10 Novembre 2017, h. 07:07

LAVORO – Il Presidente Merletti su ‘Libero’: “Servono più incentivi per l’apprendistato nelle piccole imprese”

Oggi il quotidiano ‘Libero‘ pubblica un’intervista al Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti nella quale il leader degli artigiani torna sui tema del futuro dei giovani, della loro formazione al lavoro e sollecita maggiori incentivi per l’assunzione di apprendisti nelle piccole imprese al fine di creare ‘buona occupazione’, non soltanto posti di lavoro.

Ecco di seguito il testo dell’intervista del Presidente Merletti a ‘Libero’.

Nei primi otto mesi del 2017, 173 mila giovani under 30 sono stati assunti con apprendistato. Il contratto tallona quindi il tempo indeterminato: sono stati 181mila nello stesso periodo. Questa la fotografia dell’Ufficio studi di Confartigianato. C’è stato un aumento del 24,8% rispetto allo stesso periodo del 2016, mentre i contratti a tempo indeterminato sono in discesa dell’8,5%. Tenuto conto dei giorni lavorativi, si tratta di più di mille giovani under 30 ogni giorno che entrano nel mercato del lavoro grazie al contratto di apprendistato. Nel dettaglio per genere, per le donne le assunzioni di apprendisti (72mila) nei primi otto mesi dell’anno superano quelle a tempo indeterminato (71mila) registrate nello stesso arco di tempo. Forte proprio di questi dati, Giorgio Merletti, presidente dell’associazione degli artigiani, al provvedimento che prevede uno sgravio contributivo per le assunzioni stabili dà sì un giudizio “positivo – perché la direzione è giusta – ma con una larga insufficienza”. 

L’apprendistato in legge di bilancio c’è. 

Sì, forse per la prima volta. Benissimo, anche se purtroppo non è che una fettina molto piccola del provvedimento generale, un po’ troppo generalista a nostro giudizio. Bisogna stimolare l’occupazione o la buona occupazione? In passato abbiamo visto picchi in alto e in basso degli indici, determinati da formule troppo generiche. La politica continua a raccontare di gradire molto il sistema duale, ma poi ci mette pochi quattrini. Un anno di incentivazione, ad esempio, è poco. Ne servono almeno due. Noi stiamo cercando di emendare la norma e ripristinare ciò che era previsto fino a fine 2016: l’intervento di riduzione del costo degli apprendisti per le imprese fino a 9 dipendenti. Siano totalmente esentate, sono una percentuale importante del motore del Paese. E poi… chiamare forte incentivo un intervento del 50% di riduzione del contributo con un tetto di 3mila euro per un anno è uno spreco di parole.

È possibile che ci sia chi usa l’apprendistato solo per avere lo sconto, senza reale intento formativo?

Nel mondo delle banche, quando assumevano, è successo: cassieri-apprendisti, forme di abuso. Le assicuro però che se un artigiano assume un apprendista, con tutte le limitazioni che questo comporta, come ad esempio sugli straordinari, se lo tiene ben stretto. Si dedica a formarlo, ci investe tempo e denaro. Molto più facile è cavalcare un’assunzione con sgravio e poi lasciare a casa il giovane, cosa lo impedisce?

La legge si propone un obiettivo che sembra essere piuttosto ambizioso: 380.000 nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni, crede si possano raggiungere?

Penso di sì. Sulla scorta degli andamenti dell’economia, l’intervento è certo uno stimolo, una forma di accompagnamento per i giovani. Incentivare è fornire alimento a una ripresa che per tanti settori è effettivamente già in corso. Tanto che in diverse piazze lavorative, soprattutto nel Nord Italia, si ricomincia a sentire l’esigenza di figure professionali che non si trovano. Occorre gente capace di utilizzare macchinari e digitalizzazione, a fronte degli investimenti sull’industria 4.0. 

In questo senso gli Its possono essere un buon bacino, per trovarle?

Certamente. Rappresentano forme di istruzione che non arrivano all’università e che sono state il segreto del successo dell’Italia del dopo guerra: tecnici, periti, super-periti. Per l’artigianato preparano figure professionali importanti. Mi lasci dire che 5 milioni previsti ora dal governo sugli Its… beh, ben vengano. Ne servirebbero però 10 volte tanti.

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