al +0,5% di aprile, ma inferiore al ritmo di crescita rilevato un anno prima (+3,8%).

Nei primi cinque mesi del 2017 si registra un trend migliore della media (+2,5%) per l’export dei Articoli farmaceutici (+36,8%), Apparecchi elettrici (+11,8%), Prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori (+7,0%), Sostanze e prodotti chimici (+6,5%). Nel maggiore dettaglio settoriale si osserva una buona performance della moda: per Articoli di abbigliamento l’export cresce del 10,9% e per Articoli in pelle del 6,9%.

Gli effetti della Brexit sono rilevanti sul peso dell’economia europea, dopo che i cittadini del Regno Unito con il referendum del 23 giugno 2016 hanno indicato l’uscita del loro Paese dall’Unione europea. L’economia del Regno Unito è la seconda dell’Ue a 28 con un Prodotto interno lordo che nel 2016 vale 2.366,9 miliardi di euro, il 16,0% dell’intera Unione.

Secondo l’ultima comparazione disponibile del Fondo Monetario Internazionale, nel 2017 l’Unione europea vale il 20,7% del PIL mondiale ed è la seconda potenza economica mondiale dopo gli USA (24,9%) e davanti alla Cina (15,1%) e Giappone (6,2%). Tuttavia guardando alla dinamica, negli ultimi dieci anni la Cina è cresciuta ad un tasso medio del PIL a valori costanti dell’8,2%, due volte e mezzo quello medio mondiale (3,3%); nello stesso periodo l’economia degli USA è cresciuta al ritmo dell’1,4% all’anno, quella dell’Unione Europea allo 0,8% e quella del Giappone allo 0,5%. La combinazione tra questo minor ritmo di crescita e diversa configurazione geografica dell’Unione dopo la Brexit porterebbe nel 2020 l’“Unione a 28 meno 1” ad essere sorpassata dalla Cina.

La lunga rincorsa della Cina terminerà nel 2031: proiettando il tasso di crescita medio dell’ultimo decennio (2012-2022) tra 14 anni il PIL cinese, valutato in dollari correnti, sarà superiore a quello degli Usa e per quell’anno l’economia dell’”Unione europea a 28 meno 1” sarà il 54,1% di quella cinese. In questa prospettiva di lungo periodo si ridurrà il peso economico dell’Unione europea e, in parallelo, l’economia italiana diventerà nel 2034 la 13° nel mondo perdendo 4 posizioni rispetto al 9° posto attuale: l’Italia sarà sopravanzata nel 2024 dalla Corea del Sud, nel 2026 dall’Indonesia, nel 2027 dal Canada e nel 2034 dall’Australia.

Infine va segnalato che dopo l’uscita del Regno Unito, l’economia europea si sbilancierà in modo marcato a favore della Germania. Nel 2007 l’economia tedesca pesava per il 19,4% del PIL dell’Unione europea a 28; a seguito dell’uscita della Gran Bretagna e della maggiore crescita registrata nell’ultimo decennio, la quota relativa al PIL della Germania nel 2016 sale al 25,2%.

 

 

Trend made in Italy nel Regno unito per settore

Var. % tendenziale nei primi cinque mesi del 2017 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 Made in Italy nel Regno unito

Export totale in % del PIL a prezzi correnti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

 

La Cina sorpassa l’”Unione a 28 meno 1”: PIL in UE e Cina

Anni 2010-2022, PIL a valori correnti, miliardi di dollari. UE senza il Regno Unito – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fondo Monetario Internazionale

 

 

 

2031, il sorpasso degli Usa: la Cina diventa la prima economia mondiale

Anni 2010-2032, PIL a valori correnti, miliardi di dollari – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fondo Monetario Internazionale

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