20 Novembre 2017, h. 13:40

ORAFI – Il Ministero lancia una consultazione pubblica per il “decreto compro oro”, le proposte di Confartigianato

Il decreto compro oro, in vigore dal 5 luglio scorso, ha già creato non pochi problemi agli artigiani del settore. Una storia ormai nota, che vale la pena di ricordare. Con il decreto 92/2017, infatti, il Governo vorrebbe limitare e mettere al bando le possibili attività illegali svolte dai compro oro. Un obiettivo sacrosanto, legittimo e doveroso dopo le innumerevoli pagine di cronaca giornalistica che negli ultimi tempi hanno denunciato illeciti e operazioni di riciclaggio mascherati dietro ad attività commerciali fittizie. Il problema, però, è che lo Stato ha messo in campo una maglia di norme e obblighi burocratici così fitta da mandare in tilt anche gli orafi e gli artigiani del settore, coinvolti, loro malgrado, in questa battaglia per la legalità. Secondo le recenti norme, infatti, ogni artigiano che acquista o accetta come permuta un gioiello da un privato dovrà rispondere di una lunga e costosa procedura burocratica, fatta di documenti da conservare per dieci anni, informazioni, foto e comunicazioni dei clienti e una licenza di pubblica sicurezza da ottenere per essere iscritti, come da obblighi di legge, al Registro degli operatori finanziari e dei mediatori creditizi.
Una follia burocratica se si considera che la compravendita di metalli preziosi è soltanto una parte marginale dell’attività imprenditoriale di un orafo e che ogni cittadino può continuare a portare dal proprio orafo di fiducia un gioiello, magari di famiglia, da sistemare o trasformare in un nuovo pezzo. Ad oggi, un orafo può farlo a condizione di incappare in lunghe e costose operazioni che ne intralciano il lavoro quotidiano. Il Dipartimento del Tesoro ha lanciato una consultazione pubblica per modificare l’impianto normativo e per renderlo veramente efficace contro l’illegalità e il riciclaggio di soldi e preziosi. Confartigianato ha inviato la propria proposta di modifica del decreto, con l’obiettivo di far tornare a lavorare serenamente gli artigiani del settore.

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